sabato 24 giugno 2017

Chet and Trane

a cura di Luciano Granieri


John Coltrane e Chet Baker, due jazzisti agli antipodi. Coltrane è stato uno dei più prolissi  improvvisatori di tutta la storia del jazz. E’ una definizione che rubo a Miles Davis, il quale descriveva Coltrane come un fiume in piena, pronto a riversare la sua alluvione di arpeggi sulle percezioni emotive sugli ascoltatori.  Coltrane,  come Parker, non esauriva mai la sua vena creativa, neanche dopo aver suonato per ore. Prolisso  non è la definizione più giusta , perché a differenza di colui che parla molto  e spesso a vanvera, la musica di Coltrane era un profluvio carico di note, un torrente in piena mai banale, sempre gravido di una potenza creativa nuova, originale.  Anche Chet Baker aveva un potenziale di suggestione emotiva enorme. La sua musica, a differenza di quella di Coltrane,  toccava il cuore non attraverso arpeggi al fulmicotone o rivoluzionarie soluzioni armoniche, ma grazie all’intonazione di una semplice terzina, di una nota piegata. Chet Baker sapeva incantare con il suo attacco incerto, il suo incedere indeciso ma toccante. L’atmosfera che si crea ascoltando le note lunghe e sinuose della tromba di Baker,  il suo canto particolare e prezioso è unica, irripetibile.  Propongo di seguito due accorate poesie dedicata l’una a Coltrane da C. Freddington e l’altra dedicata a Baker scritta da Alant Yount. Accompagnate evidentemente da due eccellenti contributi filmati.

Good Vibrations.

John Coltrane,” by Olga Tsarkova


The Runner
Per John Coltrane

c. Freddington
L’incedere  del movimento  comincia.
Una mente chiara e consapevole e a fuoco
davanti c’è  il sentiero limpido   vuoto e silenzioso.
Lento all’inizio  dal respiro stabile
passo dopo passo attraverso un mutamento
esponendo  un motivo
soffiando duramente
come a costruire un' intensità
pensieri consapevoli entrano ed escono
il ritmo si affretta
il campo si restringe
la fatica è superata
la linea del traguardo è in vista e poi non lo è più
la mente, le dita, e il sassofono convergono
accelerando insieme
ogni differenza è abbandonata
solo il viaggio  rimane
avanzando  alla velocità della luce
verso il bisogno primario
l’ossessione di comporre
ll bisogno di creare.






Chet Baker by Olga Tsarkova

Quando sei volato fuori dalla finestra

una poesia dedicata a Chet Baker da
Alan Yount

Quando sei volato fuori dalla finestra
mi hai  costretto a rinunciare a te
(forse non avrei dovuto)
Quando il  recente film a te  dedicato  
è   uscito, ognuno di noi
ha creduto che Ethan Hawke
fossi tu in “born to the blue”
Quando la tua bocca e  le tue gengive
hanno soffiato con denti posticci
(hai dovuto acquisire un nuovo metodo
d’imboccatura)
è stato molto più di un film
stavo realmente precipitando  essendo
anch’io un suonatore di tromba.
Al momento
ho  molti dei tuoi CD ristampati
non potrei mai far uscire i brani dal mio cervello
mentre anch’io li sto suonando
*****
Pensando ancora alla tua fine ….
l’immagine nella mente  rimane immutabile…
tu stavi suonando e cantando “My Funny Valentine”
seduto sul davanzale
*******
Ascoltando molto più della tua musica
non avrei dovuto abbandonarmi a te
Tu troppo cattivo
sei sbiadito troppo rapidamente
…. E hai smesso di suonare
“il brivido è scomparso”
“staremo insieme ancora”
“perdiamoci”
Oppure lentamente “ti vedrò”
o ancora…anche…come sento
sul mio flicorno
 suonando  lievemente,
in una difficile tonalità calma e scomoda,
la sua canzone
“Tutto o niente”
“qualcosa che sarebbe potuta accadere”

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