sabato 16 gennaio 2016

Inquinamento a Frosinone. Informazione ai cittadini o passerella del sindaco?

Luciano Granieri


Foto di Daniele Riggi
Premessa: Gli assenti hanno sempre torto, e anche il sottoscritto, parziale assente all’incontro informativo sull’inquinamento che affligge il Capoluogo ha inevitabilmente torto. Per altro chiedo scusa alle associazioni che, unitamente al nostro blog, Aut-Frosinone  e all’Osservatorio Peppino Impastato di cui faccio parte, hanno organizzato l’incontro, tenutosi ieri presso il palazzo della Provincia, per la mia mancata partecipazione, o meglio per il prematuro abbandono dell’assemblea. 

In realtà le mie aspettative, sull’evento di ieri riguardavano il rispetto delle finalità e le modalità di svolgimento decisi da tutti noi e riportate nel comunicato  di presentazione. Cioè l’obbiettivo condiviso era quello proposto dall’Associazione medici di Famiglia per l’ambiente di Frosinone, finalizzato ad una  “più ampia informazione, nella Città più inquinata d’Italia,  sui rischi e sulle conseguenze che si ripercuoteranno sulla salute delle persone. E a dare  indicazioni su come difendersi”. 

Entrando, nella sala della Provincia mi sono accorto che all’uditorio non si stavano fornendo le informazioni citate, ma gli astanti  erano  in balia della trionfale passerella del sindaco Nicola Ottaviani.  Il Primo Cittadino, microfono alla mano, provava a conquistare la platea, esaltando i provvedenti da lui emanati in difesa della salute dei cittadini,   gabellando per falsa narrazione, tesa a screditare la città Frosinone, la notizia  che il comune di Ciociaro  sia il più inquinato d’Italia. La faccenda è diventata insostenibile quando il Paladino della nostra salute, citando i dati dell’Arpa, relativi  allo stato dell’inquinamento in anni precedenti 2002-2006, ha svelato lo scoop secondo cui i riscontri  di oggi  mostrano un quadro migliore.  Naturalmente il sindaco non ha sbracato del tutto attribuendosi i meriti dell’aumentata salubrità dell’aria dal 2006 ad oggi, ha semplicemente constatato che ciò probabilmente è il frutto di contingenze  del caso. 

A questa ennesima teatrale  rappresentazione, lo confesso, non ho retto. Il primo impulso è stato quello di protestare, poi per rispetto degli amici co-organizzatori,  con Aut, dell’evento, ho preferito  lasciare la sala. Sono, fra l’altro,  rimasto notevolmente sorpreso dall’inaspettato cambio delle modalità,  rispetto a quanto concordato da tutti noi, sullo svolgimento dell’assemblea. Si  era stabilito, che  sarebbe stata concessa parola   agli amministratori  presenti, (sindaci, assessori, presidenti di enti),  qualora ne avessero fatta richiesta,  solo dopo gli interventi dei relatori e con gli stessi diritti di assemblea dei cittadini che avessero voluto intervenire.  Invece il primo a sproloquiare è stato proprio l’amministratore principe del territorio. 

Qui devo fare ulteriore ammenda. Probabilmente, essendo arrivato in ritardo, non sono stato consultato, come membro di un’associazione (anzi di due) organizzatrice,   sull’opportunità di  cambiare le regole, né sono a conoscenza se vi sia stato  un confronto fra gli organizzatori affinchè ciò avvenisse. Ho il sospetto che un mio rifiuto non avrebbe cambiato la questione. Resta il fatto che ho provato fastidio come redattore di Aut-Frosinone, e come membro dell’Osservatorio Peppino Impastato, nello scoprirmi , mio malgrado, strumento  per l’autoincensamento  del sindaco. Francamente non so se nel prosieguo dei lavori le tesi del primo cittadino siano state confutate, ma reputo sia un punto trascurabile. Ritengo invece che quell’intervento concesso ad Ottaviani in apertura dell’assemblea fosse completamente fuori luogo e fuori dallo spirito divulgativo con cui è stata decisa la manifestazione. 

Cosa ci sarebbe stato da confutare al sindaco? Ad esempio che l’ordinanza 21/2016 con cui si sospendono per sei mesi gli effetti dell’autorizzazione, rilasciata dal  Comune ( DAL COMUNE) e non dagli altri enti (Arpa, Asi, Regione, Provincia)  alla realizzazione dell’impianto per la produzione di energia elettrica da biomasse di Via Mola D’Atri a Frosinone, è la classica pezza peggiore del buco. Le ragioni adottate per il provvedimento riguardano le procedure sulla necessita,  o meno, della valutazione d’impatto ambientale per tali impianti. La risposta potrebbe arrivare dal TAR della Marche che sta valutando un analogo caso sollevato dal Comune di Macerata. Se fra sei mesi il Tar delibererà che le procedure  Via sono applicabili all’impianto di Frosinone? Se la ditta Società Bioenergia Srl, qualora ricorresse anch’essa al Tar  vincesse il contenzioso? E poi cosa è cambiato dal 18 dicembre 2015, data dell’autorizzazione da parte del Comune alla realizzazione dell’impianto di cogestione delle biomasse, al 15 gennaio 2016 data dell’ordinanza di rinvio? Quali le cause di questo tardivo ripensamento? La volontà di calmare la popolazione fino a quando fra sei mesi, l’oblio cittadino e magari un leggero miglioramento della situazione ambientale,  darà via libera alla costruzione dell’inceneritore senza provocare  tanti casini?

Vorrei solo ricordare al sindaco e a tutti noi, che nel rispetto del decreto legislativo 155/2012 il quale prevede l’obbligo da parte dei sindaci di “ "mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove buona e migliorarla negli altri casi"   quella autorizzazione non doveva mai  essere rilasciata, altro che rinvio di sei mesi.  Siamo all’inizio dell’ennesima battaglia che ci vede impegnati  per la salvaguardia della nostra salute e della nostra dignità. Mi sembra però che stiamo precorrendo le stesse strade che hanno prodotto  brucianti sconfitte, (sanità docet). Errare è umano, ma perseverare è diabolico.

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