domenica 11 giugno 2017

Il proletario incatenato

Tragedia alla greca in cinque atti scritta da Luciano Granieri:

 Descrizione dei ruoli:

Il Corifeo:
E' il capo del coro e l'attore principale,  ha una parte importante nella tragedia, sia perchè dialoga con i protagonisti, sia perchè formula talvolta dei giudizi o fornisce spiegazioni al pubblico: egli assume quindi funzioni di collegamento tra quello che avviene sulla scena e chi vi assiste.

Il Coro:
E' l'unico interlocutore dell'attore nella tragedia.


prometeo

Atto Primo

Il corifeo proletario :
Compagni! Avete visto che razza di porcheria  s'è inventato il governo sulla   scuola? L’ha pure chiamata buona scuola!  C’è  un preside manager, padre/padrone che tutto vede e decide, può assumere gli insegnanti che gli fanno comodo e licenziare quelli che gli stanno sulle palle. Poi gli studenti, per un odioso principio di avviamento al lavoro, dovranno andare a lavorare gratis, anche da McDonalds, diventando un esercito di nuovi schiavi. Compagni! Contro la buona scuola dei presidi manager e dei nuovi schiavi scendiamo in piazza!!!

Il coro:
E che esagerazione compagno! Suvvia i presidi sceglieranno sempre il meglio per il loro istituto. Basta con i  sospetti  su eventuali pastette fra dirigenti e gruppi d’interesse all’interno degli istituti. Certo mandare i ragazzini a fare gli sguatteri non ci  pare consono pero’ andare addirittura in piazza! Ci sembra esagerato.

Il corifeo proletario:
Vabbè almeno raccogliamo le firme per un referendum abrogativo in modo da rendere consapevoli gli italiani di questo imbroglio.

Il coro:
Ma quale referendum compagno! In fin dei conti la legge è buona, vedrai che alla fine le cose si aggiusteranno anche come conviene a noi.

Atto secondo

Il corifeo proleario:
Eh no compagni, questo è troppo! Hanno fatto il jobs act. Regalano una "paccata" di milioni di euro ai padroni che fanno finta di  assumere, ma una volta presi i soldi, questi possono tranquillamente licenziare perché hanno tolto l’articolo 18. Non solo gli regalano soldi, ma anche l’impunità sui licenziamenti senza giusta causa. Qui  bisogna andare in piazza!!!

Il coro:
Lo sappiamo, è una grande ingiustizia per i lavoratori, ma non serve andare in piazza. Il discorso sul jobs act presume delle riflessioni più profonde, non basta contestarlo, è necessario  mettere in campo una piattaforma globale che consideri  tutte le dinamiche del lavoro.  Per creare una buona occupazione serve una carta dei diritti del lavoro

Il corifeo proletario:
Oh compagni ma che cazzo state a dì!  In Francia per una legge simile la gente ha occupato la piazza per settimane…. Qui  fregano i soldi ai poveracci, li regalano   ai padroni per finte assunzioni, in più gli concedono il licenziamento libero! Compagni!!!!! Ma che state imbriachi. Nel 2002  quando ci provò Berlusconi in tre milioni siamo scesi in piazza. Ve lo ricordate? Lo salvammo l’articolo 18, ve lo ricordate? Mannaggia vi state scordando tutto….

Il coro:
Non ci stiamo scordando niente, ma ora calmati, non serve la piazza che poi non si sa mai come va a finire se si infiltrano i Black Bloc. Stiamo raccogliendo le firme per un referendum abrogativo di quella parte del jobs act che cancella l’art.18 in oltre chiediamo l’abolizione dei voucher per il lavoro occasionale e sulle norme per gli appalti . Invece di strillare aiutaci a raccogliere le firme.

Atto Terzo

Il coro:
Peccato compagni, la corte costituzionale non ha ammesso al referendum il quesito che chiedeva di abrogare la legge sull’art.18. Dicono che è scritta in modo tale da evidenziare un intento propositivo, non in linea con i dettami referendari che prevedono un quesito puramente abrogativo.

Il corifeo proletario:
Compagni, ma non è che sto’ quesito l’avete scritto male?  Anzi, non è che l’avete scritto male apposta per non farlo votare mentre intanto c’avete impedito di fare  una protesta come si deve?

Il coro:
Ecco il solito estremista complottista è la Corte Costituzionale che è politicizzata, dentro ci sta Giuliano Amato, uno che è sempre stato dalla parte del potere.

Il corifeo proletario:
Appunti, allora non era meglio andare in piazza, invece di fa st’ammuina del referendum?

Il coro:
Compagno ti ricordo comunque che sono stati ammessi gli altri quesiti quello sull’abrogazione dei voucher e sugli appalti. Bisogna muoversi e fare la campagna referendaria.

Il corifeo proletario:
Se.. vabbè, i voucher, era il referendum sull’art.18 che bisognava votare…..

Atto Quarto

Il coro:
Avete visto compagni la lotta paga anche senza mobilitare la piazza. Il governo ha abolito i voucher  E’ una vittoria straordinaria. Per evitare il referendum si è fatto come abbiamo detto noi. E adesso sicuramente considereranno la nostra carta dei diritti sul  lavoro, che ha raccolto milioni di firme.

Il corifeo proletario:
Certo che la paura di votare fa 90 però attenzione, vigiliamo perché questi so’ imbroglioni. Sono capaci di rimettere i  voucher, magari nascosti in un’altra legge con un altro nome, non facciamoci pijà pe’ culo.

Il coro:
Compagno  rilassati!      Noi staremo attenti poi c’è l’art. 75 della Costituzione che scongiura questo pericolo.

Atto Quinto 

Il coro:
Il governo vuole reintrodurre i voucher nella manovrina. Non si può mortificare così il diritto democratico dei cittadini.  Hanno  impedito  di votare un referendum finalizzato ad  abolire i buoni lavoro, facendo finta di toglierli, per poi rimetterli  con dispotica arroganza dentro una legge di bilancio. Tutto ciò è intollerabile. Compagni il 17 giugno tutti in piazza per bloccare  il reinserimento dei voucher! Bisogna difendere la Democrazia e la Costituzione.

Il corifeo proletario:
Finalmente era ora! . Certo che siete de' coccio. Non si va in piazza in difesa della scuola pubblica, non si va in piazza quando regalano ai padroni soldi e potere di licenziamento libero, adesso  che c’hanno nascosto i voucher, per evitare le urne, e poi ce l’hanno rimessi,  finalmente  si decide di  protestare come si deve. Non potevamo pensarci   prima?  Una volta ci si sollevava contro l’ingiustizia sociale, oggi  per farci incazzare ci devono proprio  prendere per il culo. E certo se ti prendono per il culo che fai ti stai zitto? Allora andiamo tutti in piazza a Roma il 17 giugno prossimo!!!!

Il coro:
Giusto compagno protestiamo, urliamo forte e chiaro che non possono prenderci in giro tutti a Roma! tutti a Roma!

Il corifeo proletario:
Bene compagni, non facciamo prenderci in giro andiamo a Roma……Oh compagni ma dopo tutta sta storia cominciata con la buona scuola e finita coi voucher, non è che siete proprio voi a pijacce pe’ culo?  Come diceva il sommo politico a sospettare si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Comunque compagni  miei il 17 giugno tutti in piazza,  ma attenti a pararvi   il sedere dai cetrioli amici.



Nessun commento:

Posta un commento