Si è svolto mercoledì 13 dicembre, presso la Saletta Centro delle Arti di Frosinone, un incontro divulgativo dedicato alla “Scuola della Costituzione”. Questo il nome della legge d’iniziativa popolare per la quale, dalla fine di gennaio, inizierà la raccolta firme allo scopo di portare il testo in Parlamento.
A illustrare la Lip scuola la professoressa Marina Boscaino, portavoce dei comitati che hanno elaborato il testo, la professoressa Daniela Mastracci della Lip scuola della Provincia di Frosinone. A presentare l’evento Luciano Granieri, portavoce del comitato 4 dicembre per la costituzione di Frosinone. L’incontro, organizzato dall’Anpi di Frosinone, dal comitato 4 dicembre per la costituzione e dal comitato Lip scuola della Provincia di Frosinone, ha riunito attorno alle ragioni della scuola della costituzione, un buon numero di partecipanti, non solo esponenti del mondo della scuola (studenti e insegnanti) ma anche persone che hanno a cuore un sistema d’istruzione pubblico inclusivo, laico e gratuito.
Come spiegato in modo efficace ed esauriente dalla professoressa Boscaino, questa legge d’iniziativa popolare vide la luce già nel 2006. Il testo presentava qualche piccola differenza rispetto a quello odierno, ma basava i suoi capisaldi su gli stessi principi: pluralismo, laicità e partecipazione , attraverso il sistema degli organi collegiali. Già allora, nel 2006, un gruppo di genitori, insegnanti, studenti e cittadini comuni, sentirono la necessità di elaborare un progetto d’istruzione pubblica che ripristinasse i valori costituzionali caratterizzanti il sistema scolastico definito dalla riforma del 1974.
Dopo il trattato di Maastricht le scuole europee hanno dovuto uniformarsi ad un’idea d’istruzione improntata all’esaltazione dei valori del mercato. Dove diventa centrale la formazione e non la conoscenza. Una scuola in cui è preponderante l’obbiettivo di modellare gli studenti secondo le regole della messa a capitale di ogni aspetto della loro personalità. Proprio un organismo internazionale, l’Ocse (l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha imposto e normato tali modelli che impediscono , di fatto, il pieno sviluppo della persona umana in favore della formazione di capitale umano.
Tutte le riforme scolastiche, susseguitesi in Italia nell’ultimo ventennio, hanno cercato di perseguire le finalità europee per istituire la scuola del capitale (dis)umano. La legge 30/2000 di Luigi Berlinguer, attraverso l’introduzione dell’autonomia scolastica, determinava l’ingresso dei capitali privati all’interno degli istituti pubblici. La presunta razionalizzazione non era altro che l’escamotage per ridurre i finanziamenti all’istruzione pubblica. La tendenza alla privatizzazione della scuola e al suo depauperamento economico si è inasprita con la legge delega della Moratti del 28 marzo 2003, mentre la Gelmini, attraverso la sua riforma del marzo 2010, trasformò i consigli d’istituto in consigli d’amministrazione.
Come si vede il programma di devastazione del sistema d’istruzione è iniziato ben prima dell’avvento della “buona scuola” ecco perché, già nel 2006, si avvertì impellente la necessità di riassegnare all’istruzione pubblica la sua funzione di creare cittadini consapevoli. Per altro la prima Lip grazie alle raccolta di 100.000 firme arrivò in Parlamento ma non fu mai discussa.
Con l’irruzione dei test messi a punto dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INVALSI), coordinate dall’Ocse attraverso il progetto PISA (Program for International Student Assessment) le scuole italiane vengono messe a confronto con quelle europee e in competizione fra di loro con un specie di questionario tipo vero o falso. Tali test, fra l’altro, sono premiali e garantiscono, in base alla loro correttezza, finanziamenti in denaro. Di qui l’impegno di ogni istituto affinchè gli alunni rispondano in modo conforme. Già ma conforme a cosa?
Ce lo ha spiegato la professoressa Daniela Mastracci, illustrandoci alcuni suggerimenti riportati da molti manuali che suggeriscono come compilare con successo un test invalsi. In un libretto redatto per gli alunni di terza media vi sono alcune perle. Alla domanda su quale forma di lavoro sia da preferire si suggerisce di rispondere, il lavoro flessibile. Il lavoro stabile non è più attuale e anzi per stimolare la propria creatività sarebbe preferibile cambiare occupazione spesso. Alla domanda su quale sia il tipo di famiglia migliore si esorta a rispondere, la famiglia patriarcale, dove l’uomo è il capofamiglia, la donna si occupa della casa e dei figli, perché è noto come sia il maschio, per lo più, ad occuparsi di politica e del resto, si sottolinea come anche gli animali abbiano come capi branco esemplari maschi.
Tali perle di saggezza, unite al nuovo caporalato incarnato della figura del dirigente scolastico protagonista della renziana legge 107, hanno reso ancora più urgente la riproposizione in Parlamento della Legge d’Iniziativa Popolare per la Scuola della Costituzione, così come ha esortato la professoressa Boscaino. Una legge quadro che fra i suoi articoli prevede uno stanziamento di fondi pubblici pari almeno al 6% del Pil, ciò per assicurare la gratuità della frequenza, del materiale didattico, della mobilità scolastica, della mensa.
Tale progetto sarebbe però irrealizzabile se non si modificasse l’articolo 81 della Costituzione, in cui con la modifica introdotta dalla legge 1/2012, si impone il raggiungimento del pareggio di bilancio, alienando qualsiasi posta di spesa indirizzata verso i servizi pubblici scuola compresa. Ecco perché, così come affermato da Luciano Granieri e confermato dalla stessa Boscaino, alla raccolta firme per la legge d’iniziativa popolare per la scuola della Costituzione, si aggiunge la stessa procedura per portare in parlamento un'altra Lip, quella sulla modifica dell’art.81 cost, volta a ripristinare il vecchio testo.
E’ questo il compito che il comitato Lip scuola, il comitato 4 dicembre per la costituzione di Frosinone e l’Anpi di Frosinone, si daranno per il prossimo futuro. Dopo aver contribuito al successo del No al referendum costituzionale, le tre organizzazioni ritengono che l’operazione in difesa della costituzione debba continuare imponendo il rispetto dello spirito costituzionale, più volte calpestato. La legge107 sulla scuola e la legge 1/2012 sul pareggio di bilancio sono la dimostrazione palese del tradimento di questo spirito.
Servono 50mila firme per presentare in Parlamento la legge d’iniziativa popolare per la Scuola della Costituzione. Non è un’impresa impossibile. La raccolta partirà alla fine di gennaio. Sarà cura del comitati 4 dicembre per la costituzione, dell’Anpi e della Lip scuola allestire banchetti nelle piazze per raccogliere il maggior numero di firme possibile. Saranno avviati contatti con “Liberi e Uguali” e “Potere al Popolo” le due costituende liste elettorali i cui candidati hanno condiviso la battaglia per il No alla riforma costituzionale, per sondare la possibilità di ospitare un punto di raccolta firme durante i loro comizi.
La macchina si è appena messa in moto, 50mila firme non sono molte , ma neanche poche. La Boscaino, la Mastracci, il sottoscritto e tutti i presenti confidano anche in una massiccia partecipazione degli insegnanti e di alcuni sindacati come la CGIL figure un po’ latitanti durante la raccolta firme per il referendum abrogativo sulla buona scuola.
Il dibattito è stato talmente interessante che il tempo è volato. Nel lasciare la Saletta Centro delle arti di Frosinone, l’ottimismo sul raggiungimento dell’obbiettivo era notevolmente cresciuto. I relatori e gli intervenuti sono convinti che due leggi di civiltà come la scuola della Costituzione e la modifica dell’art.81 cost. debbano porsi inevitabilmente all’attenzione del Parlamento e approvate.
Chi ha la stessa convinzione può unirsi ai comitati organizzatori . L’auspicio è che con l’aiuto di tutti si riesca ad allestire banchetti nelle piazze ciociare e raccogliere molte firme.
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