domenica 19 giugno 2016

Il Pd di Renzi vince la partita a Traversone di Roma e Torino

Luciano Granieri





Fortunatamente non sono nato  né laziale, né juventino, né fascista, né piddino.  Ma se rientrassi nella schiera di quest’ultima categoria sarei un po’ incazzato con il mio segretario. La questione è la seguente: E’ normale che un segretario di partito, si adoperi, grazie anche all’autorità che gli deriva da essere contemporaneamente Presidente del Consiglio, per defenestrare un proprio sindaco  che sta al governo della Capitale,   andare a nuove elezioni, ed esporre la formazione che presiede ad  una scoppola elettorale  mai vista, perdendo il governo della Città?  

Tradotto: Ignazio Marino, mi pare fosse del Pd.   Matteo Renzi  è  segretario del Pd, cioè lo stesso partito di Marino. E’  normale che il segretario Matteo Renzi, prima provi a delegittimare il proprio sindaco, infettando la giunta da guastatori implacabili, e pittoreschi, poi ordini ai suoi consiglieri di certificare dal notaio, senza il coraggio di proporre un voto di sfiducia al Primo Cittadino  in aula, la caduta di Ingazio Marino,  quindi  mandare il suo nuovo candidato,  Giachetti, ritenuto evidentemente più capace del chirurgo sindaco, al macello elettorale? 

Ve  li ricordati gli sgherri  di Renzi in missione anti Marino? Vi ricordate  di un certo Stefano Esposito, senatore della Repubblica del Pd torinese e juventino incallito, inviato da Renzi a fare l’assessore guastatore ai trasporti nella giunta Marino? Uno che  da Assessore a  Roma, informò la comunità   di aver spesso proferito la frase “Roma merda”  durante le partite di calcio perché da acceso juventino  odiava i giallorossi. Un personaggio che bestemmiava in aula, e viaggiava in incognito sui bus per controllare gli autisti, senza capire  che avrebbe dovuto frequentare gli uffici di Atac, e stanare i raccomandati assunti come autisti e poi dirottati dietro la scrivania.  Con uno ietattore simile, torinese juventino, eletto senatore a Torino, e inviato assessore a Roma, la sconfitta sarebbe stata certa. Infatti il Pd ha perso il sindaco non solo a Roma ma anche a Torino.

 Molti obietteranno che la testa di Marino è stata richiesta  dai  Caltagirone,   dai  Cerroni ,dalla lobby dei costruttori a cui l’ex sindaco chirurgo stava calpestando i piedi, e Renzi, particolarmente sensibile ai desiderata dei cosiddetti poteri forti, ha obbedito. Ma qui sta il problema vero. Infatti la seconda parte del piano è fallita clamorosamente. Marino non c’è più, in compenso, grazie alla dabbenaggine del Segretario Presidente, il Primo Cittadino di Roma, anzi la Prima cittadina, sarà  Virginia Raggi del M5S, una che ha annunciato, in campagna elettorale di voler togliere Roma dalle mani dei vari  Caltagirone, Cerroni, Parnasi, Marchini e compagnia cantando.

 I veri padroni della città rischiano di essere caduti dalla padella di Marino nella brace della Raggi. Se fossi iscritto al Pd sarei molto incazzato con il mio segretario. Il problema non sono io che non sono neanche iscritto al Pd, fortunatamente , ma i poteri forti di cui sopra,  che sono molto più incazzati degli iscritti. E temiamo che Renzi  non possa rivolgersi al costruttore, editore,  padrone di Acea ,adirato per la vicenda elettorale,  esclamando  Caltagirone chi? 

Un ultima notazione. Rimembrate  come Berlusconi, qualche era elettorale, fa apostrofò gli elettori del Pd?  Non ve lo ricordate? Pensateci.   Se vi verrà in mente capirete che forse non aveva tutti i torti.  

P.S. Un consiglio a Renzi: Mandi Esposito in giro per le città a fare la campagna elettorale per il SI al referendum costituzionale e  noi che ci stiamo battendo contro lo stravolgimento della Costituzione ci sentiremo in una botte di ferro.

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