giovedì 6 aprile 2017

K-Flex, stop ai licenziamenti per i profitti!

Piattaforma Comunista


La vicenda K-Flex di Roncello, azienda del settore degli isolanti termici, offre un crudo e veritiero spaccato dell’infamia del capitalismo italiano e della pochezza dei “nostri” dirigenti politici e sindacali.
I lavoratori scioperano e presidiano dallo scorso 24 gennaio la fabbrica contro i 187 licenziamenti.
Si potrebbe dire semplicemente: siamo alle solite, i padroni prima ci spremono come limoni, poi ci gettano per strada. Ma in questo caso non basta.
Il fatto sempre meno incredibile, perché ormai “di moda” anche nel nostro paese, è che la fabbrica non solo non è in crisi, ma il padrone se ne scappa all’estero con i soldi pubblici: 12 milioni di finanziamenti statali e altri 24 dalla Cassa depositi e prestiti per il mantenimento della produzione in Italia, intascati per scappare all’estero e fare profitti più alti con costi di produzione inferiori.
Gli incontri al ministero dello “Sviluppo economico” sono falliti, dimostrando ancora una volta l’osceno connubio dello Stato con i padroni. 
I sindacati complici da parte loro ben si guardano dal lanciare la lotta generale, limitandosi a lanciare una colletta (pagina facebook «esuberi Kflex») e chiedere prepensionamenti.
Gli operai, che stanno ricevendo la solidarietà dei lavoratori e del territorio, ribadiscono che rimarranno in presidio “fino alla fine”.
Diamo tutto l’appoggio e la solidarietà di classe agli operai K-Flex, recentemente aggrediti dalle ”forze dell’ordine capitalista”.
Bisogna impedire i  licenziamenti per i profitti, ai licenziamenti di borsa  e quelli per “giustificato motivo oggettivo” deciso dall’impresa.
Esigiamo il ritiro immediato dei licenzimenti e il recupero dei finanziamenti dati ai padroni che delocalizzano.
Esproprio senza indennizzo delle aziende che chiudono e delocalizzano.
Esigiamo il ripristino dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori.
Basta con la passività e le illusioni sul conto dello Stato borghese. 
Riprendiamo fiducia nella nostra forza: ogni licenziato, ogni disoccupato, una barricata!
Chiamiamo tutti gli sfruttati alla costruzione del fronte unico proletario dal basso, per difenderci di fronte all’offensiva padronale e ai cedimenti sindacali.

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