giovedì 24 settembre 2015

L'unità nella lotta è il messaggio che sale forte dall'assemblea di "Vertenza Frusinate"

Luciano Granieri


L’assemblea convocata dal movimento “Vertenza frusinate” martedì 22 settembre presso la sala conferenze della Provincia di Frosinone, segna un avanzamento decisivo nel percorso di lotta verso la riacquisizione di un minino di dignità e diritto di cittadinanza per chi risiede nella nostra Provincia. 

Come indicato nell’appello di convocazione dell’assemblea,  il degrado e l’impoverimento, del nostro territorio ha raggiunto livelli talmente indegni da porre il cittadino ciociaro ben lontano dagli standard minimi di sopravvivenza. Con un reddito pro capite, per chi lavora, mediamente inferiore al 30% della pur misera media nazionale e con un tasso di disoccupazione cresciuto del 106,20% dal 2009, il doppio rispetto al dato regionale che si attesta al 49%.

 In linea con le dinamiche ricorrenti il frutto avvelenato di questi dati è figlio di un inasprimento della diseguaglianza sociale che anche nel nostro territorio vede  diminuire il numero dei ricchi, congiuntamente alla proporzionale crescita del loro conto in banca, ed aumentare il numero dei poveri con la proporzionale crescita del loro tasso di disperazione.  
Il salto di qualità  decisivo nella rivendicazione di una vita minimamente dignitosa per noi che viviamo in questa Provincia ha imposto un'evoluzione per cui  dalla difesa del diritto al  lavoro, così come assicurato  dall’art.3 della Costituzione, si è progrediti  verso la lotta  per il diritto ad una esistenza  umanamente praticabile . Un esistenza che preveda come incondizionata prerogativa l’accesso al lavoro, ma anche l’usufrutto delle risorse  indispensabili alla vita , l’accesso all’acqua  e la tutela della salute. 

Non a caso affianco agli ex lavoratori della Videocon, della Marangoni, dell’Ilva, della Multiservizi di Frosinone, si sono impegnati i comitati in difesa dell’acqua pubblica e della sanità provinciale.   A  Gino Rossi, per gli ex lavoratori della Videocon, Paolo Iafrate protavoce degli ex dipendenti della Multiserizi, si sono succeduti, nel prendere la parola, Severo Lutrario, del comitato provinciale acqua pubblica di Frosinone e Francesco Notarcola del coordinamento provinciale della sanità. 

E’ indubbio che la drammatica situazione e le ipotesi messe in campo per uscire dal degrado sociale fossero oggetto di discussione su cui confrontarsi  con le  istituzioni  e con gli eletti del territorio,  i quali,  come al solito,  hanno brillato per la loro assenza, con l’eccezione del deputato Luca Frusone, Movimento 5 Stelle e dei consiglieri comunali Marco Maddalena di Ferentino e Manuela Maliziola già sindaco di Ceccano.  

Nel susseguirsi degli interventi è emerso il corto circuito fra la sottrazione del reddito da  lavoro da parte del  capitale e il reinvestimento di quest’ultimo nella messa a profitto dei beni comuni. Un sistema che, prima ha impoverito la collettività  sottraendole linfa vitale per la sopravvivenza e poi l’ha ulteriormente vessata imponendo tariffe  abnormi  per l’accesso agli elementi necessari alla vita  come acqua e tutela della salute.  La condivisione delle lotte è stata la via nuova che i partecipanti all’incontro, coordinato dal direttore del quotidiano “l’inchiesta” Stefano  Di Scanno, hanno proposto per uscire dalla crisi sociale ed economica che attanaglia il nostro territorio. 

Non solo, è emerso anche come stia ai movimenti imporre una nuova idea di società basata sulla condivisione, sul mutuo soccorso. Un nuovo modello di sviluppo  sociale che indichi cosa, come e dove produrre, valorizzando le risorse proprie  del territorio rispettando l’ambiente  e la morfologia idrogeologica del territorio stesso. 

Proprio la riaffermazione dei valori della condivisione e della solidarietà sociale è l’elemento più difficile da realizzare. Si tratta infatti di scalfire quel modello culturale ormai radicato, per cui i problemi possano essere risolti singolarmente da  ogni individuo, magari raccomandandosi al politico o al potente di prossimità. Un retaggio imposto dall’idea ormai sedimentata che i diritti siano privilegi.  Il lavoro è un diritto sancito dalla Costituzione italiana e deve essere difeso con le rivendicazioni comuni e non elemosinato all’Assessore o al Senatore. 

Oltre alla proposizione di una piattaforma che prevede, fra l'altro,  il rifinanziamento della legge regionale per il sostegno al reddito di  quei soggetti i quali,  superata l’età di cinquant’anni  si trovano estromessi dal mondo del lavoro, la fuga dalla solitudine e dalla vergogna di non poter lavorare, la riaggregazione   e la messa in comune di obbiettivi e bisogni, è l’altro difficile obbiettivo da raggiungere. 

Ma siamo certi che il percorso intrapreso sia quello giusto. Siamo certi che l’unità nel rivendicare il diritto e non il privilegio alla piena promozione della dignità umana potrà scardinare il giogo fatto di paura e solitudine che oggi impedisce a noi cittadini ciociari di condurre un esistenza decente. 

I video dell'assemblea sono a cura dell'associazione culturale "Oltre l'Occidente"









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