giovedì 16 novembre 2017

Per una nuova politica che non sia un gioco per èlite annoiate

Ivano Alteri

Luciano Granieri


La politica non è un gioco di società per élite annoiate. Per noi di qua sotto, essa è un'assoluta necessità; poiché qui da noi serve come il pane, per non essere affamati, umiliati e offesi.

Il Potere che si nasconde dietro il ceto politico odierno (complice, rassegnato o impotente, con rare eccezioni) ha progressivamente eroso la rappresentanza dei nostri diritti ed interessi, svuotando le istituzioni democratiche della nostra presenza, mentre cercava di rendere legale ciò che era, e resterà per sempre, inaccettabile. Fino ad ora, la protezione della Costituzione Repubblicana ha impedito che l'arbitrio si facesse definitivamente legge; e noi abbiamo impedito a nostra volta che tale protezione venisse meno, combattendo e vincendo la battaglia referendaria del 4 Dicembre 2016.

Ma noi, qua sotto, non intendiamo più limitarci a difenderci; noi, qua sotto, conosciamo bene la differenza che passa tra l'essere calpestati e il sentire soltanto il calpestio da lontano. A noi, qua sotto, non basta più soltanto resistere alle aggressioni predatorie. Neanche ai nostri avi politici è bastato. La loro Resistenza, infatti, è servita non soltanto ad abbattere il tiranno, ma anche a scrivere la Costituzione democratica per l'edificazione di un paese di uomini e donne liberi. La nostra odierna resistenza deve ora sfociare nell'applicazione integrale di quella Costituzione, per rendere effettiva la libertà che essa enuncia.

Noi di qua sotto vogliamo che la Repubblica rimuova gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. C'è un'élite disposta ad assumere la guida politica di tale volontà? C'è un'élite determinata ad aiutare questa nostra volontà a darsi nuova rappresentanza politica?

Questo è quanto occorre a noi di qua sotto. Per noi vincere significa invertire le politiche fin ora seguite, ripristinare i nostri diritti, preservare gli interessi dei più, combattere ad armi pari contro l'oppressore.  La nostra vittoria può consistere soltanto nel riprenderci la dignità di uomini e donne di fronte a chi pensa di poterci calpestare impunemente.

Di altre vittorie, noi di qua  sotto non sappiamo che farcene.

“Fermare la destra” è un obiettivo politicista e ingannevole che lasciamo agli imbonitori; a noi interessa far camminare le nostre istanze, riconquistarci gli strumenti democratici per la lotta, guadagnarci la vita oltre la sopravvivenza. Fare l'unità del ceto politico non rientra nelle nostre preoccupazioni quotidiane, visti gli stenti, la frammentazione e la solitudine in cui siamo costretti a vivere noi. Impedire alla destra di vincere e poi vedere le sue stesse politiche applicate dai nostri sedicenti rappresentanti, è una vittoria che abbiamo già visto e non ci interessa. Vincere le elezioni non è il nostro cruccio e non è la nostra vittoria. Il nostro cruccio è: “per fare cosa?”; la nostra vittoria è costruire il mondo  enunciato dalla Costituzione. E per farlo, noi di qua sotto ci sentiamo tutti indispensabili.

Per noi di qua sotto, cittadini della Provincia di Frosinone, è indispensabile che i beni comuni come l'acqua tornino nella nostra disponibilità, cioè pubblici; perché anche le fatture di Acea (e di altre utenze necessarie) sono un ostacolo economico al pieno sviluppo della persona umana. Esse sono altresì oltraggiose, poiché continuano a contenere la “remunerazione del capitale”, nonostante la contraria volontà da noi espressa chiaramente col referendum del 2011.

Per noi di qua sotto, abitanti di questa Provincia, è fondamentale disporre di un servizio sanitario che assicuri la tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e della collettività. Prerogativa ostacolata dalle politiche nazionali e da un piano aziendale regionale che ha appaltato alla gestione privata l’intero comparto della diagnostica e della prevenzione e che concede un numero di posti letto inferiore alla quota stabilita dalla legge, nonostante l’inquinamento della nostra terra determini un’allarmante ascesa delle patologie tumorali e cardio-respiratorie.

Per noi di qua sotto, membri di questa comunità in grave crisi economica e sociale, è vitale la pianificazione di un modello di crescita economica inclusivo e sostenibile, che non passi più dalla speculazione fondiaria e finanziaria, ma si basi sulle straordinarie risorse archeologiche, naturalistiche e culturali nella disponibilità del territorio, per proteggere il nostro habitat e la nostra memoria, e trarre lavoro e ricchezza dalla loro valorizzazione.

Di questo discuteremo nell'assemblea fissata per il giorno 22 novembre, alle ore 17,30, presso la Saletta delle Arti (Saletta Gualdini), Via G. Matteotti 2, Frosinone, alla quale sono invitate tutte le associazioni, i cittadini ed eventuali élite interessate. Preghiamo astenersi i sedicenti “apolitici”.

Nessun commento:

Posta un commento