sabato 25 luglio 2015

Comune di Frosinone: Un'amministrazione antisociale.

Luciano Granieri


Come è ormai noto  il programma di urbanizzazione della città, discusso nel Consiglio comunale del 23 luglio scorso è stato approvato. Una pianificazione che  comprende l’imponente ennesima cementificazione di 35mila metri cubi su un terreno limitrofo ad un’area contenente  reperti archeologici ,  terme romane risalenti al periodo imperiale. 

Reperti che probabilmente proseguono sotto il sito interessato alla cementificazione. Comitati, associazioni e singoli cittadini, hanno provato con tutte le forze a far fallire l’ennesimo progetto di speculazione edilizia e degrado culturale ai danni della città, ma nonostante le manifestazioni, gli incontri di sensibilizzazione partecipati nelle piazze, e la presenza numerosa in consiglio comunale, tenendo conto che alla votazione si è arrivati all’una di notte, la delibera è passata ugualmente. 

Bisogna ammetterlo, è stata persa una prima battaglia, anche se si è reso evidente, come mai prima era accaduto, che quella deliberazione  in consiglio comunale è   contro i cittadini e a favore della congrega politico affaristica, e  la stessa cittadinanza  ne è ormai consapevole. L’emendamento alla delibera, inserito a sorpresa all’ultimo momento,  inerente  l’erogazione da parte del costruttore, in cambio del permesso ad edificare, di 500mila euro per riportare alla luce la piccola parte delle terme romane sepolte sotto il parcheggio di una banca, potrebbero costituire un risultato, seppur minimo,  della lotta dei cittadini. Ma non lo consideriamo tale. Conosciamo infatti la triste  storia degli impegni presi dal proponente,  la sua solerzia nel  versare gli oneri urbanistici o provvedere all’edificazione di opere pubbliche compensatorie. Quella storia ci impone di dubitare che quei 500mila euro verranno mai  sborsati e che un solo sasso delle terme potrà mai  vedere la luce.   

Del resto la lotta è estremamente aspra e dura. Abbiamo a che fare con un’amministrazione comunale decisamente antisociale e bene armata , non di guerrieri ma di servi che si sono rivelati moltO più utili. Mai un sindaco ed una giunta si erano schierati in modo così evidente contro gli interessi della cittadinanza, con una difesa ad oltranza dei poteri forti. 

Non è solo la salvaguardia delle mire speculative dell’Unno costruttore, ma è l’impegno profuso nel difendere ad oltranza i soprusi di Acea. Il sindaco si è mostrato insensibile perfino innanzi ai distacchi  illegittimi dei contatori da parte della muti utility  dell’acqua, nonostante una delibera, votata all’unanimità in consiglio, impegni il primo cittadino ad imporre al gestore il riallaccio dell’erogazione idrica .  

Lo stesso discorso vale per la sanità. Lo schieramento a favore della privatizzazione selvaggia, contro ogni ipotesi di qualificazione della sanità pubblica,  che il piano aziendale della Asl impone è stato totale. Dopo il subdolo gioco di simulare un appoggio alle associazioni contrarie agli intendimenti della manager Mastrobuono, il sindaco ha firmato, e convinto a firmare, il piano della Asl. 

Nel documento, disse, c’era la promessa del Dea di II livello per Frosinone. Una promessa che,  inserita in quel contesto,  non ha nessun valore perché l’attribuzione del Dea di II livello è  nella disponibilità esclusiva del commissario Zingaretti. Lo sapeva Ottaviani?

 E ancora, in questa giunta antisociale si sta facendo strame del diritto al lavoro, con la triste vicenda dei lavoratori Multiservizi, con l’affidamento a privati, della gestione dei servizi alla città che prima svolgevano i dipendenti della Multiservizi stessa. In un Comune fallito, quale quello che sta guidando Ottaviani, si distraggono gli unici fondi disponibili, quelli cioè  acquisiti da prestiti già accesi, per finire lo stadio, mentre in una relazione dell’architetto Acanfora, allegata al bilancio 2015, si evidenzia come non ci siano i soldi per riparare eventuali danni che dovessero subire gli edifici pubblici (scuole e uffici). 

Ed infine questa amministrazione trasuda protervia da tutti i pori. Emerge prepotente la cattiveria e l’odio di classe verso cittadini, associazioni, e movimenti. Verso quei soggetti, cioè che campano con il sudore della fronte, anzi spesso un lavoro non ce l'hanno,  e non si baloccano con speculazione e profitti. 

L’episodio dei cartelli esibiti  con derisione da alcuni consiglieri di maggioranza e dal sindaco, in faccia all’opposizione e ai cittadini, che contestavano l’ennesimo scempio urbanistico della città nel corso dell’ultimo consiglio comunale,  è una chiara testimonianza di questo odio. Ciò è ancor più grave, perché prima di mettere in scena la penosa passerella, dei cartelli celebrativi per la vittoria degli affari contro i diritti dei cittadini, erano  stati sequestrati proprio alla cittadinanza, presente ai lavori,  manifesti di contestazione, invocando la regola che nell’aula consiliare non sono ammessi cartelli. La legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale degli altri. Per chiudere la vicenda cartelli esibiti dal sindaco a da alcuni consiglieri,  dove sono stati fotocopiati? Chi li ha pagati? Sarebbe veramente vergognoso sapere che in un Comune fallito, dove anche uno straccio di cinema all’aperto non è più finanziabile,  si usino i soldi della collettività per autocelebrare la propria spocchiosa protervia. 




p.s prossimamente altri video del consiglio.

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