domenica 28 giugno 2015

Ban Ki moon si schiera contro la Freedom Flotilla per Gaza

Nena News

Secondo il Segretario generale dell’Onu questa nuova missione della flottiglia volta rompere il blocco navale israeliano non servirà ad “alleviare le condizioni disastrose” nella enclave palestinese.
Ad ostacolare la partenza per Gaza alla “Marianne” e alle altre imbarcazioni della Freedom Flotilla, non sono soltanto le cattive condizioni del tempo e il mare grosso. A sorpresa, ma fino ad un certo punto, anche Ban Ki-moon si è schierato contro la missione volta a rompere il blocco navale di Gaza attuato da Israele. Secondo il Segretario generale dell’Onu questa nuova missione della flottiglia per Gaza non servirà ad “alleviare le condizioni disastrose” nella enclave palestinese.

“Il segretario generale Ban Ki-moon continua a credere che la flottiglia non aiuterà ad affrontare la terribile situazione a Gaza e ribadisce i suoi appelli al governo (Netanyahu) affinchè ordini di revocare tutte le chiusure, con la dovuta considerazione delle legittime preoccupazioni di sicurezza di Israele”, ha comunicato il sottosegretario generale Jeffrey Feltman durante un briefing al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Feltman ha aggiunto che Ban sta “seguendo da vicino i report dei media” sulla flottiglia.
La dichiarazione di Ban giunge alcuni giorni dopo che l’ambasciatore israeliano all’Onu, Ron Prosor, aveva invitato il capo dell’Onu a condannare la “Freedom Flotilla” e aveva informato indirettamente dei preparativi della Marina israeliana per bloccare le tre imbarcazioni dirette a Gaza.
“La comunità internazionale deve inviare un messaggio chiaro agli organizzatori e ai partecipanti di queste provocazioni. Tali iniziative non fanno che aumentare le tensioni nella nostra regione”, aveva scritto Prosor a Ban Ki-moon. “Questo tentativo di sfidare il blocco (di Gaza) avrà conseguenze pericolose – aveva ammonito – L’unico scopo del flottiglia è quello di fare provocazioni che mettono a rischio la sicurezza e costituiscono una violazione del diritto internazionale”.
Israele sta facendo enormi pressioni su vari Paesi e istituzioni internazionali per bloccare la “Marianne”, una barca da pesca scandinava che guida il convoglio della Freedom Flotilla. La “Marianne” nelle ultime settimane si è spostata dalla Svezia alla Norvegia, poi verso Francia, Spagna e Portogallo. Infine ha raggiunto Palermo e Messina. L’imbarcazione si troverebbe ora a Creta, da dove, forse domani, salperà per Gaza.
A bordo, oltre all’equipaggio, ci sono 12 passeggeri, tra i quali attivisti ed esponenti politici, una parlamentare europea, una giornalista svedese, un musicista di origine israeliana, un deputato arabo della Knesset e anche una suora. Gli organizzatori insistono sul carattere assolutamente pacifico della missione e ripetono che le navi portano soltanto un carico di pannelli solari, forniture mediche e altri aiuti umanitari per i residenti di Gaza in condizioni precarie dopo l’offensiva israeliana della scorsa estate.
Il sottosegretario generale dell’Onu Jeffrey Feltman durante il suo intervento ha riferito Ban è anche “profondamente preoccupato” per i prigionieri politici palestinesi detenuti in Israele. E ha nominato Khader Adnan che da 50 giorni attua uno digiuno totale per protestare contro la sua detenzione amministrativa (carcere senza processo).
A proposito del rapporto reso pubblico a inizio settimana dalla Commissione d’indagine Onu sulla guerra di Gaza, incaricata dal Consiglio per i diritti umani, Feltman ha detto “La nostra speranza è che questo rapporto contribuisca a portare giustizia alle vittime della guerra dello scorso anno e ad incoraggiare le parti a impegnarsi in valutazioni serie e credibili di loro comportamento”.

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