RENZI
E IL SUO GRUPPO DIRIGENTE VOGLIONO IGNORARE E RIBALTARE IL RISULTATO DEL
REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE 2016 CHE HA BOCCIATO LE DEFORMAZIONI DELLA
COSTITUZIONE. LA COSTITUZIONE DEVE ISPIRARE LA LEGGE ELETTORALE. BASTA CON
DEPUTATI E SENATORI NOMINATI DAI CAPI PARTITO. BASTA LEGGI MAGGIORITARIE CHE
ALTERANO LA RAPPRESENTATIVITA’ E DISCRIMINANO LE FORZE MINORI E REGALANO A
MINORANZE LA MAGGIORANZA PARLAMENTARE CON TRUCCHI LEGISLATIVI. È GIUNTA L’ORA
DI RESTITUIRE LA SOVRANITA’ AGLI ELETTORI CHE DEBBONO ELEGGERE I LORO
RAPPRESENTANTI.
I cittadini italiani
hanno impedito con un voto forte e chiaro lo stravolgimento della Costituzione
democratica tentato da Renzi e dalla sua maggioranza. Oggi, come se niente
fosse, Renzi ripropone un Parlamento con deputati e senatori nominati dai
capipartito, cercando una rivincita alla sonora sconfitta del 4 dicembre 2016.
Se passasse la proposta di legge
elettorale presentata alla Camera ancora una volta i capi dei partiti potranno
nominare tutti i parlamentari, assegnando il seggio ai propri fedelissimi,
senza che gli elettori possano scegliere, come sarebbe giusto e necessario, i
loro rappresentanti. Inoltre potranno tenere fuori dal Parlamento le minoranze
sgradite, ignorando perfino il diritto di tribuna.
Sono state reintrodotte, nella proposta
depositata alla Camera, le liste bloccate per il 50% dei seggi (quota
proporzionale) mentre per l’altro 50% (collegi uninominali attribuiti a chi ha
un voto in più), la scelta fra i candidati nel collegio uninominale (anch’essi
decisi dai capi partito) è fortemente condizionata dal fatto che si può
esprimere un solo voto che trasferisce automaticamente alla lista dei candidati
nel collegio plurinominale la scelta effettuata per il candidato nel collegio
uninominale.
La rappresentatività delle assemblee
parlamentari ne risulterà drasticamente ridimensionata perché l’uninominale
maggioritario premierà le forze politiche localistiche, determinandone una
sovrarappresentazione a scapito dell’uguaglianza del voto e, in ogni caso, la
composizione della rappresentanza sarà ancora una volta nelle mani di
pochissimi individui, mantenendo in piedi il carattere oligarchico del sistema
politico attuale. Il voto non è libero, personale e diretto come afferma la
Costituzione e gli elettori potranno solo ratificare le decisioni dei capi
partito. Il Senato che il popolo ha conservato elettivo non è più eletto a base
regionale come prevede l’art. 57 della Costituzione. E’ incredibile che dopo un
mare di chiacchiere sulla parità di genere i candidati uninominali e i
capilista delle liste bloccate collegate nei collegi plurinominali possano
essere dello stesso genere e sparisce l’obbligo dell’alternanza di genere nelle
liste bloccate: addio al riequilibrio della rappresentanza come richiede l’art.
51 della Costituzione. Tutti candidati sono designati dai partiti nei collegi
uninominali o nelle liste bloccate, ma alcuni particolarmente cari ai capi
partito possono essere candidati sia nel collegio uninominale, che in tre
collegi plurinominali, questo impedirà agli elettori di bocciarli.
Chi ha votato NO al
referendum deve opporsi per le stesse ragioni in maniera unitaria a questa
proposta di legge elettorale per ottenere una legge che ristabilisca la
rappresentatività delle assemblee parlamentari. Gli elettori hanno il diritto
di decidere da chi vogliono essere rappresentati e il loro voto deve essere
libero ed uguale negli effetti. L’Italia ha bisogno che la rappresentanza del
popolo italiano sia reale e non alterata da leggi bugiarde. Questo è
indispensabile per ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni
democratiche, per evitare lo svuotamento della democrazia garantita dalla
Costituzione, per evitare derive autoritarie e personalistiche.
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