Cari concittadini di Frosinone, la libertà di decidere sulle
sorti sociali e politiche della nostra città è
fondamentale.
Ma tale libertà si ottiene se noi ci dimostriamo decisi
a volerla.
Assuefarsi nel delegare ad altri la conquista e la difesa dei
propri diritti è il modo più sicuro di lasciar libero corso all’arbitrio del sindaco podestà . Delegare ad esso e alla sua maggioranza è pericoloso.
L’amministrazione
risultante dall’investitura elettorale,
lungi dal favorire lo sviluppo della nostra percezione di essere cittadino, tende a disabituarci
alla cura diretta dei nostri interessi. Induce
noi al servilismo, mentre essa si predispone
agli intrighi e alle menzogne.
Coloro i
quali aspirano alla poltrona più alta della città cercano di sfruttare quella moltitudine di noi deprivata della coscienza di cittadinanza. Vi
si rivolge per offrirle portafogli, o
includerla nelle combinazioni consiliari e di giunta.
Le èlite comunali cercano
di asservire al loro potere chi le ha designate. Vi riusciranno completamente
se noi continueremo a farci menare per
il naso e turlupinare con menzogne, promesse da falsi pastori e da sommi sacerdoti custodi degli interessi muratoriali-speculativi.
Lungi da me l’idea di dissuadervi, o cittadini frusinati, dal cedere alla lusinga
democratica delle urne, ma ritengo che alla scheda elettorale possa sostituirsi, o aggiungersi, lo staffile ,per
applicarlo santamente sulle spalle dei ciarlatani, dei farisei politici e dei
mercanti di voti.
Liberamente tratto da: L’anarchia volgarizzata di Aristide Ceccarelli.
Prima edizione Roma 1910.
Seconda edizione Ceccano 2016.
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