venerdì 11 agosto 2017

Frosinone. Il numero verde della vergogna.

Luciano Granieri

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Apprendiamo dall’edizione di ieri del quotidiano locale Ciociaria Oggi che il sindaco Ottaviani sta preparando l’ennesima stravaganza populista  finalizzata  ad aumentare il proprio consenso, necessario ad assicurargli un posto in Parlamento. 

Mentre altre volte sulle fandonie del sindaco, che comunque hanno segnato negativamente la vita sociale della città, c'abbiamo scherzato sopra, stavolta come cittadini di Frosinone, Italiani, e dell’Universo Mondo ci sentiamo indignati e arrabbiati. 

Entrando nel merito della delicata e drammatica questione dell’immigrazione il sindaco ha dichiarato di voler  istituire un numero verde a cui i cittadini potranno rivolgersi per segnalare (cito testualmente): “ gli episodi o gli elementi che saranno trasferiti alla conoscenza dell’autorità giudiziaria, oltreché della Questura e della Prefettura, affinchè le vere espulsioni, almeno dal circuito economico, siano relative a quei soggetti che fanno mercimonio illecito delle disavventure che colpiscono i profughi, unitamente alla presentazione delle denunce verso i singoli responsabili di sopraffazioni e violenze verso i cittadini italiani , o stranieri della nostra collettività” 

La formulazione di questo provvedimento è intellettualmente e politicamente  disonesta nonchè fraudolenta. Infatti copre, con una casistica pressoché irrealizzabile, un odioso proposito che da   la stura ad una virulenta  acredine razzista. Se da un lato sarà difficilissimo, se non impossibile, per un cittadino, denunciare storture  eventualmente rilevabili all’interno   degli  enti    incaricati di provvedere alla presa in carico   ed integrazione    degli immigrati giunti nel nostro territorio.  Dall’altro sarà facilissimo, forse troppo, utilizzare il numero verde  per denunciare sopraffazioni e violenze  di singoli (non lo si dice  ma dal contesto della dichiarazione  è chiaro ) appartenenti alle comunità di migranti,    verso i cittadini (italiani o stranieri ) della nostra collettività. 

In pratica si istituzionalizzano le ronde anti immigrati  alle  quali viene fornito uno strumento di delazione immediato. Giuridicamente che nozioni    ha un semplice cittadino per giudicare quando un atteggiamento sia di   reale sopraffazione  al di fuori di   pregiudizi razziali ? Non c’è il rischio di eccedere nel procurato allarme? O si parte dal presupposto che un extracomunitario abbia in se il germe della sopraffazione ogni volta che  si rapporta con un “membro della nostra collettività”? E come si qualifica   la    nostra collettività? Se un membro della  cosiddetta “nostra collettività” sopraffa un singolo appartenente alla comunità dei migranti il numero verde per denunciare il fatto è ugualmente valido? 

La triste realtà è una sola. Anche il sindaco Ottaviani, partecipa a buon diritto al  processo di "inumanizzazione" (per dirla con Marco Revelli) che sta avvelenando  la Nazione e l'intera Europa. Quel processo che, in nome del consenso politico, dell’ottenimento del  potere economico e finanziario, prevede la derubricazione di un altro essere  umano, magari diverso per razza e censo, ad un semplice numero, ad un elemento di disturbo da espellere, questo si ,da sopraffare. 

Con tale  provvedimento Ottaviani diventerà uno dei migliori interpreti del codice del ministro  Minniti.  Quello che, da una parte vuole limitare il salvataggio dei migranti in mare,   dall’altra vuole espellere dalle città personaggi indesiderati colpevoli del solo reato di non essere compatibili con le  caratteristiche  del cittadino  benpensante tipico, cioè :  bianco-borghese-ricco . 

Per tornare al concetto di collettività, personalmente ritengo di appartenere ad una entità collettiva  che si riconosce nella Costituzione repubblicana del ’48 . Il Documento  che più volte è stata oggetto di attacchi, non ultimo quello scongiurato dal popolo il 4 dicembre scorso. 

In quella Carta esiste l’art.3 in cui la Repubblica si impegna a favorire il pieno sviluppo della persona umana. Una collettività civile, che a quei principi si rapporta,  non tollera soprusi razzisti e delatori ammantati da provvedimenti volti a mantenere la sicurezza. La sicurezza di chi?


P.S. Ringraziamo Marco Tallini segretario dei giovani democratici di Frosinone per aver sollevato la questione e ribattuto al sindaco sulle stesse pagine di Ciociaria Oggi.

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