Dopo ogni delusione elettorale, partono le invettive contro
il popolo bue. Si mette in risalto l’ignoranza
e l’indolenza di una collettività che quando vota, o decide di astenersi, lo fa mossa dalla pigrizia e dal sussiego al potente di
turno, a quello che strilla di più e promette mirabilie.
E’ accaduto anche a seguito dal non raggiungimento del quorum al referendum contro le trivelle. Ma siamo
proprio sicuri che sia realmente così? Proviamo a chiederci se certi
comportamenti siano veramente frutto del "voto di scambio”, del disinteresse,
oppure scaturiscano da una scelta precisa e consapevole. Molto probabilmente
i Berlusconi, i Renzi piacciono agli italiani. Il loro
comportamento li rassicura, li tranquillizza, anzi suscita ammirazione ed
invidia.
Evidentemente il modo in cui questi leader e le loro corti asservite si pongono davanti alla gente è molto
convincente. Sapere che qualcuno ti toglie dall’imbarazzo di dover
scegliere e, quando la scelta s’impone (come
per i referendum), sempre questo qualcuno ti invita a lasciar perdere,
giustificando l’astensione, è rassicurante. Ognuno va avanti per la propria
strada, tanto al governo del Paese c’è chi ci pensa. E’ molto meno gravoso esercitare il
proprio diritto democratico assegnando ad una persone lo scettro del comando,
piuttosto che stare li a discutere, quali provvedimenti il designato dovrebbe,
o non dovrebbe, adottare.
A pensarci bene, se non fosse stato per la tragedia
della seconda guerra mondiale, Mussolini avrebbe monumenti in ogni angolo del Paese.
La Costituzione è stata sempre vista come un impedimento, sin dal mese dopo la
sua promulgazione, perché promuove la
partecipazione alla vita politica dei cittadini, e ne assicura accesso pieno ai diritti, faccende
maledettamente faticose da trattare e mettere in pratica.
Questo atteggiamento
ha la massima espressione nella nostra Provincia dove sindaci, i presidenti di Regione sono investiti dal popolo senza che questo si ponga il
problema su come intendano governare. Non è un caso che in Ciociaria, ed in particolare nel Capoluogo, si sia rilevato un tasso di astensione fra i più
elevati, la prima nel Lazio in questa classifica non certo onorevole. Del resto
nelle graduatorie del disonore il nostro territorio primeggia abbastanza
diffusamente.
Allora se questa è l’analisi, la debacle delle sortite elettorali
non è colpa del popolo ma investe la capacità di chi non riesce ad entrare in
sintonia con il popolo stesso nel proporre soluzioni diverse. Ciò che si fa
fatica a spiegare è che se la bolletta dell’acqua è troppo alta non è colpa di Acea che fa i proprio interessi,
ma di colui che abbiamo investito imperatore , il
quale consente alla multi-utility di
disporre del portafoglio dei cittadini
anche quando questo è vuoto.
Se la disoccupazione è elevatissima, in Ciociaria
135.000 presone sono a spasso, non è
colpa della crisi, ma di quelli a cui abbiamo delegato il comando. Coloro i quali emettono provvedimenti per cui , con l’obbiettivo finto di incentivare l’occupazione, ingrassano le solite multinazionali. Se un oleodotto si spacca come accaduto a Genova
e il petrolio compie veri e propri disastri ambientali, non è colpa del destino
cinico e baro, ma del rassicurante dominus, che per favorire gli interessi dei
petrolieri, infesta il mare e i corsi d’acqua di pericolosi impianti di
trivellazione.
Manca dunque la capacità di suscitare ragionamenti che
pongano in connessione le conseguenze di
una sciagura per la collettività direttamente con le decisioni dell’investito dal popolo. E’ difficile incanalare le questioni su questa
strada perché l’azione dei media, asserviti a chi comanda pone non pochi ostacoli. Ma è necessario
provarci, perché altrimenti la colpa sarà sempre nostra,
di coloro cioè che vorrebbero cambiare
le cose, non del popolo bue, che tanto
bue non è. Ciò dovremo ricordarlo soprattutto ora che ci stiamo impegnando nella battaglia referendaria sulle questioni istituzionali e sociali.
Nessun commento:
Posta un commento