lunedì 29 febbraio 2016

I cittadini in campo per salvare la Costituzione

Comitato per il No nel referendum costituzionale ex art. 138 Cost.

sulle modifiche previste dalla legge Renzi- Boschi


Il Consiglio direttivo del Comitato per il NO riunito il 25 febbraio ha deciso di depositare il quesito per l’effettuazione del referendum sulle modifiche della Costituzione appena il testo sarà definitivamente approvato, probabilmente a metà aprile, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Inoltre il consiglio direttivo ha deciso di avviare immediatamente dopo il deposito del quesito referendario la raccolta delle firme a sostegno della richiesta per arrivare almeno alle 500.000 previste. In questo modo, oltre ai parlamentari che si sono impegnati a promuovere il referendum, saranno in campo anche i cittadini, che – dopo la consegna delle firme - potranno finalmente far sentire la loro voce.
Anche se con una limitata sfasatura temporale questa raccolta delle firme si riunirà in questo modo a quella contro l’Italicum che partirà all’inizio di aprile sui due quesiti depositati da tempo contro il premio di maggioranza e il ballottaggio e per garantire l’elettività effettiva di tutti i deputati.
Il Consiglio direttivo fa appello a tutti i cittadini perché appoggino pienamente queste iniziative referendarie che hanno l’obiettivo di bloccare il tentativo di consentire ad un unico partito, col consenso di una minoranza di elettori, di conquistare comunque una spropositata maggioranza alla Camera dei deputati, che secondo questo disegno resterebbe l’unico vero ramo decisionale del Parlamento, in quanto il Senato verrebbe ridotto ad una camera di serie B, nonostante gli siano
contraddittoriamente (ma astutamente) confermate la funzione legislativa in importanti materie e, addirittura, la funzione di revisione costituzionale.
L’insieme dei risultati di queste pretese riforme della Costituzione e della legge elettorale cambiano la sostanza della nostra Repubblica, fondata sulla centralità del Parlamento e avviano un processo che punta alla instaurazione di una sorta di premierato assoluto. Senza più contro-poteri esterni (il Senato) né effettivi contropoteri interni alla Camera dei deputati, e quindi capace di imporre – senza mediazioni parlamentari - le scelte politiche ai cittadini, ridotti a votare ogni 5 anni senza più la possibilità di farsi sentire efficacemente per il tramite dei partiti presenti in Parlamento. 
Del resto se settori importanti della società (lavoro, scuola, ambiente) stanno pensando di promuovere referendum abrogativi di leggi approvate da questo governo  per ridare la parola ai cittadini che non sono più rappresentati, vuol dire che occorre bloccare questa deriva prima che non sia più modificabile, come avverrebbe se questa legge elettorale dovesse essere applicata con l’entrata in vigore delle modifiche della Costituzione.
Questa è la ragione che ha portato il Comitato per il No alle riforme costituzionali e il Comitato contro l’Italicum a decidere di avviare la raccolta delle firme per arrivare ai referendum, sia sulle norme di modifica della Costituzione, sia per abrogare due norme fondamentali della legge elettorale.
Salvare la Costituzione, impedire che continui la deriva delle leggi ipermaggioritarie che finiscono con il negare in radice la possibilità di partecipare dei cittadini sono due aspetti strettamente legati insieme e contro questa deriva occorre mobilitarsi per raccogliere le firme da aprile a giugno e poi per fare prevalere il No nel referendum costituzionale.

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