venerdì 21 aprile 2017

Celebrazione del 25 aprile. A Roma non sfilerà la Brigata Ebraica e, secondo il miglior stile leghista, mancherà anche il Pd.

Luciano Granieri




Come è noto la Brigata Ebraica di Roma non parteciperà al corteo organizzato dall’Anpi il 25 aprile prossimo a Roma. La  Brigata sfilerà per proprio conto in via Balbo, anziché seguire la manifestazione partigiana che partirà da P.zza  Caduti della Montagnola e arriverà a Porta San Paolo . 

Giova ricordare che la posizione del Corpo Militare allora inquadrato nell’esercito inglese,  decisivo nella lotta di liberazione,  non è condivisa dall’intera comunità ebraica di Roma. Infatti la componente progressista degli ebrei romani  sarà regolarmente a fianco dell’associazione nazionale partigiani d’Italia. 

Il motivo della mancata adesione è presto detto. La Brigata Ebraica non tollera all’interno del corteo la presenza di una rappresentanza della comunità palestinese con tanto di bandiere al seguito. Ne teme aggressioni, come  già accaduto, ma, bisogna ricordare,  che anche esponenti della parte  ebraica, in manifestazioni passate, si sono lasciati andare ad  intimidazioni e minacce verso i palestinesi. 

Da più parti, oltre che dall’Anpi e dagli organi istituzionali, sono arrivate sollecitazioni affinchè il  tutto si ricomponesse attorno ai valori condivisi della resistenza. Non c’è stato nulla da fare la presidente   della comunità , Ruth Dureghello ha accusato la stessa Anpi di considerare gli ebrei di Roma come una comunità straniera e di non essere in grado di scongiurare aggressioni verso i rappresentanti della Brigata. E’ un’assenza indubbiamente grave.  L’apporto della Brigata Ebraica è stato determinante nella lotta di liberazione dal nazifascismo. 

Tornando ai valori condivisi, il rispetto dei quali è stato quasi unanimemente richiamato, è utile proporre qualche riflessione. Resistenza e liberazione, queste le basi su cui si è saldata la lotta partigiana, così come resistenza e liberazione sono i valori che dalla lotta al nazifascismo, tramandandosi  nella storia,  giungono oggi  a caratterizzare  il contrasto ad ogni tipo di oppressione ed oppressore. 

Razzismo discriminazione e violenza, ieri come oggi, sono manifestazioni repressive decisamente presenti  in tutta la comunità internazionale. L’internazionalizzazione  e l’ attualizzazione della lotta di liberazione credo siano  le  prime finalità delle celebrazioni  del  25 aprile. Per questo motivo all’interno del corteo sfilano, circoli Latino Americani, comunità Kurde e, per l’appunto, rappresentanti palestinesi.  Entità accomunate dalla resistenza ad un’oppressione e ad un oppressore e da una  lotta di liberazione . 

Disgraziatamente per i Palestinesi, sfilare accanto ai vessilli di Tel Aviv significa condividere un pezzo di strada con chi esercita verso i loro connazionali un’insopportabile occupazione  coloniale,  una devastante e gratuita repressione, incarcerando bambini, procurando torture e privazioni.  Nessuno, tanto meno i palestinesi, mette in discussione l’assoluta legittima partecipazione  della Brigata Ebraica  , infatti nessuno la osteggia,  ma è indubbio che la comparsa nella brigata delle bandiere dello Stato d’Israele, oggi protagonista dell’odiosa occupazione dei territori palestinesi, crea momenti di tensione con coloro i quali quell’occupazione subiscono. E’ bene sottolineare però come sia la Brigata Ebraica a non voler accettare la presenza dei palestinesi e non viceversa. 

La speranza del corteo del 25 aprile, magari poteva essere quella di indurre  lo Stato d’Israele a recedere nell’odiosa repressione dei palestinesi, rivivendo nella memoria    le indicibile sofferenze che proprio la  feroce deportazione  nazista  procurò agli ebrei. La coscienza delle mostruosità subite da parte dei nazisti e dei fascisti, dovrebbe rendere impraticabile un qualsiasi tipo di prevaricazione verso altre comunità. Aver provato le sofferenze della  vittima dovrebbe rendere odiosa ed insopportabile l’idea di diventare carnefice. Questo poteva  essere il messaggio insito nelle celebrazioni della festa di liberazione. Ma a quanto pare certi valori di pace e tolleranza   ancora non sono abbastanza radicati nell’animo umano. 

Il rifiuto della Brigata Ebraica a partecipare al corteo dell’Anpi ha indotto anche il Pd romano a disertare l’evento. Matteo Orfini , commissario del Pd di Roma, ha motivato la decisione  accusando l’Associazione partigiana di essere divisiva, di non permettere una partecipazione libera,  urtando la sensibilità della comunità ebraica romana indignata  per la presenza dei palestinesi . Comprendiamo la posizione di Orfini, la sconfitta referendaria brucia ancora e all’Anpi, che si era impegnata per il No alla riforma Renzi-Boschi, bisognava presentare il conto. Dunque il Pd non ci sarà, ce ne faremo una ragione, stiano sereni Orfini e affini.  

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