domenica 20 dicembre 2015

In memoria del vero Padre della Patria

Luciano Granieri

Quest’anno si chiude con una sciagura. Qualche giorno fa, il 15 dicembre, se ne è andato un Padre della Patria, forse l’unico vero Statista che meritasse questo appellativo. E’ un peccato perché quanto la sua saggezza e sapienza avevano predisposto nel “piano di rinascita democratica” sta per concretizzarsi senza che il sommo possa ammirare il compimento dei suoi illuminati auspici . 

Si sta in effetti concludendo l’iter di espropriazione al  Parlamento delle prerogative legislative, per trasferirle completamente all’esecutivo. Il Presidente del Consiglio, sta per essere investito del potere  di poter eleggere i giudici costituzionali e i membri del consiglio superiore della magistratura. Le televisioni e la stampa, pubbliche e private, sono ormai nel pieno suo  controllo. Il conflitto sociale è ormai quasi del tutto disinnescato, grazie all’impegno repressivo delle forze dell’ordine e alla collaborazione   di quelle organizzazioni  sindacali che, mentre fingono di difendere i lavoratori, li vendono al padrone. 

E’ in dirittura d’arrivo il depotenziamento del Senato, così come sancito nel piano di rinascita, anzi si sta realizzando qualcosa di meglio, come la sottrazione ai cittadini  del diritto di eleggere i Senatori.  Il jobs act, con l’introduzione del licenziamento libero,  è una traduzione estremamente evoluta  di quanto il  Sommo Padre della Patria aveva sancito nel suo programma, cioè la drastica riduzione dei salari a fronte dell’aumento della produttività. 

Finalmente si sta procedendo alla neutralizzazione dei nefasti effetti di quella iattura che è la Costituzione Repubblicana. Un incidente di percorso, un’insensatezza che anziani usurpatori del titolo di Padri della Patria, terrorizzati dalle vicende della guerra, necessaria ma ahimè perduta ,  hanno posto sul cammino di  una corretta   gestione del potere.  

Il nostro vero Padre della Patria si è speso in ogni modo, per estirpare il bubbone di un anomalia chiamata  democrazia.  Si è impegnato, con altri coraggiosi camerati, nell’ ordire un colpo di Stato, nel destabilizzare la pace sociale depistando  le indagini sulle stragi di Stato. Si è impegnato con tutte le forze nel coadiuvare la CIA, organizzando una struttura clandestina in Italia atta a scongiurare il pericolo del comunismo. Ha assoldato generali, politici, imprenditori, pezzi deviati delle forze dell’ordine per raggiungere il suo scopo. 

Oggi grazie anche all’impegno di politici del calibro di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, il suo piano di rinascita democratica sta diventando realtà. Onore e gloria dunque al padre della Patria, venerabile Massone Licio Gelli rapito  alla nostra vita da un destino cinico e baro. Siamo tristi, ma ci consoliamo constatando con quale zelo  gli attuai governanti stiano mettendo in pratica i suoi insegnamenti.

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