mercoledì 20 luglio 2016

Precisazioni per la vicenda lavoratori Frosinone Multiservizi

Comitato di Lotta per il lavoro



Al Prefetto
P.c. Ai Consiglieri Comunali Comune di Frosinone

P.c. Ai Parlamentari eletti nella provincia

P.c. Ai Consiglieri Regionali eletti nella provincia
P.c. Al Presidente Amministrazione Provinciale Antonio Pompeo
P.c. Al Sindaco Giuseppe Morini di Alatri
P.c. Alle forze sociali
P.c. Alla stampa



 Oggetto: Precisazioni per la vicenda lavoratori Frosinone Multiservizi


Il Tribunale del lavoro di Frosinone per la terza volta, il 18 luglio c.a., si è pronunciato in favore dei lavoratori della Frosinone Multiservizi esclusi dal passaggio alle cooperative sociali Sol.CO. nel lontano ma sempre presente 2013. Lo stesso tribunale in data 11 giugno 2015 e 1° giugno 2016 aveva sempre riconosciuto ad altri 35 lavoratori l’avvenuta costituzione tra ciascuno dei ricorrenti del rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato dal 26/4/13 ordina alla cooperativa di ricevere le prestazioni di lavoro dei ricorrenti”.
In data 22 giugno u.s. lo stesso Sindaco di Frosinone, ascoltato dal giudice per provare a conciliare le parti a fronte dell’impossibilità dichiarata dalla cooperativa Sol.Co. di ottemperare alla sentenza emessa dallo stesso tribunale di Frosinone nel 2015, sentenza n. 501/2015 che realizza gli effetti del contratto di lavoro non concluso tra gli ex lavoratori Multiservizi e la Sol.Co., ha espressamente detto che non ha intenzione di intervenire né tantomeno rivedere le proprie posizioni difronte anche al fatto che altri lavoratori non del bacino della Frosinone Multiservizi hanno sostituito i [legittimi] titolari.
Si richiama lo statuto comunale dove all’art. 4 Diritti della persona c.1 ”Il Comune impronta la sua attività ai valori della partecipazione e della solidarietà e garantisce a ciascun individuo il diritto alla pari dignità nella società e nel lavoro, contrastando qualsiasi forma di discriminazione”, invece di favorire, con l’inoperosità, lo stato attuale delle cose, senza impegnarsi a ricomporre socialmente ed economicamente quello che oramai è chiaro è stato un vero e proprio abuso contro i lavoratori che furono esclusi, per cui la clamorosa protesta che continua da 806 giorni sotto una tenda e continue (l’ultima il 31 maggio u.s.) istanze per la riconvocazione della Commissione Consiliare per affrontare tutti questi problemi.
A Frosinone alla coop Sol.Co. è appaltato i servizio del Museo e Biblioteca (per ca €1 milione) e, tramite alcune consorziate, anche un altro servizio, supporto alla gestione funzionale degli impianti sportivi ed agli eventi culturali e di spettacolo (€515 mila), e due affidamenti, cimitero (per ca €1 milione) e segnaletica (€381 mila), per un totale di ca €2,9 milioni da aprile 2013 fino ad aprile 2016.
La coop Sol.Co. è stata colpita a dicembre da una “informazione antimafia interdittiva” emessa dalla Prefettura di Roma per le note vicende di “MafiaCapitale”. Ieri si è appreso che a seguito delle indagini per le irregolarità legate all'appalto per l'acquisizione del servizio Cup della Regione Lazio, è stato condannato il dirigente della cooperativa Sol.Co. Mario Monge ad un anno e 4 mesi di reclusione con l’accusa di turbativa d’asta.
Questi accadimenti noti a tutti da anni (si ricordi la vicenda dei cassonetti gialli che raccolgono vestiario), si ritiene, debbano essere tenuti in debita considerazione dalle istituzioni locali, a cominciare dal Comune di Frosinone che appositamente adotta il Regolamento anticorruzione considerando che il “termine corruzione va inteso in una accezione ampia che comprende l’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione. Se si focalizza l’attenzione per esempio sull’affidamento di servizi, azione di livello di rischio alto, considerando che l’elevato livello di rischio proviene proprio da quegli elementi come la discrezionalità nell’affidamento, il valore economico dei servizi, la frazionabilità degli affidamenti e degli importi, allora la vicenda dell’affidamento dei servizi alle coop, anche alla luce di quello che è accaduto dopo, andava e va considerato con maggiore attenzione con l’introduzione di interventi correttivi.
La coop sociale Nexus è altro operatore che negò ai lavoratori della Frosinone Multiservizi quel diritto di passaggio al “loro” posto di lavoro così come recitava l’Avviso Pubblico del 9/3/13 allegato alla delibera gc n. 96/2013. Nemmeno in questo caso l’ente intervenne fino a quando il giudice del lavoro ha riconosciuto in data 1/6/16, con sentenza n. 631/2016, la “costituzione tra ciascuno dei ricorrenti del rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato dal 26/4/13” e ha ordinato “alla cooperativa di ricevere le prestazioni di lavoro dei ricorrenti”.
Nel ripercorrere la storia di questo affidamento si scopre che il servizio del verde passò nell’aprile 2013 dalla società pubblica Frosinone Multiservizi alla coop sociale Nexus “temporaneamente”… fino a dicembre 2016 (ca €.700 mila). Oggi lo stesso è affidato ancora a Nexus, per un ammontare di €139 mila dopo una procedura negoziata dove vi hanno preso parte due cooperative (det. 509/2016), sorvolando l’art.57, c. 6 del D.Lgs n. 163/2006.
Nella penultima procedura negoziata è stato affidato, unico spazio temporale non occupato da Nexus in tre anni, “il servizio di che trattasi per il periodo dal 16/09/2015 al 15/01/2016”, quattro mesi ad una cooperativa sociale tra cinque partecipanti. Due di queste coop, di cui una poi affidataria del servizio, erano impigliate, da mesi prima, nelle indagini di “Mafiacapitale”. Quali strumenti previsti dal Regolamento Anticorruzione sono stati utilizzati dal Comune di Frosinone nella scelta del contraente?    
Precedentemente, nonostante il “valore economico”, si optò di affidare direttamente per un lungo anno (settembre 2013- 14) il servizio verde alla stessa società Nexus, con la sola motivazione che  “la Società Cooperativa Sociale Nexus a.r.l. attuale gestore di tale servizio si è resa disponibile al proseguimento delle attività agli stessi patti e condizioni per un ulteriore anno, conseguendo la continuità e la stabilità del personale attualmente impegnato sui servizi ed effettuando una miglioria d’asta di circa il 3 % sul prezzo del servizio”(DET 2327 del 24-09-2013).
Quale significato si è dato alla “procedura negoziata” nei sette affidamenti tra il settembre 2014 e il settembre 2015, ai sensi degli artt. 57 comma 6 che chiarisce: “Ove possibile, la stazione appaltante individua gli operatori economici da consultare sulla base di informazioni riguardanti le caratteristiche di qualificazione economico finanziaria e tecnico organizzativa desunte dal mercato, nel rispetto dei principi di trasparenza, concorrenza, rotazione, e seleziona almeno tre operatori economici”.
L’art. 57 stabilisce principalmente che la “procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara”, si concede nei contratti pubblici relativi a lavori, forniture, servizi (comma 2), in presenza: a) qualora, in esito all'esperimento di una procedura aperta o ristretta, non sia stata presentata nessuna offerta, o nessuna offerta appropriata, o nessuna candidatura; b) qualora, per ragioni di natura tecnica o artistica ovvero attinenti alla tutela di diritti esclusivi, il contratto possa essere affidato unicamente ad un operatore economico determinato; c) nella misura strettamente necessaria, nei casi urgenti di bonifica e messa in sicurezza di siti contaminati ai sensi della Parte quarta, Titolo V, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, o quando l'estrema urgenza, risultante da eventi imprevedibili per le stazioni appaltanti, non è compatibile con i termini imposti dalle procedure aperte, ristrette, o negoziate previa pubblicazione di un bando di gara.
In quali di queste tre procedure si inscrive un normale contratto di servizio di verde pubblico che è in essere almeno dal 2006? Nel migliore dei casi le determine dirigenziali si limitano a riportare nelle motivazioni delle proroghe che la coop “si è resa disponibile al proseguimento delle attività agli stessi patti e condizioni”.
 Si ribadisce un appello: ad una valutazione più idonea delle conseguenze drammatiche che l’esternalizzazione dei servizi ha causato alla città e a centinaia di lavoratori che hanno dovuto subire per l’esclusione dal loro legittimo posto di lavoro; alla sollecitazione degli enti competenti alla riconvocazione delle assisi necessarie a ricomporre la vicenda.
 Si rimane a disposizione per un incontro volto all’approfondimento dei temi trattati.
 Distinti saluti.
 Frosinone 20 luglio 2016                                    Paolo Iafrate



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