venerdì 1 luglio 2016

Amministrative in Provincia di Frosinone. Piccoli segnali di rivolta popolare

Luciano Granieri


La piattaforma Cioceconlealiweb TV, nuovo soggetto  sperimentale informativo a cui partecipano, per ora,  il sito 1&3, il blog Aut-Frosinone, e l’associazione culturale Oltre l’Occidente, ha organizzato una serie di incontri su società,  politica locale, nazionale ed internazionale,  che va sotto il nome  de “L’informazione non va in vacanza” Il primo appuntamento,  svoltosi martedì 28 giugno presso l’associazione culturale Oltre l’Occidente  ha raccolto le impressioni di tre esponenti aderenti a formazioni che hanno partecipato alle recenti elezioni amministrative nella nostra Provincia, ottenendo risultati lusinghieri. 

Nell’ambito dell’incontro intitolato “La politica dell’anti politica”  Fabrizio Pintori, candidato del Movimento 5 Stelle a Sora,  Tarcisio Tarquini candidato ad Alatri, per la  lista civica, “Alatri in Comune”  e Vincenzo Durante, consigliere uscente a Cassino, presentatosi a questa nuova tornata con la civica “Riscossa popolare” , hanno raccontato la loro campagna elettorale, descrivendo  le difficoltà e le chiusure  che le formazioni diverse dall’ortodossia post democristiana imperante nella nostra Provincia,  incontrano nell’agone per le poltrone amministrative.  

Ciò che ha suscitato il nostro interesse è  stato l’inaspettato  scenario  per cui nell’ingessata politica ciociara, Pintori, M5S, Tarquini,  Alatri in Comune , hanno ottenuto la poltrona di consigliere, evento capitato anche a Vincenzo Durante a Cassino nella precedente consiliatura  grazie alla ventata arancione che 5 anni  fa promosse sindaci come Pisapia a Milano, De Magistris a Napoli e l’ormai ex arancione, conformatosi alle dinamiche elettorali mainstream , Giuseppe Golini Petrarcone  nella Città  Martire. 

Dunque c’è vita oltre l’impastoiato tran tran elettorale della nostra Provincia? Sembra di si. Giova ricordare che nel territorio il concetto di comitati elettorali è stato ampiamente superato. Non c’è mai stata una vera contrapposizione partitica se non come mero gioco delle parti. La realtà  è che oggi a dettare legge sono sostanzialmente tre soggetti: Francesco De Angelis, presidente Asi  piddino ortodosso, Francesco Scalia, Senatore della Repubblica  piddino democristiano, Mario Abruzzese Consigliere Regionale , variamente allocato nell’area del centro destra. Sono loro a manovrare candidature, a decidere presidenze di organi intermedi, a scontrarsi come acerrimi nemici, ma anche a riallearsi quando serve. 

Il modello del “tutti insieme appassionatamente”  sancito dalle  elezione di II livello per gli scranni Provinciali è  dinamica forte ed inossidabile che governa il territorio con  risultati che sono sotto gli occhi di tutti.  Nelle nostre città, la disoccupazione conta 135mila persone a fronte di 540mila abitanti. La sanità pubblica è allo sfascio, Acea impone riscossioni di pizzo mascherate da bollette, i ras della monnezza dispongono di un territorio vergine dove piazzare i loro impianti di morte.  Povertà ed inquinamento sono dilaganti. La situazione è ormai ad uno stato comatoso tale, che qualcuno ha cominciato a intuire  la portata della  devastazione imposta dal mefitico clientelismo storicamente incistato nella nostra Provincia. 

 Una consapevolezza  che ha determinato il successo  di  liste civiche vere, non paraventi messi insieme dai vari  Scalia, De Angelis, Abruzzese di turno, e l’imposizione del  M5S, che in molte altre parti d’Italia, meno sorde al cambiamento,  e a livello nazionale è  ormai il primo partito. Un piccolo bagliore  che comincia a fendere il buio assoluto. E’ un segnale ancora debole ma indicativo che va sostenuto e alimentato. 

Ormai le realtà locali, e i Comuni  posseggono la gran parte della ricchezza sociale del Paese, in termini di territorio, patrimonio e servizi pubblici locali. Una ricchezza quantificata da Deutsche Bank in 571 miliardi. Una miniera d’oro di proprietà della collettività, verso  cui le multinazionali e le lobby finanziarie private stanno concentrando le loro mire predatorie. A fronte di un’economia reale che langue, a fronte dei rischi che la speculazione finanziaria comporta, il patrimonio pubblico delle città e i servizi correlati diventano un affare  sicuro da non lasciarsi sfuggire. 

La strategia è chiarissima. Si accusa gli enti locali di dilapidare ingenti capitali in spesa sociale, diventando  i principali colpevoli del debito pubblico italiano. Ciò allo scopo di indurre le amministrazioni a svendere il patrimonio territoriale, a cedere la gestione dei servizi fondamentali  alle lobby private. In realtà i Comuni sono responsabili solo per il  2,1% del debito pubblico italiano, una quota insignificante. Ma la fandonia del   debito,  unita al patto di stabilità che induce le amministrazioni a limitare gli investimenti pubblici, dirottando la cura della città verso  sempre più famelici soggetti privati, è funzionale a fare in modo che anche le ultime ricchezze pubbliche possano essere sottratte alla collettività. 

Al di la delle questioni più specifiche, le buche, il traffico, questa è la partita che i futuri sindaci dovranno giocare. Dovranno scegliere se diventare giudici fallimentari , meri esecutori dei dettami del capitale finanziario, oppure fare politica,  difendere la collettività e porsi come baluardo alla svendita del patrimonio pubblico.  

Il segnale lanciato delle elezioni di Sora è Alatri, unito ad una rinnovata speranza per Cassino, è debole, forse insignificante, ma da li bisogna partire. Cercare nuove aggregazioni, nuovi soggetti pronti ad organizzarsi, per difendere con forza e determinazione il diritto di cittadinanza sancito dall’istituzione “Municipio”. Speriamo che facendo tesoro di queste prime esperienze alternative , il barlume diventi luminoso squarcio di luce.


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