mercoledì 5 aprile 2017

Un'altra interessante puntata della telenovela rifiuti a Frosinone

Luciano Granieri 




Nel luglio 2016, l’Osservatorio Peppino Impastato e l’associazione culturale  Oltre l’Occidente, hanno iniziato l’ennesima battaglia contro la mala gestione dei servizi nella nostra città . Nel caso specifico l’attenzione si è concentrata sul capitolo rifiuti. 

Come qualcuno ricorderà, nel leggere  il capitolato speciale d’appalto, redatto  nel 2014  e replicato identico nel 2016 dal Comune di Frosinone, per l’affidamento del servizio di raccolta e trasporto di rifiuti urbani, rilevammo che molte prescrizioni   non erano  state rispettate dalla Sangalli società vincitrice dell’appalto.      

 In particolare ponemmo l’attenzione sulle quote di raccolta differenziata fissate nell’accordo. Sangalli sottoscriveva l’impegno a raggiungere un obbiettivo minimo del 50% entro il primo anno di attività, 2016 , 60% per il 2017 e 65% per il 2018. Sempre nello stesso capitolato si legge che il gestore, in caso di mancato raggiungimento dell’obbiettivo, si sarebbe impegnato a pagare una penale pari a 20mila euro per ogni punto differenziale fra il risultato raggiunto e l’obbiettivo dichiarato. 

 Per dovere di cronaca, giova ricordare che ad oggi Sangalli non è più titolare del mandato. A  seguito di ricorso al Tar di Latina presentato  e vinto da  Devizia,   società concorrente di  Sangalli  nell’acquisizione dell’appalto frusinate , la compagnia monzese ha dovuto cedere il servizio, oggi   svolto  propria da Devizia.   Ciò  per il venir meno dei requisiti necessari  a concorrere. Sangalli, in conseguenza  di alcune sentenze  a lei avverse passate in giudicato, non avrebbe potuto rispondere al bando. 

Ma ciò che interessa in questo frangente riguarda l’inadempienza manifesta sugli obiettivi di differenziata dichiarati e non raggiunti nel 2016, ma anche nei periodi precedenti relativi al primo appalto aggiudicato a Sangalli. Come è noto (dati Legambient), la percentuale di differenziata raggiunta nel capoluogo è al 18%, ben lontana dal 50% prefissato. Ciò avrebbe dovuto comportare, intanto il pagamento  da parte del gestore di una penale pari a 640mila euro, ma soprattutto la possibilità per i  cittadini di avvalersi delle tutele , sancite dall’art.24 de regolamento comunale per l’applicazione sulla tassa dei rifiuti. Tale articolo prevede che in caso di comprovate inadempienze da parte del gestore, nel svolgere correttamente il suo servizio, il cittadino deve un tributo pari solo al 20% dell’intera tariffa. 

Su queste basi, abbiamo  presentato al Comune istanza di accesso agli atti per verificare se i termini dell’attuale capitolato d’appalto fossero identici a quelli del 2014, in modo da far valere quanto sancito dell’art. 24 del regolamento comunale. A tale richiesta l’ufficio gestione risorse dell’ente rispondeva, affermando che il capitolato d’appalto non ha forza di legge, per cui non è una difformità  su questo documento che sancisce il pagamento  del  20% del tributo   ma, l’eventuali inosservanza  dal d.lgs n. 152/2006. Cioè la norma che regola la disciplina dei rifiuti a cui il Comune di Frosinone si attiene.  

Siamo andati a leggere il dispositivo  e abbiamo scoperto cose molto interessanti.  Nell’art 205 recante  “misure per incrementare la raccolta differenziata”,si stabilisce che i Comuni avrebbero dovuto raggiungere già nel 2006 il 35%, per poi passare al 45% entro il 2008, e posizionarsi al 65% nel 2012. Il mancato ottenimento di tali obbiettivi  avrebbe comportato una maggiorazione tariffaria del 20% a carico dei cittadini.   Come detto  ancora nel 2016 la performance di Frosinone era ben al di sotto di quanto stabilito dalla legge , per non parlare dei risultati del tutto insufficienti ottenuti sin dal 2006. 

Dunque  se, come afferma il Comune, dobbiamo basarci sulla legge 152/2006, non solo sussistono le condizioni  per corrispondere il 20% del tributo di quest’anno, ma  si aggiungono motivate ragioni per richiedere i rimborsi sui tributi pagati negli anni precedenti.  Inoltre, a seguito del  mancato adempimento della direttiva 152/2006, è possibile portare in giudizio innanzi   alla Corte dei Conti  sindaci e amministratori che nell’esercizio delle loro funzioni non hanno vigilato sul corretto svolgimento del servizio di raccolta differenziata. 

Nella sentenza n.83 del maggio 2013, la sezione Liguria della Corte dei Conti condanna  i sindaci e gli assessori all’ambiente   del Comune di Recco, succedutisi fra gli anni 2006-2010, al risarcimento  di 1.171.000 euro  a favore del Comune    e di 81.771 euro  a favore dello Stato. Ciò proprio a causa del mancato rispetto del d.lgs 152/2006. In particolare nella sentenza si legge: “Il mancato rispetto delle suddette disposizioni da parte dell’appaltatore (Nel caso specifico la società A.M.I.U spa ndr)  del servizio, con realizzazione della raccolta differenziata in misure significativamente inferiori a quelle previste dalla legge e la mancata assunzione da parte degli amministratori di idonei e specifici provvedimenti volti a ricondurre la gestione nell’ambito delle previsioni di legge, ha arrecato al Comune di Recco, secondo la stessa Procura, un danno patrimoniale pari ai maggiori costi sostenuti per il conferimento in discarica di materiale che avrebbe dovuto essere oggetto di raccolta differenziata. Detti oneri sono stati, in particolare sostenuti a titolo di “tariffa smaltimento rifiuti”, tributo speciale ex art. 3, comma 24 della legge n. 545/1995, addizionale del 20% al tributo speciale prevista dall’art. 205, comma 3, del D. Lgs. N. 152/2006 (la legge a cui rimanda il Comune di Frosinoine ndr) , introdotta con l’art. 5 della L.R. n. 23/2007, onere ex art. 40 L.R. n. 18/1999 e dal 1 luglio 2009 onere di pretrattamento dei rifiuti da introdurre in discarica”. 

Dunque la legittimità delle nostre richieste è  stata corroborata ancora di più proprio dall’indicazione del Comune di Frosinone.  Il settore finanze, nel  rispondere alla nostra istanza, ha tirato in ballo una norma , che  anziché migliorare, peggiora la posizione  dell’ente nei riguardi dei cittadini, portando addirittura ad un coinvolgimento delle giunte precedenti. Invitiamo quindi tutti i frusinati, non solo a non pagare il tributo per intero, ma a chiedere il rimborso per gli anni passati, periodi in cui il mancato adempimento del servizio da parte del gestore è continuato senza alcun controllo di sindaci e assessori. La battaglia non finisce qui. Vi terremo informati sui prossimi sviluppi.




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