giovedì 5 gennaio 2017

Discussione elettorale fra me.....e me.

Luciano Granieri




Avvertenza:
Per facilitare la fruizione del testo, individuiamo come: Me1 e Me2 i protagonisti del confronto dialettico  interiore. 

Me1
Domenica si vota per il rinnovo del Consiglio Provinciale di Frosinone. Si presentano tre liste “Insieme si vince”, “A difesa del territorio”, “Frosinone popolare”. Ignoro quali siano le differenze programmatiche dei tre schieramenti, ma che importanza ha?  Dopo un po’ di teatro, fatto di  finte contrapposizioni, e battaglie elettorali, finirà tutto in un gran mischione. A conclusione  delle immancabili  trattative  segrete sulla distribuzione  delle poltrone, saranno tutti in maggioranza e nessuno farà opposizione, neanche per finta.  Tutto ciò alle spalle del popolo, che infatti non vota, ma subirà   inerme   le decisioni dell’ente Provincia. Alle urne andranno, non i cittadini , ma  sindaci e consiglieri comunali. Elezioni di secondo livello le chiamano.

Me2
Di che ti lamenti! Nella riforma costituzionale era inserita l’abolizione  delle Provincie. Tu e i tuoi amici professoroni   avete votato No. E mo’  tenetevi la Provincia non elettiva.

Me1
Suvvia! Abbiamo votato No perché, per una Provincia non elettiva che usciva, entrava un Senato, non  votato   dal popolo, ma dai sindaci e dai consiglieri regionali. Un assise  che aveva l’aria di diventare la stessa accolita di "inciucisti"  che si trova nei Consigli Provinciali. Non è colpa mia se si toglie una gamba ad un tavolino, sicuri che questo verrà gettato via dal referendum popolare e poi il popolo non lo butta. Il  tavolino adesso rimane, pure  zoppo  . Così come è stato presuntuoso e maldestro approvare una legge elettorale solo per la Camera,  certi  che la vittoria referendaria del Si avrebbe sancito l’abolizione dell’elezione popolare per i Senatori. Così non è stato e adesso ci troviamo nei casini. Con una legge elettorale (in odore di essere bocciata dalla Consulta), per la Camera ed un'altra, molto diversa,  per il Senato.

Me2
Ma tu che parli tanto del diritto di voto, ti faccio una domanda, e rispondi sinceramente. Nessuno ti conosce meglio di me e quindi non mentire, ti scoprirei immediatamente. Se si votasse domani, tu per chi voteresti?

Me1
E va bene lo ammetto, andrei al seggio e  rifiuterei la scheda.  Ma farei mettere a verbale il mio rifiuto  dal presidente di seggio. Fra, fascisti, democristi e fanculisti, non saprei chi scegliere.  Nessuno mi rappresenta, anzi, tutti sono lontani anni luce dalla mia concezione di partecipazione politica.

Me2
Ah lo sapevo! E allora di che vai blaterando?  Parli di diritto al  voto per la Provincia, per il Senato e poi    manco voti? E’ una palese contraddizione.

Me1
Un momento! Non farla  così facile…….

Me2
Io non la faccio facile, sei tu che la fai sempre difficile. Se non voti  che ti frega del Senato elettivo?

Me1
Ti spiego cercando di farla semplice. Il diritto di eleggere qualsiasi assemblea che abbia potere di regolare la vita delle persone, sia a livello locale che  nazionale,  è  sacrosanto. Ma  deve essere assicurata anche la possibilità di scegliere fra   molteplici soluzioni. A  me piace il rosso. Come faccio  a votare se mi si propone solo il bianco, il nero, e il giallo? Se il rosso non è rappresentato, il cittadino che lo preferisce, o si tura il naso e  si accontenta di votare  un colore non suo ,  o rinuncia ad esprimersi. E’ chiaro? 

Me2 
Eh  si…. il rosso, il rosa, il fucsia, così facciamo l’arcobaleno e nessuno governa.

Me1
Ma insomma, se la sovranità appartiene al popolo e ad una parte di esso piace il rosso, perché non può votarlo? Parlando seriamente la democrazia è partecipazione, come diceva il "cantore", va oltre l’atto del voto. Intanto è necessaria una legge elettorale proporzionale per cui anche chi preferisce il rosso può eleggere uno con le stesse affinità cromatiche . Poi sarebbe auspicabile che i vari schieramenti ottengano il consenso dei cittadini sulla base dei programmi. Oggi chi più soldi  ha, più può strillare nelle televisioni, sui giornali e soffoca la proposta di chi finanze  ne ha meno. Ritorniamo al finanziamento pubblico dei partiti  con un controllo stringente sul  loro corretto utilizzo.  Imponiamo ai partiti  di finanziarsi con il  tesseramento dei militanti e di rendere pubblico il loro bilancio. Poniamo un tetto, molto basso, ai finanziamenti privati, in modo da evitare che fondazioni farlocche,  grosse aziende e potentati finanziari foraggino comitati elettorali, i quali, poi, dovranno  obbligatoriamente sdebitarsi. Assegniamo gli stessi spazi di divulgazione elettorale a tutti, in modo che tutti abbiano la possibilità di dire cosa intendano fare per i cittadini, senza privilegiare  quelli che controllano l’informazione pubblica e privata. Facciamo che il consenso si ottenga con la proposta politica e non con il marketing…….

Me2
Uffa che noia! Sei il solito comunista!


Me1
Hai ragione, sono il solito comunista, vedi che alla fine ci ritroviamo!

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