'Stavolta
'Stavolta certo non si
tratta di ''antifascismo postumo'', celebrativo – quello che abbiamo criticato
negli anni '70 (naturalmente, non tirandoci mai indietro – anzi, al contrario !
– rispetto all'essere ''in prima fila'' contro il presentarsi di fascismo
concreto, possibilmente, per i nostri gusti, quando neofascisti post-fascismo
come regime si presentavano come mazzieri, teppa servo/padronale, ''briseurs de
grêve'', sbirraglia che attaccava picchetti, facoltà o case occupate, e così
via).
'Stavolta, non è l'antifascismo addomesticato, interclassista, acritico nei
confronti dellle forme presenti, in corso, di dispotismo, utilitarismo ''spremi
e getta'', libidine di comando, violenza legale : quello, per render l'idea con
un'immagine al volo, dei palchi del 25 Aprile, o dell'anniversario di piazzale
Loreto, con gli esponenti dell' « arco costituzionale », del «Comitato di
difesa dell'ordine repubblicano », dell'orgia di tricolori e dei toni da
regime, che avevano ispirato a Dario Fo il lungo titolo di una pièce « Tutti
uniti, tutt'insieme ! ...Ma scusa, quello non è il padrone ? ».
'Stavolta non si tratta neanche di quella versione magari anche generosa, ma
fantasmatica e auto-incantatoria, che era la variante dell' «antifascismo
militante » caro al grosso della sinistra extraparlamentare. Antifascismo
postumo, a base ideologica e identitaria, che risultava assi ostico a noi di
Potere Operaio e ad altre componenti legate alla critica radicale, al comunismo
come movimento, a svariate correnti internazionaliste, autonome, libertarie,
consiliariste, anarchiche, che contestavano la sostanziale subalternità di
fatto a culture e politiche che avevano come sottofondo e presupposto
un'impostazione ''frontista'' e ''nazional-popolare'' (e spesso e volentieri,
''carrista''. / Non c'è il tempo per una digressione, anzi un concatenamento di
digressioni... Per dirla al volo, quella di chi aveva il cuore schierato non
già con gli operai di Berlino '53 che erano insorti contro il socialismo
capitalistico di Stato, ma bensì con quel segretario dell'Unione degli
scrittori della DDR – organizzazione-satellite della Sed, il partito unico al
potere-di-governamentalità, con evidenti 'passerelle' con la Stasi e tutto
quello che rappresentava – che aveva scritto « La classe operaia di Berlino ha
tradito la fiducia che il Partito aveva riposto in essa : ora dovrà lavorare
duro per riguadagnarsela »... Frase che aveva ispirato il prudente ma
acutissimo Bertolt Brecht la battuta « Il popolo non è d'accordo ? Bisogna
nominare [o « eleggere » » – cito a memoria e non ricordo esattamente] un nuovo
popolo.
''Carristi'' (nel lèssico francese, ''campisti'', intesi come schierati col
sistema di Stati e regimi del ''campo socialista''), erano quelli schierati con
''la gloriosa Armata Rossa'' che a Budapest '56 aveva finito per schiacciare
gli insorti, con l' ''avanguardia di massa'' degli operai di Cszepel, e per
impiccare ''comunisti'' concorrenti come Imre Nagy, o comunisti come Pail
Maleter eroe della Resistenza antinazista. Esempî di questo, prima e dopo – da
Kronstdt ad altri numerosi ''comunisticidî'', alla ''controinsurrezione''
contro il movimento di sovversione sociale con epicentro in Catalogna negli
anni 1936 e seguenti, alla vera e propria 'guerra poliziesca' contro anarchici
della CNT e Poum, Partito operaio unificato marxista, di cui memoria in «
Omaggio alla Catalogna » di Orwell e « Tierra y Libertad », film trattone da
Ken Loach... Comunque : il discorso, e anche le connesse 'roventi polemiche', e
anche i passionali ''addoloramenti'' di cui sincaramente mi dispiace, potrebbe
occupare uno sterminato ipertesto. Chi vuole, può anche – ovviamente prendendo
le cose con le molle – cercare nella rete....).
'Stavolta, oggi a Bologna, non è la versione anche generosa, e vissutasi come
sovversiva, rivoluzionaria, delle successive generazioni di « antifascismo
militante » che magari avevano il pregio di non essere legalitarie,
''cittadiniste'', demokrato-interclassiste, compromissorie, & tutto quanto
della serie : ma che però finivano per restare, per deficit di critica
radicale, a cominciare dalla critica dell'ideologia e dei « Valori »,
omologiche e subalterne rispetto ai fondamenti della sistemica di rapporti
sociali, ed anche di tutta una ''antropologia'' […].
Un po' un ''antifascismo cantato'', da epopea e romanza popolare (tanto caro a
tanta sofisticata intellighentzsjia, artisti, « intellettuali organici »,
insomma, « Scrittori e Popolo »...) : compresi brividi e pelle d'oca per
canzoni come « Stalingrado » !
Niente
di tutto questo, oggi. Anzi : la « Bologna rossa » dei Dozza e degli Zangheri
(che nel '77 era con i blindati e duettava col Ministro di polizia, all'epoca
Cossiga, anfitrione il Senatore Pecchioli), oggi è silenziosa se non
compiacente.
In piazza ci sono quelli che in qualche modo sono eredi di noi « untorelli »
del '77 – quelli che, creativi o ''tozzi'', avevano cacciato Luciano Lama
dall'Università di Roma.
A volte la mia critica dell'Antifascismo istituito ha creato malintesi, e anche
turbamenti.
Certo, era rivolta contro la subalternità, la disponibilità ''obiettiva'' ad
esser recuperati, la critica dell'ideologia del Lavoro e pratiche conseguenti,
nonché dello statalismo e dell'ideologia del Progresso, nonché di identitarismi
e ''patriottismi'' di vario genere, e conio.
Ma allora, il movimento aveva il sopravvento, era (come diceva Terracini)
''sulla cresta dell'onda'', e che onda !
Ora, i neo-neo-nazifascistoidi hanno preso molto « passovantaggio ». In
combinazioni varie e diverse, con ultraliberalismo e con populismi d'ogni tipo
[cfr. La prossima Digressione ], costituiscono un'insidia terribile, concreta.
|...] Vorrei essere oggi a Bologna. Poiché non amo gli « armiamoci e partite !
», facili a sconfessioni postume, non aggiungo altro. Salvo che, rispetto anche
alla più ''stralunata'' delle forme di sabotaggio e disordinamento nella città
super-blindata, mi sentirei, e se del caso mi sentirò, assolutamente solidale,
e corresponsabile 'in solido'. Secundum il loro inquisitoriale « Affectio
societatis scelerum ».
Non rileggo, non correggo, eventualmente stanotte o domani, Salud ! , Oreste
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