sabato 20 maggio 2017

RENZI E IL SUO GRUPPO DIRIGENTE VOGLIONO RIBALTARE IL RISULTATO DEL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Comitato per la Democrazia Costituzionale

RENZI E IL SUO GRUPPO DIRIGENTE VOGLIONO IGNORARE E RIBALTARE IL RISULTATO DEL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE 2016 CHE HA BOCCIATO LE DEFORMAZIONI DELLA COSTITUZIONE. LA COSTITUZIONE DEVE ISPIRARE LA LEGGE ELETTORALE. BASTA CON DEPUTATI E SENATORI NOMINATI DAI CAPI PARTITO. BASTA LEGGI MAGGIORITARIE CHE ALTERANO LA RAPPRESENTATIVITA’ E DISCRIMINANO LE FORZE MINORI E REGALANO A MINORANZE LA MAGGIORANZA PARLAMENTARE CON TRUCCHI LEGISLATIVI. È GIUNTA L’ORA DI RESTITUIRE LA SOVRANITA’ AGLI ELETTORI CHE DEBBONO ELEGGERE I LORO RAPPRESENTANTI.


I cittadini italiani hanno impedito con un voto forte e chiaro lo stravolgimento della Costituzione democratica tentato da Renzi e dalla sua maggioranza. Oggi, come se niente fosse, Renzi ripropone un Parlamento con deputati e senatori nominati dai capipartito, cercando una rivincita alla sonora sconfitta del 4 dicembre 2016.
Se passasse la proposta di legge elettorale presentata alla Camera ancora una volta i capi dei partiti potranno nominare tutti i parlamentari, assegnando il seggio ai propri fedelissimi, senza che gli elettori possano scegliere, come sarebbe giusto e necessario, i loro rappresentanti. Inoltre potranno tenere fuori dal Parlamento le minoranze sgradite, ignorando perfino il diritto di tribuna.
Sono state reintrodotte, nella proposta depositata alla Camera, le liste bloccate per il 50% dei seggi (quota proporzionale) mentre per l’altro 50% (collegi uninominali attribuiti a chi ha un voto in più), la scelta fra i candidati nel collegio uninominale (anch’essi decisi dai capi partito) è fortemente condizionata dal fatto che si può esprimere un solo voto che trasferisce automaticamente alla lista dei candidati nel collegio plurinominale la scelta effettuata per il candidato nel collegio uninominale.
La rappresentatività delle assemblee parlamentari ne risulterà drasticamente ridimensionata perché l’uninominale maggioritario premierà le forze politiche localistiche, determinandone una sovrarappresentazione a scapito dell’uguaglianza del voto e, in ogni caso, la composizione della rappresentanza sarà ancora una volta nelle mani di pochissimi individui, mantenendo in piedi il carattere oligarchico del sistema politico attuale. Il voto non è libero, personale e diretto come afferma la Costituzione e gli elettori potranno solo ratificare le decisioni dei capi partito. Il Senato che il popolo ha conservato elettivo non è più eletto a base regionale come prevede l’art. 57 della Costituzione. E’ incredibile che dopo un mare di chiacchiere sulla parità di genere i candidati uninominali e i capilista delle liste bloccate collegate nei collegi plurinominali possano essere dello stesso genere e sparisce l’obbligo dell’alternanza di genere nelle liste bloccate: addio al riequilibrio della rappresentanza come richiede l’art. 51 della Costituzione. Tutti candidati sono designati dai partiti nei collegi uninominali o nelle liste bloccate, ma alcuni particolarmente cari ai capi partito possono essere candidati sia nel collegio uninominale, che in tre collegi plurinominali, questo impedirà agli elettori di bocciarli.

Chi ha votato NO al referendum deve opporsi per le stesse ragioni in maniera unitaria a questa proposta di legge elettorale per ottenere una legge che ristabilisca la rappresentatività delle assemblee parlamentari. Gli elettori hanno il diritto di decidere da chi vogliono essere rappresentati e il loro voto deve essere libero ed uguale negli effetti. L’Italia ha bisogno che la rappresentanza del popolo italiano sia reale e non alterata da leggi bugiarde. Questo è indispensabile per ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche, per evitare lo svuotamento della democrazia garantita dalla Costituzione, per evitare derive autoritarie e personalistiche.

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