martedì 9 febbraio 2016

A proposito di unioni civili due

Libero amore

“Ecco il nodo gordiano della questione; ecco lo scoglio terribile contro il quale vanno ad infrangersi le utopistiche teorie del vostro ideale anarchico”. Così dicono i sapientoni della morale  clerico-borghese; cos’ ragionano gli avversari ed i nemici nostri quando entriamo a parlare del libero amore.
E quindi –queste arche di scienza- aggiungono in tono di trionfo:” Non vi bastava predicare la comunione dei beni naturali, l’abolizione della proprietà privata; ora ci venite anche a predicare la messa in comune  della donna e l’abolizione del matrimonio. Voi volete togliere alla donna quella certa protezione che scaturisce dal sacro vincolo legale che la chiesa e lo Stato impongono; voi col vostro tanto decantato libero amore  volete renderla  vittima dei capricci del primo birbante che le capiti, fino a sottoporla all’obbrobrioso  sistema del libero scambio, come se si trattasse di un gingillo qualunque!”.
Adagio Biagio, rispondiamo noi. Queste che voi dite son frottole. Che c’entra la proprietà privata, la comunione dei beni  ed il sistema del libero scambio nella questione del libero amore?  Che significa tutto questo ginepraio di parole col quale voi tentate di travisare il concetto vero della funzione sociale della famiglia dell’avvenire?
No, non è cotesto il nostro libero amore; no,  non è così che noi intendiamo la libera unione dell’uomo  e della donna, come veramente dovrà essere in una  società basata sull’uguaglianza  e sulla fratellanza.
Il  libero amore preconizzato dagli anarchici è quel sublime sentimento naturale e umano che spinge i due sessi  ad unirsi senza chiedere il permesso nè al curato, né al sindaco;  poiché quattro parole biascicate  da un uomo tonsurato o da un altro cinto dalla sciarpa non accrescono pregio al loro amore e né tampoco lo rendono imperituro.
Viceversa  il matrimonio mentre pone l’uomo in una condizione privilegiata rispetto a quella della donna, lascia che questa nella mani del suo tiranno diventi un oggetto di trastullo, uno strumento di piacere  e niente altro.
Ogni tentativo di ribellione di questa martire è subito represso dalla legge che in nome di dio e di una moralità barocca e vessatoria la richiama all’ordine, al rispetto all’obbedienza verso il suo padrone.
E non ci venga a dire che la legge è uguale per tutti, e che quindi come il marito può far punire la moglie adultera, così la moglie può a sua volta far punire il marito quando riesca a provare la sua infedeltà.
Innanzitutto noi diciamo che non sappiamo che farcene della legge e della conseguente punizione poichè né l’una né l’altra potrebbero indurre ad amare una persona chi per essa non sente né simpatia , né affezione alcuna;  del resto la donna tradita , offesa nel suo amore, che soddisfazione avrebbe a mandare in prigione il marito adultero? Essa oltre alle beffe del pubblico, ne risentirebbe un danno personale, cioè la mancanza del sostegno alla famiglia, dimodochè tanto lei che i suoi figlioli, se ne avrà, saranno condannati a stare senza pane e senza tetto per tutto il tempo che suo marito starà in prigione a fare ammenda del proprio fallo ed a meditare sulla filosofia del matrimonio.
La legge, dunque oltre ad essere vana è anche ridicola, e ben lo sanno coloro che sfortunatamente sono caduti nei suoi trabocchetti.
Ma di grazia, qual è la protezione che essa esercita sulla donna? Quale garanzia offrono alla giovane sposa il curato ed il sindaco, dinanzi ai quali i due coniugi vanno a dichiarare il loro amore?.
E’ infinito il numero delle spose abbandonate dai loro mariti, fuggiti con altre amanti in terre lontane ove la legge nulla può contro di loro. Ebbene, che cosa fanno per queste disgraziate la legge, il curato ed il sindaco? Forse provvedono assicurando loro un posto nel banchetto della vita? Forse provvedono reintegrandole nei loro diritti? Nemmeno per sogno!
Per queste povere tradite non vi è altra prospettiva che il postribolo turpe e crudele.
Non è affatto vero che noi anarchici vogliamo mettere in comune  anche le donne. Questa è una affermazione stupida quanto bugiarda dei cosiddetti ben pensanti , di coloro che vogliono conservare intatto questo infame ordinamento onde meglio dar sfogo alla loro morbosa libidine, al loro brutale istinto di veri animali irragionevoli!
Se esistesse il libero amore, come farebbero costoro a comprare il fiore della verginità delle figlie del popolo  costrette dalla fame a vendere il loro onore ad un vecchio danaroso o ad un satiriaco cui non bastano né la moglie, né le concubine da lui profumatamente mantenute?
Altro che comunismo; qui si tratta di un vero monopolio muliebre contro cui noi insorgiamo in nome della libertà della donna, condannata a portare sulle spalle la croce del pregiudizio, sotto la quale spesso cade affranta e completamente abbattuta!
Il libero amore non ha nulla a che vedere con il libero scambio di cui parlano tanto gratuitamente in microcefali sostenitori di questa decrepita baracca borghese; il libero amore tende a mettere l’uomo e la donna nelle condizioni di scegliere liberamente la loro  unione qualora uno dei due amanti non sent più simpatia , più affetto, più trasporto verso l’altro.
Il  libero amore non significa che la donna debba darsi a questo o a quello, ma che essa debba convivere insieme all’oggetto amato fino a che per esso senta amore; libera di andarsene  se questo amore non troverà più posto ne suo cuore.  “Ma – soggiungono nuovamente i nostri contraddittori – e come farete voi ad evitare quei delitto passionali che sono la conseguenza di amori non corrisposti? Come farete a svellere dal cuore umano quella violenta e innata passione che ha nome gelosia?”  Noi eviteremo, per quanto sarà possibile, gli uni  e svelleremo l’altra educando le masse alla scuola della libertà. Sicuro; solo una vera educazione libertaria potrà far si che certi delitti e certe passioni scompaiano del tutto.
Un individuo, per esempio, geloso della propria libertà  perché dovrebbe ledere la libertà di un altro individuo? Nel rispetto delle altrui libertà trova sanzione e rispetto la propria libertà; per cui una persona che ama non ha il diritto di pretendere che un’altra persona contraccambi quell’amore suo malgrado. L’uomo quando non sente più amore per la donna, anche oggi in omaggio sempre al matrimonio, l’abbandona senza tanti preamboli.
Così farà nella società futura, senza arrecarle tutto quel danno che oggi le arreca. Se l’uomo dunque riconosce  in lui questo diritto, perché non deve riconoscerlo nella donna?
Col libero amore la donna diverrà più buona, più leale, più veritiera, più sincera; essa non sarà costretta a mentire il suo amore, essa non sarà spinta all’adulterio, essa non ingannerà  più il compagno che con lei convive, perché godendo degli stessi diritti economici e sociali cui gode l’uomo, ella si troverà  in condizioni di trattare d pari a pari.
Col libero amore essendo abolito il matrimonio, non assisteremo più all’immorale unione fra un vecchio cadente ed una giovane di appena  sedici anni sacrificata dai propri genitori, avidi di oro  e di onori, ad un uomo che non potrà giammai farla felice, e quindi se lei non sarà insensibili agli stimoli della natura dovrà inevitabilmente tradirlo.
Emancipata da ogni tirannia libera da ogni vincolo convenzionale , scevra di superstizioni e di pregiudizi , la donna sarà davvero la fida compagna dell’uomo, l’angelo che presiederà alla tranquillità , alla pace e all’armonia della nuova famiglia umana che dovrà sorgere sulle ruine di  questa società falsa la cui esistenza costituisce un perenne ostacolo  allo sviluppo del progresso e della civiltà!
Oh! Allora, lo credano i nostri detrattori,  i drammi del matrimonio, le selvagge tragedie coniugali saranno evitate, e la gelosia di cui essi temono sarà riguardata come un caso patologico del passato, da sottoporre alla cura radicale di una educazione basata sulla morale anarchica, la quale insegna  agli uomini il risptto e la difesa reciproca del proprio diritto della propria libertà.

Aristide Ceccarelli.

Tratto da: “L’anarchia volgarizzata”
Prima edizione:  Roma 1910

Seconda edizione: Ceccano 2016.

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