Legge elettorale. Alfiero
Grandi (Coordinamento democrazia costituzionale): il nuovo Senato potrà subito
cambiarla. Presentata una proposta di iniziativa popolare. Agli elettori: non
votate i partiti che l’hanno voluta. Il silenzio dei media
Silenzio dei media sulla iniziativa presa
dal Coordinamento democrazia costituzionale che ha presentato qualche giorno fa
una proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare, subito, appena
saranno elette le nuove Camere, la pessima legge elettorale con cui i cittadini
il 4 marzo sono chiamati al voto. Non disturbate il manovratore, questa sembra
essere la linea dei giornali, delle televisioni, Rai in testa. Anche se i
giudizi sul Rosatellum sono, nella stragrande maggioranza, negativi,
praticamente solo l’autore, il capogruppo del Pd alla Camera, ovviamente, ne è
entusiasta, ormai gli scriba si occupano solo di liste, accorpamenti, cespugli,
alleanze innaturali. Addirittura si ignora, e se lo si sa si nasconde, che nel
nuovo regolamento del Senato, quello che verrà eletto a marzo, è previsto che le proposte di legge di iniziativa popolare devono essere discusse entro tre mesi
dalla presentazione. Da qui la presentazione della proposta in Cassazione e di
seguito partirà la raccolta delle firme mentre procede la campagna elettorale.
Alfiero Grandi, vicepresidente del Comitato per la democrazia costituzionale
con l’articolo che di seguito riportiamo ricostruisce il retroscena che ha
portato alla approvazione della pessima legge e apre la campagna per cambiarla
in tempi rapidi.
Alfiero Grandi: di male in peggio. Dal
famigerato “porcellum” al pessimo “rosatellum”
In questa campagna
elettorale le promesse si sprecano. Noi tenteremo di inserire alcuni problemi
di grande valore, che potrebbero introdurre rilevanti novità in campagna
elettorale e ancor più nella prossima legislatura. Anzitutto una proposta di
modifica della legge elettorale. Per approvare la legge con cui, purtroppo,
voteremo il 4 marzo, il governo Gentiloni ha messo ben otto volte la fiducia.
Eppure si era presentato alle Camere per la fiducia promettendo che della legge
elettorale si sarebbe occupato il parlamento, mentre il governo non avrebbe
forzato la mano. È accaduto esattamente il contrario. I parlamentari di fronte
al voto di fiducia potevano solo dire Si o No, cioè non hanno potuto entrare
nel merito, né proporre modifiche alla legge concordata tra i vertici di Pd,
Lega, Forza Italia, per citare i maggiori, con l’appoggio di Verdini e c. al
Senato.
Purtroppo l’ex
parlamento era stato eletto con il famigerato “porcellum”, cioè tutti nominati
di fatto dall’alto, dai capi partito. Per questo la maggioranza dei
parlamentari è stata obbediente agli ordini. Gli elettori non hanno potuto
scegliere per la terza legislatura di fila i loro rappresentanti. È così dal
2006 e ogni legislatura, purtroppo, è stata peggiore di quella precedente. Per
questo la maggioranza del parlamento non ha nemmeno provato a disobbedire agli
ordini dei capi partito e ha approvato la nuova legge elettorale (rosatellum)
pena la non rielezione. Come scriveva Manzoni chi non ha coraggio non se lo può
dare.
Del resto è un
parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale, delegittimato che
non ha esitato a tentare di deformare la Costituzione, iniziativa, per fortuna,
bocciata dal referendum del 4 dicembre 2016. L’ex parlamento accettando
l’imposizione dei capipartito ci ha “regalato” una pessima legge elettorale che
rischia di perpetuare il meccanismo perverso che vede i rappresentanti degli
elettori e delle elettrici non essere scelti da quelli che dovrebbero
rappresentare, cioè i cittadini. Una contraddizione formidabile, che allarga
ancora il fossato tra i cittadini e i loro rappresentanti. Così si nuoce alla
democrazia rappresentativa che è l’essenza della nostra Costituzione.
Si seleziona dall’alto una classe
dirigente fedele e obbediente ai capi partito
Il timore di far
decidere ai cittadini è tale che si preferisce selezionare dall’alto una classe
dirigente fedele ed obbediente ai capi partito, ma questo mina la qualità della
nostra democrazia, di cui è presidio la Costituzione, che non a caso si voleva
cambiare. La speranza di chi ha compiuto questa forzatura è che ci si rassegni
al fatto compiuto. Noi non ci rassegneremo a questa legge elettorale e finché
avremo voce e forza cercheremo di convincere che è indispensabile cambiarla per
il bene della nostra democrazia. Ricorderemo anzitutto che ci sono precise
responsabilità: ci sono partiti che hanno voluto questa legge e ci sono
senatori e deputati che l’hanno votata. È bene ricordarlo agli elettori, perché
il 4 marzo hanno la possibilità di dare un giudizio, di esprimere la loro
critica più forte non votandoli. Astenersi disgustati sarebbe un errore, meglio
votare contro i responsabili.
Il coordinamento per la
democrazia costituzionale ha deciso di presentare una proposta di legge di
iniziativa popolare per cambiare il sistema elettorale in vigore e inizieremo a
raccogliere le firme già durante la campagna elettorale e poi proseguiremo,
ponendoci l’obiettivo di presentare la proposta al Senato, il cui nuovo
regolamento prevede che entro tre mesi le proposte di legge di iniziativa
popolare vengano esaminate. In altre parole vogliamo riaprire la discussione
prima possibile. Avrete notato che sono sempre meno quelli che difendono questa
legge, i pentiti aumentano, anche perché tra chi l’ha voluta qualcuno inizia a
capire che favorisce altri, in altre parole hanno creato un mostro che gli si
rivolta contro. Ci vuole tempo e pazienza ma è possibile riaprire la partita,
con l’obiettivo di ottenere una nuova legge elettorale in cui i cittadini
possano finalmente scegliere i loro rappresentanti.
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