giovedì 2 giugno 2016

ERAN TRECENTO

Severo Lutrario


Venerdì 27 trecento cittadini, bruciando le fatture di ACEA ATO 5 S.p.A. hanno rivendicato di essere parte di quel popolo sovrano che nel 2011 ha deciso che i servizi pubblici non debbano finire nella mani degli speculatori privati e che sull'acqua nessuno debba fare profitto.
Trecento cittadini hanno intimato al governo Renzi ed al ministro Madia, governo non eletto da nessun cittadino e che si regge grazie ai voltagabbana di un Parlamento di nominati, di rispettare la volontà dei cittadini.
Gli altri, salvaguardati ovviamente chi non lo sapeva, chi veramente non ha potuto – e sappiamo che sono in tanti -,
gli altri,
i sudditi,
quelli per i quali “tanto non cambia nulla”,
“alla fine decidono comunque loro”,
“è tutto inutile”;
quelli che “serve ben altro”,
“bisogna cacciare tutti i politici” (magari dimenticando che sono loro che li hanno votati),
“altro che falò, qui ci vuole la rivoluzione!”,
“i francesi, loro sì, che sono seri! (ma intanto io c'ho famiglia)”;
quelli che continuano a blaterare di risoluzione del contratto facendo finta che fuori dall'uscio della propria casa non stia succedendo nulla;
gli altri,
i servi che sono usi ubbidir pagando;
non c'erano.
Eran trecento
con più di qualche giovane e decisamente vivi.
La Ciociaria, se a Roma non lo ricordano, è terra di briganti.
Chi cancella i diritti e ci vuole alla catena di qualunque ACEA del Paese se ne dovrà fare una ragione.
Se ci tolgono l'acqua ce la riprenderemo.
Se ci tolgono i diritti avranno un'orma di ciocia stampata sul culo.
In occasione del quinto anniversario dei referendum, dopo il messaggio mandato da lontano il 27, sarà il caso di portare a questi signori un altro messaggio, ma questa volta di persona.
Dovremo essere a Roma a chiarire a questi signori che il popolo sovrano non accetta e riconosce usurpatori.
IL TESTO UNICO SUI SERVIZI PUBBLICI LOCALI A RILEVANZA ECONOMICO GENERALE DEVE ESSERE RITIRATO
LA LEGGE SULLA GESTIONE PUBBLICA DELL'ACQUA DEVE ESSERE REINTEGRATA
Nei prossimi giorni si deciderà il da farsi, ma non lasceremo nulla di intentato per impedire che il governo Renzi ed il ministro Madia portino a compimento il loro disegno.
Comunque vadano le cose, non s'illudano i signori che noi si cada nel gioco della violenza.
Alla violenza quotidiana dell'estorsore monopolista risponderemo con l'intelligenza e la fantasia.
Alla violenza di uno Stato al servizio dei potentati economici risponderemo con la determinazione e l'ironia.
E se verranno a incarcerarci, anche dal fondo di una cella noi resteremo donne e uomini liberi, mentre chi resta fuori avrà solo la libertà vigilata del servo.
Ma intanto tutti possiamo cominciare a fare qualcosa.
Quello che ognuno oggi può fare è divenire “renitente”.
Con il decreto Madia stanno creando una sorta di leva obbligatoria che impone a tutti i cittadini di divenire clienti delle ACEE che s'impossesseranno dei servizi pubblici.
Non rispondiamo alla cartolina precetto.
L'affare per i potentati economico-finanziari sta in un mercato sicuro, senza rischi di caduta della domanda, con tariffe costruite a tavolino per garantire loro profitti certi e con i rischi di impresa scaricati sugli utenti.
Tagliamo l'acqua dal pozzo dei loro portafogli e faremo loro veramente male.
Severo
un malfattore

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