L’audizione relativa all’atto
aziendale della Asl di Frosinone, prevista per le 10,30 di domani 24 marzo
presso la commissione regionale, è stata annullata e rimandata a data da
destinarsi.
Lo abbiamo appreso da fonte riservata ma autorevole. In realtà
tutte le audizione sarebbero state sospese in attesa del pronunciamento del Tar del Lazio
che ha accolto l’istanza cautelare chiesta dai comuni di Bracciano,
Manziana e Trevignano Romano, in merito alla sussistenza di gravi motivi di danno connessi
alla attuazione dei decreti relativi“alla riorganizzazione della rete ospedaliera a
salvaguardia degli obiettivi strategici di rientro dai disavanzi sanitari della
Regione Lazio”.
Decreti da
cui gli atti aziendali delle varie Asl, devono obbligatoriamente
discendere. I giudici amministrativi ,
con ordinanza depositata il 19 marzo 2015, hanno dunque sospeso l’attuazione
della riorganizzazione ospedaliera, così come definita dalla Regione Lazio,
fino all’emissione di un giudizio di merito che sarà espresso il 21 luglio
prossimo. Di fatto prima del 21 luglio, data del pronunciamento
del TAR, qualsiasi valutazione sui vari atti aziendali, compreso quello della
Asl di Frosinone, sarà congelata.
Nel frattempo, però, la stessa Asl sta già applicando le direttive del documento.
Sul sito della Regione è riportato che il piano definito dalla Mastrobuono, e
votato da una minoranza di sindaci , è “Applicabile”. Una formula ambigua che
vorrebbe far passare l’idea per cui comunque il programma è legittimo. Appare evidente a tutti infatti che l’accorpamento e
l’alienazione di reparti, il declassamento
di unità operative complesse in semplici, lo smembramento della rete pubblica
dei laboratori di analisi, e tutte le
altre azioni volte a disintegrare la
sanità pubblica ciociara, definite dall’atto aziendale, sono in piena attuazione.
Ciò è ancora più
grave perché si sta dando operatività ad un programma le cui direttive generali
sono state bloccate dal Tar del Lazio per “gravi motivi di danno connessi alla
loro attuazione”. La dirigenza Asl, e i sindaci che hanno avvallato il piano, si
stanno assumendo delle responsabilità enormi nei confronti dei cittadini
applicando proditoriamente un documento bloccato dai giudici
amministrativi. Marcia indietro dunque
compagni! Andare a Roma domani, visto la
non effettuazione dell’audizione è perfettamente inutile. Più produttivo
sarebbe diffidare la dirigenza Asl dal continuare nell’applicazione di linee
aziendali per le quali l’iter di approvazione in Regione non è certo, né nei
tempi e né nei contenuti, vista la spada di Damocle del Tar. Sotto con la carta bollata!
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