martedì 3 novembre 2015

Asl Frosinone, la manager Mastrobuono non piace al Partito della Nazione

Luciano Granieri


IL PRESIDENTE IN QUALITÀ DI COMMISSARIO AD ACTA 
(deliberazione del Consiglio dei Ministri del 21 marzo 2013) 
DECRETA 
per i motivi di CUI In premessa che formano parte integrante e sostanziale del presente provvedimento: di prendere atto della valutazione negativa effettuata dall'Organismo indipendente di valutazione della Giunta regionale, allegata al presente provvedimento di cui forma parte integrante e sostanziale, e di non confermare l' incarico conferito con decreto presidenziale T00023 del 30/0112014 di Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale di Frosinone. Di rinviare a successivo Decreto del Presidente, in applicazione dell'Art. 3 bis, comma 6 del D. Lgs. 50211992 e dell' art. 5 del contratto di prestazione d'opera intellettuale sottoscritto, l'adozione delle disposizioni riferite alla risoluzione del contratto del Direttore Generale dell'Azienda Sanitaria Locale di Frosinone, Dott.ssa Isabella Mastrobuono. Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionali dinanzi al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio entro 60 giorni dalla sua pubblicazione, ovvero nc orso straordinario al Presidente della repubblica entro 120 giorni dalla sua pubblicazione. Il presente provvedimento sarà pubblicato sul B.U.R.L. e gli allegati sono conservati presso la Direzione Salute ed Integrazione Socio sanitaria 

Nicola Zingaretti.


Si è arrivati all’epilogo  della telenovela Mastrobuono. Una fine annunciata già in estate ma ora improrogabile  come recita il decreto 515 del commissario ad Acta Zingaretti, di cui abbiamo pubblicato la parte finale. Il verdetto fatale alla Mastrobuono si basa sulla  valutazione dei primi 18 mesi di operato della manager presso la Asl di Frosinone.

 Dopo la bocciatura politica di sindaci e consiglieri regionali,  è arrivata anche quella tecnica. Infatti l’organismo di valutazione indipendente incaricato dalla Regione Lazio di giudicare nel merito l’operato dei direttori generali, ha valutato   insufficiente il management della Mastrobuono, unico negativo  fra tutte le Asl del Lazio . In  realtà tale determina, risultando  da punteggi attribuiti in base al  raggiungimento o meno di diversi obbiettivi - come il conseguimento dei risultati aziendali assegnati, il rispetto delle direttive regionali, le tempistiche dei flussi informativi stabiliti dal nuovo sistema informativo sanitario -  esprime un risultato numerico oggettivo, stabilito fra i 140 e i 200 punti. Al di sotto della soglia dei 140 l’operato del direttore generale è insufficiente. 

Ciò è abbastanza per consentire al commissario ad acta l’interruzione del rapporto con il manager.  Tutto trasparente, ma c’è un piccolo problema.  Non si  evince dal rapporto quali siano le voci deficitarie responsabili del non raggiungimento del punteggio. Cioè non è scritto dove ha mancato la Mastrobuono. Se ciò è ammissibile, ma neanche tanto, per una valutazione politica, non lo è per una valutazione tecnica. 

Fra l'altro  riesce  difficile capire come, anche tecnicamente,  si sia valutato in termini positivi la pianificazione triennale proposta dalla manager attraverso l’atto aziendale 2014/2016, quando già dopo i primi 18  mesi il  suo operato  è stato giudicato insufficiente . Chi fallisce in un arco temporale di soli 18 mesi  difficilmente sarà in grado di  pianificare la sua attività per un periodo più lungo. Delle due l’una. O è stata sbagliata la valutazione sul documento di programmazione triennale, o  è sbagliato il giudizio attuale. 

Oppure, tertium datur, la professoressa Mastrobuono è inadeguata alle caratteristiche del moderno manager , così come concepito  dal partito della nazione. Sarà una mia  impressione ma il modo in  cui la prossima probabile  direttrice dello Spallanzani è stata fatta fuori ricorda le modalità di defenestrazione di Letta e Marino.

 Sia chiaro, il giudizio sull’operato del manager proveniente da Tor Vergata, rimane negativo per noi che all’interno del coordinamento provinciale per la sanità,  da tempi non sospetti, andavamo denunciando le angherie che la professoressa stava affibbiando al  sistema sanitario provinciale. Le  dimissioni della Mastrobuono erano  uno dei dieci punti programmatici che il coordinamento aveva posto all’attenzione della conferenza dei sindaci.  
Personalmente però avevo sempre sostenuto, e sostengo, che non fosse il manager, cioè il braccio esecutivo,  il maggiore dei problemi, ma i mandanti. Come credete agirà il prossimo killer incaricato dalla burocrazia del partito della nazione ad operare presso la nostra Asl,  dentro uno scenario in cui Matteo Renzi, per abbassare  le tasse ai ricchi  depreda  il fondo per la sanità di 5 miliardi? Quali saranno gli obbiettivi del prossimo manager dopo le ulteriori sforbiciate affibbiate dal governo agli esami di prevenzione, analisi e prestazioni diagnostiche?   

Tagliare gli ospedali di Sora e Cassino?  Probabile. Tenere  in piedi tre presidi è molto  dispendioso. E  le 22 assunzioni di medici in deroga?  Non saranno troppe , quale sperpero di denaro pubblico. Troppo primari, troppe unità operative complesse. Privatizzare tutto, regalare completamente il servizio sanitario ai munifici signori delle cliniche e preparare  il terreno per l’accorpamento con la Asl di Latina. Questa sarà la mission. Morto un Mastrobuono se ne fa un’ altro. 

Per questo insisto sul fatto che la lotta all’interno del coordinamento si è concentrata troppo sull’esecutore, tralasciando il mandante. Ammirevole le azioni in difesa dell’ospedale San Benedetto o del Polo oncologico a Sora, o ancora per il Dea di II livello a Frosinone, ma sarebbe stato decisivo, concentrare maggiormente le forze sulla rivendicazione di una sanità pubblica di qualità per tutti,  denunciare  e combattere le mire di profitto dei vari potentati economici sul sistema sanitario pubblico e, infine, prendere di petto direttamente il mandante, cioè il commissario ad acta Zingaretti.  Siamo ancora in tempo, attiviamoci ed evitiamo di sprecare energie  dietro al prossimo boia incaricato dal partito della nazione di giustiziare la sanità ciociara, prendiamocela direttamente con gli stessi  giannizzeri del   partito della nazione, forse ancora non tutto è perduto.


Nessun commento:

Posta un commento