giovedì 28 gennaio 2016

ANTITRUST: “QUESTE COSE NON SI FANNO!”

Newsletter n° 6 del Comitato Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone


Il gestore non ha fatto le letture periodiche dei contatori?

Non ha tenuto conto delle autoletture comunicate dagli utenti?
Ha, quindi, fatturato sulla base di stime che a volte si sono rivelate errate o eccessivamente elevate? Ha inviato fatture di conguaglio pluriennali di elevata entità?
Non ha rispettato la periodicità di fatturazione, inviando bollette relative a consumi pluriennali di elevato importo?
In caso di perdita occulta nell'impianto impone sui consumatori gran parte dell'onere di pagamento dell'acqua non consumata effettivamente?
Una volta emesse fatture di questo genere, alla scadenza del termine per il pagamento ha avviato immediatamente le procedure di morosità, minacciando il distacco dell'utenza ed arrivando a metterlo in atto?
Nella gestione dei reclami presentati dagli utenti, il comportamento del gestore ha generato gravi inerzie a loro danno sia con la mancata risposta, o con la formulazione di risposte evasive, non pertinenti o non risolutive rispetto all'oggetto di reclamo?
In caso di reclamo, sono mai state sospese cautelativamente le procedure di riscossione e distacco delle utenze?
Se il gestore ha tenuto questo comportamento, per l'Antitrast  “si tratta di condotte connotate non solo da una mancanza di diligenza, ma anche di carattere aggressivo: idonee cioè a determinare nei consumatori un indebito condizionamento; ovvero a ottenere il pagamento di importi non corrispondenti ai consumi effettuati, oppure dovuti ma con modalità e
tempistiche diverse, da parte di un'impresa che opera in regime di monopolio per la fornitura di un bene vitale ed essenziale come l'acqua e che dispone di un'importante leva commerciale come la minaccia di interrompere il servizio. Peraltro tali condotte ostacolano l'esercizio dei diritti contrattuali dei consumatori, condizionandoli attraverso la minaccia del distacco della fornitura in pendenza del reclamo o dell'istanza e costringendoli così al pagamento in forza dell'essenzialità del servizio idrico integrato.”

Sorpresa! L'Antitrust non sta parlando di ACEA ATO 5 S.p.A., ma di ACEA ATO 2 S.p.A., quella che gestisce il servizio nell'ATO 2 di Roma, quella che nelle intenzioni della multiutility dovrebbe incorporare i nostri rubagalline.
L'Antitrust ha sanzionato ACEA ATO 2 S.p.A. per un milione e mezzo di euro ed è in attesa di verificare che la “discola” corregga i propri comportamenti.
Da parte sua la degna sorella maggiore del nostro gestore, che naturalmente ha annunciato che ricorrerà al TAR, tra le altre cose, lamenta che il tutto è riferibile ad un 250 casi … un'inezia rispetto al numero di utenze gestito...


Da parte nostra dobbiamo dire che è dalla primavera del 2008 che denunciamo puntualmente ed esattamente quello che l'Antitrust rileva e non solo, nell'indifferenza complice delle istituzioni e della magistratura che di fatto hanno consentito ad una società privata di angariare e vessare mezzo milione di cittadini.

Sarà nostro compito far giungere all'Antitrust la “notizia” che nell'ATO 5 del Lazio, non qualche centinaio, ma decine di migliaia di casi testimoniano il sistematico e criminale impiego dei comportamenti condannati.

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