giovedì 19 novembre 2015

Noi non abbiamo paura della bomba

Luciano Granieri


Non abbiate paura! Il Giubileo si  terrà  nonostante gli attentati di Parigi.  L’intera popolazione deve continuare  a frequentare i  cinema, i concerti,  bar,  ristoranti,  e lo  stadio. Smettere di  vivere la propria condizione  sociale negandosi un divertimento, un’occasione di condividere passioni , significherebbe darla vinta ai terroristi”.  Questo è il mantra che giornali, TV e web continuano a ripetere come un disco rotto .  

Sono pienamente d’accordo ma non vedo il problema.  Posto che a mio giudizio il Giubileo non andrebbe celebrato a prescindere - personalmente sono ateo e non mi garba affatto   di essere fiscalmente derubato dei denari necessari ad assicurare il tranquillo soggiorno dei Pellegrini - se avessi le possibilità economiche  per andare più spesso  allo stadio,   a teatro,   al cinema, lo farei  tranquillamente.  

Siamo sicuri che la limitazione alla libertà di aggregazione  derivi dai rodimenti di culo del Daesh,  o non sia interesse di certo potere che basa sull’isolamento, sull’individualizzazione spinta dei cittadini la forza della propria tirannia?  La partita  di calcio Germania-Olanda è stata annullata perché fonti  reputate attendibili dal governo e, presumo, dai servizi segreti, hanno reputato veritiera la notizia, rivelatasi poi falsa,  che un’ambulanza imbottita di tritolo fosse  pronta ad esplodere. Quali  e di che tipo fossero queste fonti non è dato sapere, bisognava fidarsi.  La  gente è rimasta pure contenta di aver perso la serata dietro ad un evento che non si è tenuto convinta  com’era che gli organi preposti avessero  bene  agito per la loro salvaguardia. 

Resta il fatto che la comunicazione dei media è in preda di un’isteria sospetta.  Da un lato si esorta a vivere le proprie passioni e i propri divertimenti per  non darla vinta ai terroristi , dall’altro si profonde paura a piene mani. Si moltiplicano allarmi diramati dall’FBI, da servizi segreti, da fonti d'intelligence  autorevoli, per cui, Roma, Milano  sono a  rischio attentati, così come  Londra, la stessa Parigi e altre città di mezzo mondo. 

La realtà è che impedire l’incontro  fra cittadini, il libero confronto  che può scaturire in tutti i luoghi di aggregazione è una necessità, prima che dei terroristi dell’Isis,  del potere economico e finanziario.  Esso  individua nella libertà di condivisione, insita in qualsiasi elemento della vita sociale,  un pericoloso innesco di ribellione al sistema che rende i ricchi sempre più rari,  e sempre più ricchi, e i poveri  sempre più poveri   e numerosi.  

Se ancora non fosse chiaro, gli attentati di Parigi sono una manna per questi burocrati del regime  finanziario.  E’ dietrologia ? Può darsi   ma  risulta incomprensibile  come dopo le esplosioni e i raid  che hanno devastato Parigi, le immagini dei terroristi (filmati, foto) abbiano cominciato ad invadere l’etere neanche fossero attori di Hollywood. In questi pochi  giorni, da venerdì  scorso, ha avuto più passaggi in TV  Abdelhamid Abaaoud che Antonella Clerici e Carlo Conti messi insieme. Se Abaaoud non fosse stato ucciso ieri  dalla polizia, nella banlieu di San  Denis, mentre stava progettando (vedi il caso) nuovi attentati,  ce lo saremmo ritrovato nel salotto di Vespa.   La vita  di questi signori era così  ben conosciuta?  Perché non è stato impedito loro di compiere le stragi? 

Si  continua a martellare con la diffusione di allarmi continui sui rischi di attentato,   si moltiplicano i possibili obbiettivi sensibili,  anche quelli così  detti “deboli” bar, ristoranti, luoghi di ritrovo. Poi s va  in giro a chiedere alla gente se ha paura?  Ebbene confesso.   Io  ho paura. Non dei kamikaze  ma di altro. Ad esempio stamattina ho temuto che mio figlio arrivasse in ritardo all’università, dopo il solito viaggio nel carro bestiame che conduce i pendolari da Roma a Frosinone, per l’ennesimo allarme bomba  farlocco che ha bloccato la linea A della metropolitana. 

 Il  terrore che impedisce  il normale svolgersi delle relazioni sociali, non è generato da particolari paure per ulteriori attentati, ma dai continui allarmismi che arrivano dagli organi di controllo a cui i media offrono una eccellente e squillante cassa di risonanza.  Penso che la misura sia colma.  Arrivano le bombe dell’Isisi ? Noi ci scansiamo.

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