L’assemblea convocata dal movimento “Vertenza frusinate”
martedì 22 settembre presso la sala conferenze della Provincia di Frosinone,
segna un avanzamento decisivo nel percorso di lotta verso la riacquisizione di
un minino di dignità e diritto di cittadinanza per chi risiede nella nostra Provincia.
Come indicato
nell’appello di convocazione dell’assemblea,
il degrado e l’impoverimento, del nostro territorio ha raggiunto livelli
talmente indegni da porre il cittadino ciociaro ben lontano dagli standard
minimi di sopravvivenza. Con un reddito pro capite, per chi lavora, mediamente inferiore
al 30% della pur misera media nazionale e con un tasso di disoccupazione
cresciuto del 106,20% dal 2009, il doppio rispetto al dato regionale che si
attesta al 49%.
In linea con le dinamiche ricorrenti il frutto avvelenato di
questi dati è figlio di un inasprimento della diseguaglianza sociale che anche
nel nostro territorio vede diminuire il
numero dei ricchi, congiuntamente alla proporzionale crescita del loro conto in
banca, ed aumentare il numero dei poveri con la proporzionale crescita del loro
tasso di disperazione.
Il salto di
qualità decisivo nella rivendicazione di
una vita minimamente dignitosa per noi che viviamo in questa Provincia ha imposto un'evoluzione per cui dalla difesa del diritto al lavoro, così
come assicurato dall’art.3 della Costituzione,
si è progrediti verso la lotta per il diritto ad una esistenza umanamente praticabile . Un esistenza che
preveda come incondizionata prerogativa l’accesso al lavoro, ma anche l’usufrutto
delle risorse indispensabili alla vita ,
l’accesso all’acqua e la tutela della
salute.
Non a caso affianco agli ex lavoratori della Videocon, della Marangoni,
dell’Ilva, della Multiservizi di Frosinone, si sono impegnati i comitati in
difesa dell’acqua pubblica e della sanità provinciale. A Gino Rossi, per gli ex lavoratori della
Videocon, Paolo Iafrate protavoce degli ex dipendenti della Multiserizi, si
sono succeduti, nel prendere la parola, Severo Lutrario, del comitato
provinciale acqua pubblica di Frosinone e Francesco Notarcola del coordinamento
provinciale della sanità.
E’ indubbio che la drammatica situazione e le ipotesi
messe in campo per uscire dal degrado sociale fossero oggetto di discussione su
cui confrontarsi con le istituzioni e con gli eletti del territorio, i quali, come al solito, hanno brillato per la loro assenza, con l’eccezione
del deputato Luca Frusone, Movimento 5 Stelle e dei consiglieri comunali Marco
Maddalena di Ferentino e Manuela Maliziola già sindaco di Ceccano.
Nel susseguirsi degli interventi è emerso il
corto circuito fra la sottrazione del reddito da lavoro da parte del capitale e il reinvestimento di quest’ultimo
nella messa a profitto dei beni comuni. Un sistema che, prima ha impoverito la
collettività sottraendole linfa vitale
per la sopravvivenza e poi l’ha ulteriormente vessata imponendo tariffe abnormi per l’accesso agli elementi necessari alla
vita come acqua e tutela della salute. La condivisione delle lotte è stata la via
nuova che i partecipanti all’incontro, coordinato dal direttore del quotidiano “l’inchiesta”
Stefano Di Scanno, hanno proposto per
uscire dalla crisi sociale ed economica che attanaglia il nostro territorio.
Non solo, è emerso anche come stia ai movimenti imporre una nuova idea di
società basata sulla condivisione, sul mutuo soccorso. Un nuovo modello di
sviluppo sociale che indichi cosa, come
e dove produrre, valorizzando le risorse proprie del territorio rispettando l’ambiente e la morfologia idrogeologica del territorio
stesso.
Proprio la riaffermazione dei valori della condivisione e della solidarietà
sociale è l’elemento più difficile da realizzare. Si tratta infatti di scalfire
quel modello culturale ormai radicato, per cui i problemi possano essere risolti
singolarmente da ogni individuo, magari
raccomandandosi al politico o al potente di prossimità. Un retaggio imposto
dall’idea ormai sedimentata che i diritti siano privilegi. Il lavoro è un diritto sancito dalla
Costituzione italiana e deve essere difeso con le rivendicazioni comuni e non
elemosinato all’Assessore o al Senatore.
Oltre alla proposizione di una
piattaforma che prevede, fra l'altro, il rifinanziamento della legge regionale per
il sostegno al reddito di quei soggetti i
quali, superata l’età di cinquant’anni si trovano estromessi dal mondo del lavoro, la
fuga dalla solitudine e dalla vergogna di non poter lavorare, la riaggregazione
e
la messa in comune di obbiettivi e bisogni, è l’altro difficile obbiettivo da
raggiungere.
Ma siamo certi che il percorso intrapreso sia quello giusto. Siamo
certi che l’unità nel rivendicare il diritto e non il privilegio alla piena
promozione della dignità umana potrà scardinare il giogo fatto di paura e
solitudine che oggi impedisce a noi cittadini ciociari di condurre un esistenza
decente.
I video dell'assemblea sono a cura dell'associazione culturale "Oltre l'Occidente"
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