Nel Municipio V di Roma si sta consumando un grave atto di censura della libertà di espressione, ufficializzato in un comunicato del Presidente Giovanni Boccuzzi pubblicato sulla pagina web istituzionale, in cui si annuncia il blocco del tavolo partecipato che ha organizzato finora il Nuovo Cinema Aquila e si avoca al Municipio la programmazione cinematografica.
Lo Spazio Comune Cinema Aquila (SCCA) viene accusato di non aver rispettato le regole di condivisione della programmazione, ma la ragione vera di questo atto appare ben diversa: la presenza in cartellone, nella settimana dal 13 al 20 marzo, di alcuni film considerati scomodi.
Si è cominciato con una incredibile email inviata allo SCCA dall’assessora alla cultura Maria Teresa Brunetti, in cui si negava il consenso alla proiezione di un film documentario ancora inedito, “Piccolo mondo cane”, che racconta la vicenda sociale dell’autogestione del canile comunale della Muratella portata avanti dai lavoratori ex dipendenti del canile. La proiezione, per esplicita dichiarazione dell’assessora, non si sarebbe potuta svolgere perché un post su Facebook degli ex lavoratori aveva annunciato la notizia accompagnandola con una critica alla sindaca Raggi. Era quindi necessario tacitare un dissenso politico, rifiutando un film – un prodotto culturale – senza nemmeno entrare nel merito dei suoi contenuti e rinunciando all’occasione di farne un momento di confronto pubblico, come proposto dallo stesso regista dell’opera.
Si è giunti poi all’assemblea pubblica di giovedì del tavolo partecipato SCCA, che un compatto schieramento pentastellato composto dal presidente Boccuzzi, dalla presidente del consiglio municipale Manuela Violi, dall’assessora Brunetti, dal presidente della commissione cultura Alessandro Stirpe e alcuni consiglieri M5S, ha tenuto in ostaggio per oltre due ore avanzando capziose critiche alla conduzione del tavolo stesso. Le critiche sono state smontate una ad una e si è giunti alla fine alla caduta del velo: il punto vero era costituito dal film sugli ex lavoratori del canile e dagli appuntamenti proposti dalla campagna BDS, movimento non violento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni nei confronti di Israele e contro l’apartheid del popolo palestinese. Si tratta di tre film internazionali di cui uno presentato agli Oscar, uno nominato ai Nastri d’Argento e al David di Donatello nonché trasmesso dalla Rai, uno selezionato a Cannes (“The wanted 18”, “This is my land… Hebron”, “The salt of the sea”), e il pluripremiato spettacolo teatrale “Mi chiamo Rachel Corrie”.
Vuole il caso che lo stop imposto dal M5S del Municipio sia seguito alla presentazione di vergognose mozioni del Pd, a livello comunale e municipale, contenenti infami accuse di antisemitismo, che il Movimento 5Stelle ha scelto di subire astenendosi venerdì in consiglio municipale invece di difendere con coraggio e fondamento politico il processo partecipato del Cinema Aquila e le decisioni comuni prese in quella sede. Processo, lo ricordiamo, di cui il Municipio è parte e garante.
Anziché valorizzare e riconoscere l’esperienza di gestione partecipata di uno spazio pubblico dedicato alla cultura e al sociale, condivisa da cittadini e istituzioni, la priorità espressa dal Municipio è difendersi da attacchi, assolutamente illegittimi, da parte dell’opposizione – quella stessa opposizione che, ricordiamolo, ha precedentemente chiuso il Cinema Aquila.
Non avendo ottenuto soddisfazione dall’assemblea di giovedì, ma solo l’imbarazzo di non poter controbattere ad argomenti e proposte ragionevoli, il presidente del Municipio ha emesso il proprio comunicato. Il presunto mancato “rispetto delle regole” è nient’altro che un pretesto per portare a termine un’operazione inaccettabile di censura: il programma del cinema era stato infatti condiviso e comunicato ufficialmente al Municipio da settimane, nessuna riserva era stata mai espressa fino ai fatti sopra descritti. Il tavolo di programmazione è sempre stato aperto alle proposte portate in presenza e a quelle riportate, per tramite del Municipio, da altri territori. Il suo regolamento non è, come sostengono oggi l’assessora Brunetti e la presidente del Consiglio Violi, da riscrivere: deve piuttosto essere resa esplicita, e semmai migliorata, la prassi finora seguita e sempre riconosciuta, al tavolo e pubblicamente, dalla stessa amministrazione del Municipio come esperienza di grandissimo valore.
Vogliamo ricordare che i cittadini riuniti dietro la sigla di SCCA non si sono dati altro tipo di organizzazione se non quella assembleare, aperta e ampiamente pubblicizzata, dell’appuntamento settimanale insieme al Municipio nel foyer del cinema. SCCA è un’idea che ha riunito un movimento di cittadini senza la cui azione – è bene ribadirlo – il Cinema Aquila sarebbe ancora chiuso. Il cinema è stato riaperto nelle forme e nei modi concordati col Municipio stesso, che adesso quest’ultimo sembra rinnegare mettendo in discussione un percorso di mesi che ha visto il costante aumento del pubblico (proiezioni gratuite) e una crescita di partecipazione nella stessa assemblea del giovedì che accoglie proposte da tutta la città. Ora siamo ad un punto in cui la politica, anche quella che guida il Municipio, fa marcia indietro, si veste da azzeccagarbugli e cerca il cavillo con l’intenzione di tagliare le gambe a questo percorso.
Per tutto quanto detto SCCA comunica di non voler sospendere il programma, presentato al tavolo e pubblicato, e conferma l’intera programmazione della prossima settimana.
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