Come avvenuto dopo la partita di calcio FROSINONE-TORINO, vorrei proporre alcune riflessioni
anche per Frosinone-Roma. Tralasciando l’aspetto
emotivo, inerente un match che vedeva opposta la mia squadra del cuore alla
compagine della città in cui vivo, vorrei focalizzare l’attenzione, non sulla partita, o
sul post partita, ma su quanto accaduto nelle due settimane precedenti l’evento. Un periodo più lungo del solito perché, fra la
vittoria della Roma sulla Juve e la partita con il Frosinone, c’è stata la sosta
per la Nazionale.
Quando sono stati pubblicati i calendari delle partite di
serie A, ho pensato al 12 settembre come una giornata storica e gioiosa per la
nostra città. E’ indubbio che la realtà di giocare in serie A si percepisce maggiormente
quando al "Matusa" arrivano le grandi squadre come Roma, Juve, l’Inter, Milan, Napoli, Fiorentina. Inoltre la suggestione emotiva e sportiva che evoca un
incontro fra il Frosinone e una grande del campionato della stessa Regione, come la Roma, che dista dal Matusa solo 80 km, è veramente
unica.
Questo caleidoscopio di sensazioni positive è stato letteralmente
rovinato dalla campagna stampa cominciata sin dal giorno successivo la vittoria
della Roma sulla Juve. I giornali locali hanno iniziato a diffondere la mappa
delle strade interdette alla circolazione. Era un’ecatombe, tutta Frosinone
bassa chiusa sin dalle 8,00 del mattino del 12 settembre. Per assicurare l’ordine
pubblico si è mobilitata la Pubblica Sicurezza, la Polizia Stradale, la Polizia
Forestale e Ferroviaria, Carabiniere e
Guardia di Finanza, e forse pure i servizi segreti.” La città sarà blindata e sarà un sacrificio
che deve essere ben accetto per motivi di ordine pubblico...”Queste le parole
del perfetto di Frosinone D.ssa Emila Zarrilli. Nessun soggetto proveniente da
Roma senza biglietto poteva avvicinarsi allo stadio, avrebbe rischiato una denuncia penale. Ci
viene in mente la triste immagine di un povero cristo del tutto indifferente al
calcio, venuto da Roma, non per
assistere alla partita, ma per trovare i
suoi parenti a Frosinone, magari residenti in Piazzale Kennedy vicino al Matusa
, tradotto in questura per essere stato beccato senza biglietto.
Allo stato dei
fatti però, questa blindatura della città non è avvenuta, o almeno, non nella
forma annunciata dalla stampa! La partita si è svolta serenamente, senza
problemi di sorta. Si potrà rilevare che l’assenza di episodi violenti è
conseguente al pesante spiegamento delle forze dell’ordine. Ho troppa stima dei
tifosi canarini e di quello romanisti, salvo i pochi dalla mente intossicata
dai veleni fascisti e razzisti, per
ipotizzare che non è avvenuto nulla per lo stato di Polizia messo in atto. Non ci sarebbe stata violenza comunque.
Insomma un evento aggregativo, carico di
passione e amore per lo sport è stato trasformato in una sciagura grondante paura e terrore. Un processo necessario a
legittimare quello stato di Polizia che incombe ogni volta che si presenta l’occasione
di una festosa aggregazione di popolo, condivisione di passioni ed emozioni. Già perché
quanto accaduto in occasione della partita Frosinone-Roma è uno dei tanti
esempi di come si debba mobilitare la forza pubblica per impedire ogni
condivisione sociale, sia pure legata ad un fattore marginale come lo sport.
La
sensazione di precarietà e solitudine, deve rimanere costante ed incombente, nulla la può interrompere. La paura del diverso (il rifugiato, come il tifoso di una squadra avversaria) deve
sempre attanagliare la popolazione.
Tutto ciò è funzionale a mantenere quello stato di Polizia che tanto serve al
potere per imporre le peggiori nefandezze, come precarietà, disoccupazione e povertà
diffusa, pur mantenendo la pace sociale .
Uno stato di Polizia che grazie alla letale diffusione del terrore per l’”altro”
viene perfino invocato da parte della
stessa collettività che ne è vittima. Ogni forma di organizzazione sociale è da combattere come la peste, perfino
quella del tifo organizzato che esula dal controllo della gendarmeria fascista
di regime. Una feccia, quella di destra, che grazie alle sue intemperanze, giustifica la repressione. Quanti altri
Frosinone-Roma ci saranno in futuro? Tanti ma sarebbe ora di smascherare queste sordide
manovre repressive atte a soffocare l’indignazione popolare vessata dai soprusi
del potere e indirizzata verso una precarietà della vita sempre più devastante.
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