lunedì 21 agosto 2017

Riflessioni di un frusinate che dovrà vendersi pure le mutande.

Luciano Granieri




La piega che ha preso il governo della città, guidata del  rinnovato sindaco Ottaviani, è all’insegna della coerenza con la  sua consiliatura precedente . I due recenti  provvedimenti:  quello  sulla lotta alla prostituzione -che   muove  nel senso di un moralistico decoro, non verso un contrasto allo sfruttamento femminile - e l’altro,  che potremmo ribattezzare “dagli all’immigrato invasore di  panchine   borghesi”, sono il risultato di un becero indirizzo gastro-populista che ha sempre contraddistinto l’amministrazione Ottaviani. 

Nonostante ciò, da quanto si apprende dalla stampa locale, i frusinati continuano ad andare tranquillamente a puttane, in tutti i sensi, e al numero verde (che è a pagamento), istituito per denunciare eventuali sopraffazioni  perpetrate dagli "occupanti abusivi di panchine del centro storico", ai danni di  membri della nostra collettività, non è giunta alcuna segnalazione. Quest’ultima è una buona notizia perché dimostra, o che non esiste alcuna sopraffazione, o che i cittadini frusinati sono un po’ più civili del loro sindaco e non se la sentono di darla addosso al bistrattato  Django panchinaro. 

Al di là di tali  misere boutade, resta in piedi la questione seria dei soldi. Nell’ultimo consiglio comunale, prima delle ferie, si è discusso del bilancio previsionale per il 2017.   Dalla relazione presentata dal dirigente del settore finanze sugli equilibri di bilancio, si evince che  anche le saccocce dei frusinati andranno  presto  a puttane. 

A tal proposito ricordiamo ai più distratti  che il comune di Frosinone è in  piano di riequilibrio economici e finanziario. Come i più assidui lettori di chi scrive ricorderanno alla fine della consiliatura Marini (2012) la Corte dei Conti ha rilevato una massa passiva di oltre 14milioni di euro accumulata dall’ente. Per ripianare tale passività si poteva ricorrere a due procedure:  il dissesto finanziario, con il commissariamento, di fatto, del Comune da parte dei giudici contabili, o il predissesto, nonché piano di riequilibrio economico e finanziario, in cui il sindaco conserva i pieni poteri, ma deve concordare un programma di rientro con la Corte dei Conti.

 Nel primo caso la procedura  si sviluppa in  5 anni con la certezza che comunque il bilancio verrà risanato.  Nel secondo caso il piano di rientro dura 10 anni, ma non è detto che  in questo periodo, dal momento che è il sindaco a comandare i giochi, l’ente riesca a ripianare l’ammanco. Potrebbe quindi accadere che    dopo 10 anni di politiche lacrime e sangue ai danni dei cittadini, i debiti non siano estinti e si attivi la vera e propria procedura di dissesto con altri 5 anni di feroce  austerità.

Come è noto il sindaco Ottaviani nel 2013 scelse la via del piano di riequilibrio economico e finanziario che durerà fino al 2022. E come stanno le cose oggi? Riusciremo nel 2022 a risolvere la questione, o ci aspetteranno  altri 5 anni di macelleria sociale? Non siamo la Corte dei Conti,   siamo dei semplici cittadini, però confrontando la relazione del dirigente del settore finanze del luglio 2017  con il piano concordato nel 2013 fra l’ente e i giudici contabili, è possibile  azzardare un’analisi.

SITUAZIONE DI CASSA:
Il dirigente del settore finanze, nel documento consegnato ai consiglieri, rileva come la situazione contabile presenti un considerevole valore negativo, nonostante gli incassi già realizzati (IMU FSC),   con un’anticipazione di fondi da parte della tesoreria pari a 2milioni di euro. La situazione non migliorerà nemmeno con le entrate della TARI. Tali anticipazioni sono dovute alla copertura di somme già impegnate dal Comune a fronte di finanziamenti che la Regione Lazio dovrà versare ma che ancora non ha provveduto ad erogare. Il dirigente osserva, peraltro, come l’impegno degli uffici competenti per ottenere i finanziamenti regionali sia stato più che scarso e comunque inadeguato ad incassare  quanto dovuto dalla Pisana. 

Nel Piano di riequilibrio economico e finanziario l’ente s’impegna a realizzare nel 2017, un avanzo di parte  corrente (cioè un eccedenza delle entrate in tasse rispetto alle uscite per spese) pari a 1.181.495. Una vera e propria chimera, considerato che oggi stiamo, quanto meno, 2milioni sotto. Come situazione di cassa dunque la realtà si discosta e anche di molto rispetto all’obiettivo concordato  nel piano della Corte dei Conti.

DEBITI FUORI BILANCIO:
Nel più volte citato piano di riequilibrio economico e finanziario per l’esercizio 2017 i debiti fuori bilancio sono pianificati  per    un importo pari a 900 mila euro, con l’impegno di azzerarli del tutto nel 2018. La realtà, invece parla di una somma molto più elevata, quasi 1milione e 400mila euro. Ma il fatto più grave è che questo ammontare è determinato da poste che non dovrebbero essere inserite in questa voce. Il dirigente del settore finanze, sottolinea come i debiti fuori bilancio dovrebbero servire a coprire spese improvvise, determinate da calamità naturali, ristrutturazioni di immobili lesionati, incombenti esigenze sociali. 

Nel caso del comune di Frosinone, invece, questa posta è usata per coprire spese ampiamente programmate,  tutt’altro che urgenti e improvvise, pensiamo ai festini e alle sbicchierate varie. Inoltre permane il vizio di rinviare  la contabilizzazione dei  debiti fuori bilancio   agli esercizi successivi, mandando a monte la promessa di un azzeramento per il 2018. Un procedura del tutto avversa a quanto stabilito dalla Corte dei Conti, non solo nell’accordo stipulato con il Comune nel 2013.  

Le criticità espresse del dirigente dell’ufficio contabile non finiscono qui, ma le due voci analizzate  mostrano chiaramente  come l’ente non stia rispettando il piano di riequilibrio economico e finanziario. Nonostante il Comune di Frosinone, in relazione alla TARI, sia uno dei più esosi, non erogando per altro un servizio efficace ( siamo solo al 18% di raccolta differenziata), nonostante, proprio nell’ultimo consiglio comunale sia stato approvato un aumento dell’IMU/TASI pari a 800mila euro, la situazione contabile si discosta notevolmente da quanto previsto nel piano di riequilibrio economico e finanziario. 

Per il 2017 si doveva realizzare un avanzo di 1milione e 800mila euro e invece siamo in disavanzo almeno di due milioni. I debiti fuori bilancio dovevano essere contenuti in 900mila euro ed invece pare consistano in 1milione e 400mila con la prospettiva di non azzerarli nel 2018. 

Ora  La domanda sorge spontanea in questa situazione siamo  sicuri   che nel 2022 il predissesto non   si strasformi in dissesto?    Dopo 10 anni di disastri sociali sacrificati sull’altare di un’amministrazione sciagurata  tesa ad ottenere solo consensi, ci dovremo vendere pure le mutande? (per chi ancora ce l’ha).  Si  sa noi siamo germi di un’estrema sinistra volgare e disfattista. Supr Nik penserà a tutto, dall’alto dei suoi super poteri, e magari di uno scranno parlamentare  così almeno la vedono i suoi numerosi fan.


  Per chi ha voglia e pazienza propongo un video editato da nel 2016 dove si prova a spiegare la situazione in termini politici, oltre che economici.
Buona Visione.

Nessun commento:

Posta un commento