mercoledì 8 febbraio 2017

Colleferro, in attesa della decisione del Tar del Lazio sull'opposizione alla sopraelevazione della discarica raccontiamo i fatti.

Retuvasa e Comitato Residenti Colleferro


Nei giorni scorsi è stato pubblicato da alcuni organi di stampa un comunicato che dà per respinto il ricorso al Tar del Lazio presentato da Retuvasa e Comitato Residenti Colleferro. Attraverso un uso scaltro delle parole il comunicato evita accuratamente di fare menzione del motivo del ricorso - “la sopraelevazione della discarica di Colleferro” - al punto da non permettere nemmeno di poterlo dedurre dal testo!

Con tutta probabilità il comunicato è stato pubblicato così come inviato presumibilmente dagli uffici di Lazio Ambiente SpA, con le dichiarazioni del Dott. Gregorio Narda, Amministratore Unico della società, attuale gestore della discarica di colle Fagiolara.

E’ doveroso quindi un chiarimento da parte nostra affinché venga ripristinata la verità dei fatti. 

L’associazione Rete per la tutela della valle del Sacco e il Comitato residenti Colleferro con l’intento di continuare a portare avanti la loro azione di tutela del territorio hanno impugnato, con richiesta di sospensiva dell’atto, la Determinazione con la quale la Regione Lazio ha ultimamente disposto una “provvisoria”  sopraelevazione di 7 metri della discarica di colle Fagiolara, nel Comune di Colleferro, discarica, forse unica al mondo, dove, oltre alle alte colline di rifiuti (da ora in poi e non si sa fino a quando arrivano a 287 m slm), ci sono anche alcuni tralicci di alta tensione all’interno della stessa.

Atteso che la Regione Lazio ha emesso il provvedimento autorizzativo di sopraelevazione dopo solo 8 giorni dalla relativa richiesta presentata da Lazio Ambiente spa (tempismo  incredibilmente celere, considerato che i tempi normalmente sono molto più lunghi),  abbiamo voluto vederci chiaro e in particolare capire se la Regione Lazio ha approfondito l'impatto ambientale che una sopraelevazione di rifiuti alta come un palazzo può avere sotto il profilo dei possibili smottamenti, delle mutate pendenze e delle interazioni con i cavi ad alta tensione (vi ricordate gli incendi che ogni tanto si sviluppano nella discarica?)

Alla nostra richiesta di accesso ambientale per visionare l'istruttoria effettuata la Regione Lazio non ha dato alcuna risposta, violando le disposizioni di legge che regolano la materia.

Possiamo quindi ritenere che 8 giorni di istruttoria dalla richiesta all'emissione del provvedimento siano evidentemente troppo pochi per approfondire questi aspetti!

Studiando le carte abbiamo altresì scoperto che per la discarica di colle Fagiolara non è nemmeno stato adottato a suo tempo un provvedimento di rinnovo dell'AIA e che la Regione ha deciso di emettere un provvedimento di modifica non sostanziale di una autorizzazione (AIA) che non pare essere più operativa. 

Si badi bene, che l'AIA non sia stata oggetto di un provvedimento di rinnovo, è una circostanza che la Regione Lazio non ha nemmeno smentito in giudizio.

Secondo Lazio Ambiente spa, però, il rinnovo dell'AIA starebbe nel provvedimento della conclusione della Conferenza di servizi, nonostante in quel provvedimento la Regione affermi che sarebbe stato emesso in seguito un “provvedimento finale” nel quale recepire tutte le osservazioni delle Amministrazioni partecipanti alla Conferenza dei servizi, “provvedimento finale” che non è mai stato emesso.

La notizia è che il TAR ha aderito alla tesi difensiva della Lazio Ambiente SpA e ha respinto l'istanza di sospensiva. La causa comunque non finisce qui e verrà decisa nel merito.

Noi però siamo convinti delle nostre ragioni e andremo avanti in tutte le sedi opportune.

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