venerdì 17 marzo 2017

Frosinone. Gli aspiranti sindaci cantano le proprie canzoni, ma senza soldi non si canta messa.

Luciano Granieri


Non è rimasto molto tempo da qui all’inizio della campagna elettorale per le elezioni comunali di Frosinone. Gli schieramenti in campo, tutti mascherati da liste civiche, a parte i 5 stelle, hanno finito di annusarsi e sono entrati  nel vivo le trattative. “Tu  rinunci alla candidatura a sindaco, ti schieri con me e, se vinco, ecco bella e pronta per te la poltrona di vice sindaco e due posti di assessore per i tuoi sodali”. 

Inizia la composizione poetica dei libri dei sogni scritti dopo aver sentito qua e la i tiramenti di alcuni cittadini nei quartieri, facendo finta di tenere in gran conto le loro lamentele. Ci sono gli ex duri e puri, i quali, colti da un’insospettabile tendenza alla realpolitik, credono che supportando il più accreditato avversario del sindaco uscente Ottaviani, avranno voce in capitolo sui destini della città (auguri a loro). 

In tutto questo guazzabuglio, se permettete, vorrei riportare tutti con i piedi per terra e ribadire, come già più volte scritto, che senza i soldi non si canta messa. E siccome le finanze non ci sono sfido qualsiasi candidato sindaco a cantare . E’ dunque vero  che  nulla può essere  destinato al cittadino frusinate, costretto   a coprire con le sue tasse i buffi inscritti nel piano di riequilibrio economico e finanziario? Certamente si a meno che, per il bene della città, non si sia disposti a compiere un vero e proprio atto di coraggio. Infischiarsene dei piani cravattari imposti dai giudici contabili  e far valere le ragioni della Costituzione. 

La Corte Costituzionale con la sentenza 275 del 2016  ha dichiarato illegittima una norma contenuta nella legge 79/1978 della Regione Abruzzo.  Nel dispositivo, giudicato incostituzionale, la Giunta regionale, per  il servizio di trasporto degli studenti portatori di handicap, o di situazioni di svantaggio, avrebbe garantito  un contributo del 50% della spesa necessaria e documentata dalle Province solo «nei limiti della disponibilità finanziaria determinata dalle annuali leggi di bilancio e iscritta sul pertinente capitolo di spesa». Nella sentenza si ricorda anche che il diritto all’istruzione del disabile è consacrato nell’articolo 38 della Costituzione, I giudici hanno inoltre rigettato la difesa formulata dalla Regione secondo cui ogni diritto, anche quelli incomprimibili, «debbano essere sempre e comunque assoggettati ad un vaglio di sostenibilità nel quadro complessivo delle risorse disponibili». Dunque secondo la Corte  la garanzia dei diritti incomprimibili non deve essere condizionata ai  vincoli di bilancio. Non solo  il diritto all’istruzione del disabile  deve essere costituzionalmente riconosciuto,  ma anche il diritto al lavoro (art.1 , art.4 )  alla pari dignità sociale (art.3) alla salute (art.32) all’istruzione pubblica (art.33, art.34).

A ben guardare sono proprio questi diritti incomprimibili che nella nostra città stanno venendo meno, con un tasso di disoccupazione ben superiore alla media, un degrado ambientale devastante per la salute, esigue risorse per la manutenzione degli istituti scolastici, tasse altissime a fronte di servizi scadenti che tutto assicurano tranne una pari dignità sociale. Si deve inoltre  considerare che la situazione debitoria del  Comune di Frosinone viene da lontano.  E'  determinata, per lo più, dalla mancata o parziale riscossione degli oneri di urbanizzazione,  sono i debiti causati  dai palazzinari,  non dai cittadini, quindi non sono i cittadini a doverne sopportare gli oneri.  

Che fare? Compiere l’atto di coraggio, e ridiscutere tutti i termini del piano di riequilibrio economico e finanziario. Molto sinteticamente: 1) Bloccare il versamento delle quote sul fondo svalutazione crediti, il fondo posto a copertura di eventuali crediti non più esigibili. In cinque anni si risparmierebbero 13milioni di euro.  2) Esigere la moratoria sul pagamento  del rateo  a copertura  del disavanzo emerso nel riaccertamento dei residui passivi, cioè di  quei crediti ormai non più  esigibili dall’ente.  Parliamo di 900mila euro l’anno per 30anni. 3) Azzerare gli avanzi di parte corrente  (la quota di entrate in tasse che va a superare la quota in uscita per servizi) relativa  gli anni dal 2018 al 2022. Significherebbe avere la disponibilità di altri 9milioni e settecento mila euro in 5 anni. 3) Esigere la moratoria del  pagamento dell’anticipazione sul fondo di rotazione di 10milioni (sostanzialmente un prestito contratto al momento dell’entrata in vigore del piano di riequilibrio economico e finanziario). Si renderebbero  disponibili  per la spesa sociale 540mila euro ogni 6 mesi fino al 2022. 

Ciò per quanto attiene solo  alla partita con la Corte dei conti. C’è un'altra fonte da cui attingere ingenti risorse disponibili per la cittadinanza.  E’ la ditta per la gestione di rifiuti Sangalli. Nel bando d’appalto redatto nel 2009, e replicato nel 2015 fino all’abbandono del servizio indotto dal Tar,  la società assicura il raggiungimento dei  seguenti obbiettivi di raccolta differenziata: 50% entro il primo anno di servizio, 60% entro il secondo, 65% entro il terzo. Nel caso di non ottenimento  di questi obbiettivi la Sangalli si sarebbe impegnata a pagare un penale per un importo variabile dai 20mila ai 30mila euro per ogni punto differenziale fra il risultato raggiunto e il target  promesso. 

In base ai dati ISTAT le performance ottenute  su Frosinone sono: 16,8% sul 50% dichiarato per il 2010-  17,8% sul 60% dichiarato nel 2011 – 17,3% sul 65% dichiarato nel 2012. Applicando le penali  del bando calcolate al minimo Sangalli deve alla comunità qualcosa come 2milioni 600mila euro. Se, come è certo, l’appalto è stato replicato con le stesse regole anche per il triennio 2013-2015, a fronte di un tasso di raccolta differenziata fermo al 21% , Sangalli dovrebbe corrispondere altri 2milioni circa di penale. Soldi che il prossimo sindaco dovrà esigere dalla ditta di Monza. 

Solo in conseguenza delle azioni appena descritte la città potrà ritornare a disporre delle sostanze minime per ripensare un sistema di servizi pubblici , con la riassunzione  dei dipendenti della Multiservizi. Solo con questo atto di coraggio, tutto politico, si potranno rendere disponibili risorse per affrontare la questione ambientale ed assicurare un migliore tutela della salute, si potrà fare fronte alla manutenzione degli edifici scolastici, avviare le pratiche per la costituzione di una società a partecipazione popolare per la gestione dell’acqua. Solo così si potrà cantare messa altrimenti il destino dei cittadini frusinati sarà la recita, in una triste e spoglia chiesa, di una nefasta litania. 

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