sabato 7 ottobre 2017

ALMENO METTIAMO UN CONFINE ALLA SOVRANITA DEI PARTITI

Mario Zorzetto

Nella legge elettorale elettori ed elettrici commissariati in tutto ? Eppure la Costituzione è dalla nostra parte





L'unico modo per formare correttamente la volontà generale è quello della partecipazione all'attività legislativa di tutti i cittadini, come accadeva nellapolis greca: l'idea che un popolo si dia rappresentanti che poi legiferano in suo nome è la negazione stessa della libertà.

La sovranità non può essere rappresentata per la medesima ragione per cui non può essere alienata; essa consiste essenzialmente nella volontà generale, e la volontà non si rappresenta: o è essa stessa o è diversa, non c' è una via di mezzo. I deputati del popolo non sono dunque, né possono essere, i suoi rappresentanti, ma soltanto i suoi commissari
Secondo J.-J. Rousseau,( Il contratto sociale III, 15 ) “….”

Quindi in attesa di realizzare una democrazia più partecipata… (qualcuno ci sta provando con un certo successo ma anche molti ostacoli e critiche  più o meno giustificate)…  cosa ne pensate, come elettori ed elettrici, almeno di porre un confine tra sovranità popolare e sovranità rappresentata dai partiti nella legge elettorale? FI,PD a maggioranza renziana, Lega, Ap, Verdiniani vogliono praticamente autonominarsi nei seggi di Camera e Senato.…. almeno nella legge elettorale che è la più importante dello Stato dopo la Costituzione, vogliamo definire un confine ragionevole secondo Costituzione? Perché i partiti  che rappresentano meglio le oligarchie e sono espressione di oligarchie sociali e di classi economiche abbienti  favoriscono i collegi uninominali e le liste bloccate?  

I Partiti per piazzare i loro candidati non devono andare oltre il confine di una sovranità popolare in cui l’elettore deve avere la libertà di scegliere lista e candidato tra più candidati e il responsabile/amministratore della lista deve avere la sovranità di indicare agli elettori quali candidati (lista) e quali preferisce (due capilista di genere differente). Passa la differenza che c’è tra il significato di indicare e quello di imporre. Ecco i commissari di Rousseau. Vogliamo lottare in tutti i modi e farlo capire ai nostri parlamentari nei loro terminali di Camera e Senato?.....vogliamo chiedere di scegliere i nostri parlamentari  in un  sistema bicamerale proporzionale omogeneo senza premio e collegi plurinominali con liste non bloccate almeno per tendere ad esso?.  

Una politica dell’autarchia elettorale, incostituzionale per sentenza della nostra Corte, ha prodotto gran parte della politica elettorale “pattume” dell’ultimo ventennio, Camere disomogenee, illegittime  e piene di voltagabbana (oltre 560 cambi di casacca nell’ultima legislatura) che hanno fatto passare leggi che altrimenti non sarebbero passate e ci hanno portato al referendum costituzionale e ai ricorsi ….non dobbiamo neanche farlo per una questione di colore politico    ma per rispetto della nostra dignità(libertà di scelta)  di elettori ed  elettrici, non c’è sovranità elettorale senza sostanziale libera scelta dei candidati. Questo criterio di confine delle sovranità, equilibrato e  nella 1° repubblica abbastanza scontato, ….oggi non lo è più… dobbiamo lottare con una campagna del No…”Non votate quei partiti che  calpestano il confine della nostra dignità elettorale”


ROUSSEAU, LA CRITICA DELLA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA
L'unico modo per formare correttamente la volontà generale è quello della partecipazione all'attività legislativa di tutti i cittadini, come accadeva nellapolis greca: l'idea che un popolo si dia rappresentanti che poi legiferano in suo nome è la negazione stessa della libertà.
(Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1968, vol. XV, pagg. 908-909)
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