Mercoledì 3 agosto. Frosinone, Palazzo della Provincia, ore
18,30, quasi 19,30. Va in scena il comizio a favore del SI al referendum costituzionale. Officianti, il
Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e la vestale ministra per le
riforme Maria Elena Boschi. Io c’ero. Ho visto cose che voi umani neanche potreste
immaginarvi.
Nella sala invasa da effluvi organici non propriamente piacevoli,
sono riapparsi tutti insieme i dinosauri
della politica "politicante" provinciale. Vederli così, religiosamente compunti nella venerazione del Dio
Renzi mi ha provocato un’inquietudine tendente al terrore peggio di
quanto possano spaventare i raggi B
balenanti vicino alle porte di Tannhauser.
Nella nostra terra non esistono
rottamati. Le mummie, solerti in passato nel venerare l’Unto nel Signore della narrazione
berlusconiana, erano li in prima fila a venerare l’Unto delle banche della narrazione di J.P. Morgan. Sempre loro, sempre presenti abili nella
professione del "servile ungere" indipendentemente dalla identità dell’Unto. Se
il patto del Nazareno è fallito, il patto del Bassetto provinciale tiene, e
come se tiene. Lo dimostra la spartizione con cui il locale Partito della
Nazione è riuscito ad accontentare tutti: ex berlusconiani, renziani della
prima ed ultima ora. Gente che si è
divisa le spoglie dell’istituzione Provincia, eletta
così come sarà eletto il Senato se passa
il referendum, e degli organismi intermedi, Saf e Consorzio Asi.
Bivaccava colà un vasto campionario di "appecoronati" il cui eroe è quel deputato che durante il Governo Letta
si professava strenuo difensore della Costituzione ed oggi, a Renzi imperante , è il più feroce sostenitore della riforma
devastatrice della Carta . I maggiorenti del Partito di Renzi si appressavano all’altare dove di li a poco la vestale
avrebbe spiegato il verbo benefico della riforma costituzionale.
Soavi effluvi compositi di profumi costosissimi si mischiavano con la puzza
di piedi. Tutti in sacra venerazione, ma l’eterea figura di santa Mariaelena
ancora non si mostrava . Pregate fratelli, esortava Zingaretti, il quale a inizio kermesse, aveva risposto ad una mia
domanda sulla riforma con i classici slogan, per poi scappare via senza accettare repliche.
Finalmente l’icona
diafana di Santa Mariaelena Boschi riempiva di luce la sala. Era reduce da ben
due miracoli: Il primo rendersi invisibile per superare i
bastioni di Orione, presidiati dai movimenti per il No, il secondo elargire
sicuri posti di lavoro ad alcuni operai disoccupati che le avevano
chiesto udienza. Santa Boschi protettrice delle banche popolari illuminava l’ara
neo costituzionalista e il rito poteva cominciare.
Ma si sa l’integralismo
riformista, spesso, porta a dire della
cazzate enormi. Quindi quando l’officiante
regionale Zingaretti ha sentenziato che
la riforma costituzionale, permetterà la completa attuazione dell’art.3 della Carta,
il sottoscritto, basito, non ha potuto rimanere indifferente. Ho chiesto, con veemenza forse eccessiva, come
una riforma scritta dalla J.P. Morgan , banca d’affari, responsabile, insieme a Goldman Sachs della riduzione in povertà di molte popolazioni come quella greca, e dalla
crisi economica più devastante dal 900 ad oggi, possa rimuovere gli ostacoli
di ordine economico e sociali che,
limitando, di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana.
Ho visto cose che voi umani neanche
potreste immaginarvi. Un invasato, con
gli occhi spiritati, mi ha aggredito verbalmente apostrofandomi come blasfemo per
il No, e intimandomi a non disturbare la solenne
funzione. Zingaretti, invece, meno becero della plebaglia che lo sostiene, ha
risposto sostenendo di essere in grado di convincere anche i più incalliti
oppositori alla riforma costituzionale. Sarebbe stato sufficiente invitarlo
agli eventi organizzati dai comitati a
supporto del No. Ho risposto che nessun membro del comitato contrario alla
riforma ha paura di confrontarsi, a differenza di quanto stava avvenendo in quel comizio per il Si. Dunque alla prossima
iniziativa sarebbe partito l’invito. Purtroppo questa ultima mia affermazione,
o è stata proferita senza i decibel necessari
per essere percepita dai media presenti, o non è stata riportata volutamente. Fatto sta che non ve ne è traccia sui giornali locali a differenza degli ammonimenti nei miei riguardi pronunciati da Zingaretti.
Iniziava la solenne liturgia , la Boschi cominciava a sgranare il suo rosario presentata dal fine dicitore Pompeo. Due ragazzi erano talmente interessati alle argomentazioni di
santa Mariaelena che indugiavano nel farsi un selfie davanti al podio dove la
ministra stava salmodiando. L’odore misto di Chanel n.5, Opium, puzza di piedi e sudore, cominciava
a diventare nauseabondo.
Avevo bisogno d’aria.
Fuori nei bastioni d’Orione stazionavano , guardati a vista dalle forze dell’ordine,
manco fossero dei mafiosi o militanti dell’Isis, i movimenti e i comitati per
il No.
E’ quello il mio popolo. Non sarà
in grado di epurare membri dissenzienti dalla
commissione affari costituzionali al Senato, non avrà la forza di cambiare i
direttori noncuranti del verbo renziano dai Tg della Rai, ma almeno ha
la dignità di avere la schiena dritta. La libertà di difendere la Costituzione
e la velleità di fare in modo che venga applicata fino in fondo. E’ bello
respirare a pieni polmoni, finalmente fuori dall’aere mefitico dei pasdaran del Si .
Dopo il teatrino di mercoledì scorso sono
ancora più convinto. Io voto No.
P.S. Lo so molti potranno obbiettare che il sottoscritto,
membro del comitato del No, ossessionato dal merito sulla riforma, non ha speso una parola, sui contenuti
della stessa. Avete ragione. Ma se personaggi come Scalia,
Spilabotte, Pilozzi, Zingaretti, Buschini, De Angelis, Pompeo, Patrizi,
Pallone, responsabili a vario titolo e in vari periodi, dello sfascio sociale, ambientale
e culturale del nostro territorio, voteranno
convintamente SI alla riforma Boschi-Renzi, non è necessario proporre alcun
endorsement a favore del No , il voto contro la deforma
scaturisce automatico, di default.
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