mercoledì 29 giugno 2016

Standard di stagione

Luciano Granieri



Cos’è uno standard   nella musica e in particolare nel jazz?  Molti critici  hanno provato a fornirne una descrizione :  Si può, ad esempio, definire standard un brano dalla duratura notorietà popolare che entra stabilmente nel repertorio di un musicista. Oppure  lo standard  è una canzone molto nota, frequentemente eseguita ,  tanto da rimanere nei repertori di musica popolare per  anni. Oppure, e qui ci avviciniamo al tema che più ci interessa,  lo standard è un brano che, essendo proposto  molte volte, entra stabilmente nella memoria musicale generale, tanto da venire suonato  regolarmente in diversi stili   fra cui il jazz. 

E’ notorio come per un jazzista non si butti via niente. Figuriamoci se il mondo del jazz si lasciava scappare l’occasione di improvvisare su scale e giri armonici di musiche popolari  famose . E’ una pratica che risale alle origini della musica afroamericana. Dal New Orleans ,  fino all’era dello Swing, il jazz era fondamentalmente musica da ballo e dunque basata su temi popolari. Anche  dopo, nella frenesia contestatrice dei boppers, molte canzoni note  furono suonate da Bird e soci, ma  con scopi diversi.  Cioè lo standard non era utilizzato per accattivarsi la platea eseguendo un brano conosciuto, ma diventava agnello sacrificale la cui destrutturazione  melodica, operata  dai boppers  serviva ad esibire il rifiuto e il sovvertimento di strutture musicali  preordinate e consolidate, così come preordinato e  consolidato era l’odio razziale dell’american way  of life nel dopo guerra.  Ornithology di Charlie Parker non è altro che la rivoluzione melodica operata su  How High the Moon, un brano introdotto dagli autori di commedie musicali  Alfred Drake e Frances Cumstock nel musical  Two for the shaw andato in scena a Brodway   nel 1940. Pezzo  inciso subito dopo da Benny Goodman e portato al successo da Ella Fitzgerald. 

Notevole, in termini di stravolgimenti armonico-melodici , è l’operazione che John Coltrane, venti anni più tardi eseguirà,   su My Favourite Things, una canzone  molto semplice composta nel 1959 da Richard Rogers e Oscar Hammerstein per il musical di Brodway The sound of music (Tutti insieme appassionatamente). 

Summertime,  Body and Soul, Night and day, Stardust, sono solo alcuni delle migliaia di standards eseguiti  dai jazzisti di tutto il mondo. Anche brani dei Beatles sono divenuti standards eseguiti  da Ella Fitzgerald, Oscar Peterson,  e altri, fino ad una rilettura recentemente proposta dal pianista  Danilo Rea.  Pezzi  di Fabrizio De Andrè sono entrati nel repertorio di  un eccellente  quintetto di jazzisti  italiani, comprendente il sassofonista Stefano Di Battista, il trombettista Fabrizio Bosso,  la pianista Rita Marcotulli, il contrabbassista Giovanni Tommaso e il batterista Roberto Gatto. 

 Irrompe la tanto attesa estate l’estate.  La seconda metà di giugno si è rivelata  calda  afosa, e finalmente i fans della spiaggia possono invadere gli arenili armati di teli da mare,  creme  solari,  pareo, vogliosi, di mostrare, per chi se lo può permettere, i propri scultorei corpi sopravvissuti alla prova costume. Personalmente mi da noia   il martellamento  del sole sulla sabbia,  l’afa, il cicaleggio  della gente sotto l’ombrellone, preferisco decisamente o buttarmi subito in acqua o…immaginare   un mare diverso….

’Azzo c’entra il mare con gli standards? 

C'entra. Odio l’estate, brano composto da Bruno Martino nel 1960, poi intitolato  semplicemente Estate, è entrato come standard  nel repertorio dei più prestigiosi jazzisti mondiali. Probabilmente  mai prima di allora il pezzo  di un musicista italiano era entrato  così diffusamente nella storia del jazz mondiale. Chet Baker, Michel Petrucciani, Bobby Hutcherson, Toot Thielmans,  Joao Gilberto e molti altri , si sono cimentati sui giri armonici  del  brano di Bruno Martino, offrendo delle esecuzioni straordinarie. 

Così,  tanto per scrivere  un post stagionale,  in omaggio all’estate abbiamo realizzato un piccolo video girato sul litorale pontino, impreziosito da una eccellente versione di Estate eseguita da un jazzista  nostrano che più nostrano non si può. Il sassofonista alatrese Mauro Bottini, accompagnato  da Stefano Mincarelli -  Chitarra, Paolo Tombolesi – Pianoforte  -Massimo Moriconi  - Contrabbasso Massimo Manzi – Batteria. 

Buona visione , buona estate 

and good vibrations.

  

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