mercoledì 20 dicembre 2017

COME CAMBIARE LA REALTA’ DEL PAESE : QUALE LOTTE E QUALE PARTECIPAZIONE ?

Umberto Franchi



   Credo che per capire la realtà che stiamo vivendo ed il cosa fare, sia essenziale partire da queste considerazioni:



Primo: i vari governi che si sono succeduti dalla metà degli anni 80,  ed il padronato (tutto), con un accelerazione negli ultimi 10 anni,  hanno ricercato la competitività del sistema impresa,  attraverso:

 la riduzione di tutti costi , non solo quello del lavoro, ma anche quello della prevenzione e sicurezza scontando la morte di 1000 lavoratori  l'anno; 



quello dell'abbandono di uno sviluppo compatibile con la natura e la persona, nonché i danni causati all’ambiente a causa di scelte distruttive scellerate;

 quello della deregolamentazione di ogni regola nel lavoro (flessibilità) allungamento orari, incremento carichi e ritmi, e ben 48 forme di lavoro precario, l’abolizione di ogni diritto di chi lavora attraverso la cancellazione dell’art. 18 e la legge jobs act;

la frantumazione dell'organizzazione del lavoro, con la nascita  delle piccole imprese, con le  esternalizzazioni delle attività in false cooperative, aziende in appalto, subappalto, conto terzi, ecc…;


la riduzione sistematica  dei salari, e pensioni con gli operai che nella metà degli anni 80 avevano i salari più alti d'Europa ed oggi sono  diventati quelli che guadagnano meno;


la deregolamentazione e depenalizzazione del testo Unico sulla prevenzione e sicurezza a tutela  di chi lavora e della prevenzione e  nei luoghi d lavoro.

Assieme a ciò c’è stata la privatizzazione e svendita delle imprese significative a partecipazione Statale, la distruzione dello stato sociale con particolare riferimento alle pensioni e sanità pubblica.


Secondo: Questa situazione ha anche   indebolito la competitività del  sistema economico produttivo, Italiano creando uno sviluppo profondamente distorto.
La ripresa attuale è segnata dall’incremento delle esportazioni , ciò significa che la competitività con i Paesi Esteri dipende  dal basso costo del lavoro, non certo dall’innovazione tecnologica, mentre aumentano i poveri del 200% negli ultimi 5 anni, ed aumentano le disuguaglianze tra i diversi cittadini italiani.



In sostanza le imprese anziché investire i propri capitali nello sviluppo “alto” ricerca, innovazione di processo e di prodotto, ecc... hanno preferito non rischiare i propri capitali ed investire nelle attività speculative, parassitarie, finanziarie colpendo diritti e salari.

Terzo:  questa realtà , da una parte ha nettamente indebolito la forza di contrattazione dei lavoratori, ma non ha  cancellato la centralità del lavoro, ed è ancora la classe operaia  il “Soggetto ” principale del cambiamento.


 Ora la centralità delle scelte che i governi di centrodestra e centrosinistra, nonché   della  Confindustria , hanno  avuto una accelerazione con il  progetto Confindustriale  del 2010, chiamato “Libro Verde” , tutto fondato sull'ideologia liberista con al centro lo slogan “liberare il lavoro, liberare l'impresa” , progetto che da una parte ha  mirato, riuscendoci,  a eliminare ogni tutela individuale e collettiva dei lavoratori, continuando a fare pagare i costi della crisi ai soliti “noti” (il mondo del lavoro ed i pensionati) e dall'altra ha cercato e continua a cercare di cancellare il ruolo contrattuale  del sindacato come lo abbiamo conosciuto negli anni passati , per farne un soggetto del tutto subordinato.


Come abbiamo visto nell’ultimo confronto Governo Sindacati, la CISL e UIL hanno detto ok alle proposte del governo, divenendo del tutto complici alle scelte di governo perdendo ogni dignità, mentre la CGIL ha detto NO mantenendo la dignità,  ma chiamando alla mobilitazione su un progetto minimalistico e perdente, che non intacca minimamente le scelte del Governo. 



Sono convinto  che chiunque vinca le prossime elezioni tra centrodestra, centrosinistra e M5S,  la prossima mossa di chi governerà agirà in conformità a quanto richiesto dalla Troika Europea e dalle Confindustria  , cioè  quello  di eliminare il Contratto Nazionale (sia per quanto riguarda la copertura salariale del potere d'acquisto, che il l'autonomia contrattuale delle Categorie),  per sostituirlo con il contratto aziendale basato sulla “produttività”,    per arrivare infine alla cancellazione del sindacato ed alla definizione dei rapporti di lavoro attraverso il solo contratto individuale, senza più il bisogno di fare un contratto collettivo solidale.

In questa prospettiva il sindacato non finirà ma verrà mutato geneticamente diventando il sindacato dei servizi e dell'assistenza che collabora in modo del tutto subordinato  all'azienda ed alle sue decisioni di comando, con risorse economiche assicurate dagli Enti Bilaterali.

Se questa è la realtà , occorre anche rilevare che  da una parte si è nettamente indebolita la forza di contrattazione dei lavoratori, ma non ha  cancellato la centralità del lavoro, ed è ancora la classe operaia  il “Soggetto ” principale del cambiamento.

Se è chiara  che la realtà è questa , cosa fare per mutare   la sua prospettiva?

   Il capitalismo  per ottenere le leve del comando ed attuare le cose sopra descritte  non ha usato soltanto le piattaforme digitali e i mass-media, spesso  carpendo la volontà dei cittadini , non ha  usato soltanto i poteri forti lobbisti, non ha usato solo   la corruzione che è entrata in ogni rango del sistema, non ha usato anche il pensiero unico liberista entrato con forza anche nei partiti della “sinistra riformista” , ma ha usato  ed usa   con forza anche la moderazione sindacale  creando continua debolezza  e divisioni dei lavoratori.

Quindi   quando sento parlare con molta enfasi sulla necessità della partecipazione orizzontale alle scelte ed ai programmi della sinistra radicale , alla elaborazione delle proposte attraverso l’autovideo,  alla votazione delle piattaforme, tramite la rete, dimenticando che è nei luoghi della produzione che si può decidere il come e per cosa si lavora, che si può decidere quale conversione economica/ecologica imporre a chi ha il potere economico e a chi governa ,  che è nella fabbrica che  si può decidere con quanti si lavora ,  con quale ambiente, con quale diritti, con quale salari, con quale  sistema organizzativo. Cioè se non si capisce che ogni cambiamento politico parte necessariamente  dalla forza lavoro esistente, non arriveremo da nessuna parte !

Di conseguenza la partecipazione, prima ancora che tramite la rete, va ricreata nelle aziende, dove i lavoratori possono riunirsi in assemblea e discutere decidendo le cose da fare, nelle scuole, nelle piazze, ecc… con l’obbiettivo principale   dalla rimessa in discussione e distruzione di tutte le leggi che hanno indebolito la forza lavoro nelle aziende private e pubbliche compreso le scuole.



 Questo significa che lo sforzo massimo dei movimenti esistenti, della sinistra radicale,  quella sindacale , delle Persone che si dicono “Compagni” , dei lavoratori,  deve necessariamente puntare a ricreare iniziative di lotta ed il conflitto per modificare i rapporti di forza esistenti e puntare al cambiamento radicale.



Cosa che non può essere svolta con il solo utilizzo del WEB  ed è  in questo quadro, che  anche le elezioni sono solo un momento , che non rivestono la massima importanza  !

Credo quindi  che ogni altra impostazione finalizzata a puntare tutto sulle prossime elezioni , non smuoverà la realtà ed anche le prossime elezioni al massimo segneranno l’esistenza testimoniale di chi faticherà a prendere il Quorum.

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