Se al Governo Renzi si può attribuire un’eccellenza, questa
riguarda la sua straordinaria capacità di tutelare gli interessi delle multinazionali e delle lobby finanziarie. Del resto lo stesso Segretario - Presidente
è stato messo su quella poltrona proprio per adempiere a questo compito.
Nessuno meglio di lui ci sta riuscendo. Neanche Berlusconi, il quale non fu in
grado di smembrare il contratto
nazionale del lavoro, né sancire la
sudditanza della scuola pubblica agli
interessi privati con buona pace dell’art.
33 della Costituzione.
Mentre sui giornaloni e sui media si cianciava d’altro,
il Governo, zitto zitto, tramite decreto, senza discussione parlamentare, ha determinato la spartizione del servizio
idrico, nel territorio nazionale, a favore di multiutility
quotate in borsa come Acea, A2A, Hera, Iren, con la conseguenza di imporre ai cittadini tariffe altissime necessarie
a rimpinguare i dividendi di azionisti e
manager, sconfessando il principio costituzionale, ribadito dal referendum, secondo
cui i servizi necessari allo sviluppo della persona umana,come l’erogazione dell’acqua, non possono essere messi a profitto.
Ugualmente
è stato fatto per le centrali a biomasse,
generose dispensatrici di polveri sottili, anidride carbonica ed altri inquinanti, per la cui installazione non sono più necessari iter di compatibilità ambientale troppo stringenti. Non si può ignorare che dietro al business degli inceneritori
operano multinazionali come Gdf Suez, per fare solo un nome. Né si può ignorare che proprio nella città più
inquinata d’Italia, cioè Frosinone, sta per essere impiantate una stufa del genere
con il suo carico di veleni.
E ancora,
nella legge di stabilità, è stata inserita la norma che consente alle industrie
petrolifere che già stanno estraendo combustibile
fossile entro le 12 miglia marine dalla costa , di continuare la propria
attività anche dopo la scadenza della concessione governativa, inserita nella
legge precedente. Dunque secondo questa nuova norma si potrà continuare ad
estrarre gas e petrolio per un tempo illimitato con conseguenze disastrose per
l’ecosistema marino.
Tutto ciò, ribadisco, è stato deciso, sopra la testa dei cittadini,
disprezzando le prerogative legislative del Parlamento. Se le modalità di approvazione di questi
dannosi provvedimenti per la cittadinanza, si sono svolte attraverso
forzature e abusi sull’iter legislativo,
con il nuovo Senato il cui referendum confermativo si terrà a ottobre, ed il concorso della legge elettorale già approvata
, provvedimenti simili potranno essere licenziati in tutta legalità. Infatti, l’abuso
della prerogativa di legislazione in capo al Governo, in luogo del Parlamento, e
l’approvazione per decreto delle leggi verrà totalmente legalizzato.
E’ dunque necessario che i cittadini si riprendano il diritto di esprimersi sui
furti che hanno subito e stanno per subire: furto di democrazia, di salute, di
dignità. Il mezzo è ancora una volta quello referendario. E’ quindi necessario
bocciare attraverso il referendum la riforma del Senato, così come è
fondamentale indire il referendum per l’abrogazione dell’Italicum, che insieme
alla nuova conformazione della Camera Alta, scippa al popolo la propria
sovranità. E’ inoltre salutare richiedere tornate referendarie per l’abolizione del Jobs Act e
della buona scuola. Occorre cioè che i cittadini cancellino tutte quegli obbrobri che una classe governativa arrogante e serva del potere economico finanziario
sta imponendo alla comunità.
Ma la stagione referendaria comincia subito , dal
17 aprile. C’è infatti da abrogare la legge che consente le estrazioni
petrolifere in mare sino a quando i fondali e l’ecosistema marino non saranno completamente distrutti. Bisogna dire SI all’abrogazione di questa legge, per dire SI
al diritto dei cittadini di godere del proprio mare, per dire SI alla
riaffermazione degli interessi della collettività contro gli interessi delle
multinazionali del gas e del petrolio,
per dire SI ad una economia finalmente decarbonizzata.
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