L’Assemblea dei Sindaci dell’Ato 5 si trova di nuovo di fronte ad un bivio: sostenere con forza e determinazione le tesi emerse nei mesi (o meglio negli anni) scorsi in tutto il territorio provinciale circa l’inadeguatezza della gestione del servizio idrico integrato da parte di Acea Ato5 S.p.a. a fronte di un costo elevatissimo, oppure credere che quanto fatto in pochi mesi dal gestore serva a riequilibrare una malagestione di anni e cedere nuovamente alle sue minacce che poco velatamente si evincono leggendo le sue risposte alle inadempienze contestategli a febbraio scorso?
E’ evidente a tutti, infatti, o almeno lo era fino a ieri a molti sindaci che ora hanno dei strani ripensamenti, che la gestione finora effettuata da Acea Ato 5 S.p.a. non è stata assolutamente positiva e che troppe sono state le inadempienze contestategli negli anni. Non possono bastare le azioni messe in campo dal gestore negli ultimi mesi per far dimenticare un decennio di disservizi. Non possono bastare alcuni interventi infrastrutturali che dovevano essere realizzati da anni a farle riguadagnare una verginità, nè tantomeno il parere di uno sconosciuto avvocato toscano.
Le inadempienze contestate a febbraio 2016 sono solo una parte di quelle imputate ad Acea Ato 5 S.p.a. L’azione che svolgiamo quotidianamente e da anni come comitati locali (comitati nati spontaneamente da tanti utenti determinati nel portare avanti contestazioni legittime e da liberi cittadini convinti che l’acqua non possa essere merce da vendere sul mercato) ci restituisce quella che è la vera faccia del gestore e del servizio che offre. Migliaia di contestazioni rivolte al gestore e per conoscenza alla STO hanno rilevato pratiche commerciali scorrette da parte del gestore come per esempio la mancata effettuazione delle letture periodiche dei contatori con conseguente fatturazione sulla base di stime e con l’invio di conguagli pluriennali di elevata entità, o come gran parte dell’onere di pagamento dell’acqua non consumata a causa di perdite occulte nell’impianto idrico sia attribuito all’utenza con l’applicazione dell’aliquota più alta.
Contestazioni che non hanno trovato risposta come avrebbero dovuto da Disciplinare Tecnico, mentre chi contesta è gravemente annoverato tra i morosi. Non solo, infatti, il gestore in presenza di formale reclamo non ha sospeso cautelativamente le procedure di riscossione e distacco delle utenza ostacolando l’esercizio dei diritti contrattuali dei consumatori, ma ha avviato immediatamente le procedure di morosità minacciando il distacco ed arrivando ad attuarlo.
Formali contestazioni rilevano quindi come la gestione di Acea Ato 5 S.p.a non solo sia connotata da una mancanza di diligenza ma anche da un carattere aggressivo volto a determinare un indebito condizionamento.
Se i sindaci vogliono prendere la giusta direzione, quella giusta per tutti noi, domani devono voltare realmente pagina e prendere una strada diversa.
Una strada in cui non sia il gestore privato a dettare legge, forte della multinazionale che sta alle sue spalle, del Governo Renzi e delle Autorità nazionali appositamente create per favorire i privati nella gestione dei servizi pubblici. Ma che sia l’Autorità d’Ambito, gli amministratori comunali e tutti gli utenti a decidere come gestire il servizio e a quale costo.
Cambiare strada non è solo possibile ma a questo punto è un diritto!
La legge regionale n. 5 del 2014 è vigente, basta soltanto renderla attuativa!
I cittadini e i comitati che hanno promosso quella legge d’iniziativa popolare attendono una risposta da oltre un anno, ma l’Assessore regionale Refrigeri competente per la materia è abile a sviare, a prendere tempo e a prendere in giro i cittadini. Ma il tempo è ormai scaduto! La Giunta regionale presieduta da Nicola Zingaretti e il Consiglio regionale che l’ha votata all’unanimità ha dimenticato quella sua legge?
All’inerzia della Regione devono rispondere gli amministratori comunali e tutti i cittadini.
In questa situazione la palla è in mano ai Sindaci, i quali hanno il compito intanto di verificare accuratamente se i mancati interventi contestati a febbraio scorso al gestore privato siano stati realmente e correttamente effettuati in questi ultimi mesi, così come sostiene il gestore. Noi abbiamo diversi dubbi.
Domani i sindaci hanno l’onere di rispondere prima di tutto ai cittadini/utenti e non solo ad Acea perché la decisione che prenderanno avrà in ogni caso ripercussioni sulla popolazione, sulla qualità della vita dei cittadini e sulle loro tasche.
Le pretese, le minacce e i paventati mancati guadagni di Acea sono indubbiamente secondari in questo panorama.
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