venerdì 8 luglio 2016

Ravvedimento di un borghese piccolo piccolo

Luciano Granieri




Le prossime righe sono dedicate ad un piccolo borghese residente in un capoluogo di Provincia del basso Lazio che non è Latina. Il nostro eroe è  una persona semplice, sposato con un figlio, titolare di un reddito modesto che fino a qualche anno fa gli consentiva di tiare avanti, garantendo gli studi al   figliolo, senza arrischiarsi in spese pazze o in inutili agi come una vacanza. 

Da qualche anno  però il nostro eroe denuncia seri problemi ad arrivare a fine mese. In particolare è il peso delle bollette ad essere diventato insopportabile ed erodere pesantemente una fetta della già esigua retribuzione. La fattura dell’acqua ad esempio. Ogni mese è sempre più pesante,  in particolare da quando il servizio è in mani private. Inoltre la notizia che l’incuria e il ritardo  dell’autorità d’ambito (un organismo formato dai sindaci della Provincia incaricato di controllare e sanzionare comportamenti difformi  del  gestore) nel determinare la tariffa, ha causato un aggravio delle spese per un conguaglio risarcitorio preteso dalla società titolare della gestione pari a 75milioni di euro, ha minato non poco lo spirito di sopportazione del nostro. Perché per l’inettitudine dei sindaci incaricati di controllare e difendere i diritti dei proprio amministrati, la bolletta dell’acqua è diventata più pesante? La rabbia viene mitigata dalla mite indole borghese del soggetto, il quale sbraita, sbuffa ma alla fine si sottomette, per paura di chissà quali ritorsioni. 

Ma un'altra gabella ultimamente affligge il nostro eroe. E’ la tassa sui rifiuti. L’addebito recapitato dal Comune è di oltre 400 euro. Da pagare anche con comode rate, ma comunque uno sproposito.  In particolare al protagonista della nostra  storia non va giù corrispondere una tassa di 400 euro quando sui media e in rete si apprende che i rifiuti, soprattutto in presenza di una massiccia raccolta differenziata, possono diventare fonte di guadagno per la cittadinanza, altro che tasse.

 Indispettito il nostro comincia una febbrile ricerca su internet per capirci qualcosa in più. Dopo una nottata intera di cliccate e consultazione di pagine il piccolo borghese si imbatta nel: Capitolato Speciale d’appalto  SERVIZI DI RACCOLTA E TRASPORTO DEI RIFIUTI URBANI ED ASSIMILATI, NETTEZZA URBANA ED AFFINI  del comune dove risiede. Cioè il bando emesso dall’Ente comunale cui la società che gestisce il servizio dal gennaio 2015 deve conformarsi nell’assicurare la raccolta dei rifiuti.  La prima cosa che si capisce nel trattare la materia è che più si fa raccolta differenziata, meno rifiuti generici vanno in discarica ed inferiore è il costo di smaltimento. 

 Negli allegati del capitolato di appalto si apprende che il Comune corrisponde alla ditta vincitrice dal bando oltre 26milioni di euro. Uno sproposito! Non proprio considerato che questa si incarica di svolgere la raccolta differenziata, generale e porta a porta, prevede l’edificazione  di  un’isola ecologica permanente,  ma soprattutto s’impegna a raggiungere entro il terzo anno di gestione il 65% di raccolta differenziata attraverso un percorso che prevede l’ottenimento del 50% nel  primo  anno,  il 60% nel  secondo. 

Un altro dato compare nel documento, cioè  che al 2011 la percentuale di differenziata era al 18%. Un bell’impegno non  c’è che dire, passare dal 18 al 65. Senza contare che il capitolato prevede delle sanzioni  per il non raggiungimento di tali obbiettivi. In particolare la società dovrà rimborsare ogni anno, da un minimo di 20mila euro ad un massimo di 30mila euro per ogni punto percentuale di differenza fra il risultato raggiunto e l’obbiettivo indicato. Sono un mucchio di soldi, è impensabile  che  un’oculata amministrazione si metta a rischio di un salasso simile. L’attenzione alla differenziata sarà massima. 

Il piccolo borghese si mette  tranquillo, sta per spegnere il computer, quando gli sovviene che il nome della ditta vincitrice dell’appalto non gli è sconosciuto, anzi ne ha sentito parlare molte volte.  Riapre google  e scopre che in realtà quella ditta si occupa dei rifiuti della città sin dal 2009.  Nel 2013 in realtà le è stato revocato l’appalto a seguito di una brutta storia di tangenti che ha visto coinvolto anche il vice sindaco. Ma per il principio di continuità questa ha provveduto ugualmente, in deroga,  ad occuparsi di rifiuti fino a riaggiudicarsi l’appalto tutt’ora in vigore.  

Quel 18% di differenziata del 2011 citato nel capitolato d’appalto è il frutto dunque dell’attività dell’attuale gestore, quello che entro tre anni , cioè entro il 2018 dovrà raggiungere il 65%. Un dubbio atroce assale il nostro eroe che affamato di dati decide di controllare le performance di differenziata che la suddetta ditta ha realizzato dal 2009 anno in cui ha iniziato l’attività per il Comune. Altro spasmodico smanettamento su internet fino a trovare i dati ricercati sul sito DELL'ISTAT . Le rilevazioni sono disponibili fino al 2012  e sono impietose: Nel 2009 la differenziata era al 15,3%, nel 2010 al 16,8%, nel 2011 al 17,8% ( e non il 18 come indicato nel capitolato) e nel 2012 si ha una regressione al 17,3%. E’ possibile che a fronte di questi  dati pregressi la ditta vincitrice dall’appalto possa raggiungere il 65%? Se ne è resa conto l’amministrazione comunale dell’enormità di questi dati?  

Pazienza esiste sempre la  salata penale che la società  dovrà pagare in caso di mancato raggiungimento degli obbiettivi, per cui le tariffe sicuramente  si azzereranno. Il piccolo borghese si accinge di nuovo a spegnere, quando si imbatte in una rassegna stampa locale in cui si afferma che il bando di appalto per la gestione del servizio rifiuti a partire dal  gennaio 2015,  assegnato all’attuale ditta dopo lo scandalo del 2013 è lo  stesso del 2009. E’ stato realizzato, scrivono, con il classico copia-incolla dal vecchio capitolato dal 2009. Allora quelle le penali sul differenziale fra obbiettivi e realizzato in merito alla raccolta differenziata erano le stesse di oggi!  

Facendo i conti escono dei risultati da capogiro: 2010 l’obbiettivo era il 50%, realizzato il 16,8% differenza  33,2 x 20000 = 664000. 2011 obbiettivo 60% realizzato 17,8 differenza 42,2 x 20000 = 844000. 2012 obbiettivo 65% realizzato 17,3 differenza 47,7 x 20000 = 954000. Cioè nel triennio 2010-2012 la società avrebbe dovuto corrispondere al Comune ben 2.462.000 euro di penale. Sono state pagate?  I sindaci succedutesi alla guida della città hanno controllato? Altro che tariffa da 400 euro qui si configura un danno economico clamoroso per il Comune ed i cittadini. 

In ogni caso, volendo dubitare sulla veridicità della notizia per cui  l’attuale capitolato sia copiato da quello del 2009 (bisognerebbe trovarlo si internet)  è da buon sindaco affidare l’appalto ad un’impresa che ha  già dimostrato una tale mostruosa inefficienza? 

 Sommando la questione dell’acqua a quella dei rifiuti un dubbio assale il nostro eroe. Ma i sindaci perché non fanno gli interessi dei cittadini? Perché sono stupidi, o perché si fanno gli affari loro in combutta con chi dovrebbero controllare?  Ecco che la pazienza  e il rassegnato accoglimento degli eventi, tipica del piccolo borghese, vanno in mille pezzi. E al piccolo borghese si sostituisce un incazzatissimo proletario pronto a ricominciare la lotta di classe, contro le Istituzioni serve delle lobby e del potere economico e finanziario. Il primo atto? Prendere il kalashnikov. No ancora non si arriva a tanto, però non pagare bollette e tariffe impugnando le fatture si può fare. Dunque compagni armiamoci di forbici  e  stracciamo le bollette contro i Comuni servi del potere!


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