In qualità di responsabile
ambiente della federazione provinciale di Rifondazione Comunista , come
candidata al Consiglio regionale e al Senato per Potere a Popolo, ma
soprattutto in veste di cittadina, aderirò alla manifestazione “BASTA ACEA ATO5
che si terrà a Frosinone, Sabato 17
febbraio con partenza dal piazzale del vecchio stadio.
La vicenda di Acea, è
emblematica di come il capitale, grazie ai comitati d’affari che occupano il
Parlamento e le assise locali, riesce a
vessare i cittadini, lucrando su un bene fondamentale per la vita come l’acqua.
Nel 2011 il popolo sovrano, attraverso un
referendum, ha decretato che sull’acqua è vietato fare profitti, con l’abolizione
della remunerazione del capitale investito.
I sindaci dei Comuni compresi nei
vari ATO, stranamente, ignorano il referendum continuando ad approvare tariffe
illegali comprensive del profitto per il
gestore. Dal 1° gennaio 2012 con il decreto Salva-Italia, del governo Monti,
la determinazione delle tariffe viene demandata ad un organo
specifico: l’Autorità per l’Energia il Gas ed il Servizio Idrico (AEEGSI)
il quale stabilisce che le tariffa debba coprire
interamente i costi sostenuti dal gestore, fra questi figura il costo della risorsa finanziaria. In
pratica la vecchia remunerazione del capitale, eliminata dal referendum, viene
reintrodotta sotto altro nome.
Ma il
tracollo si ha nel maggio del 2017 quando il Consiglio di Stato respinge
definitivamente i ricorsi presentati dalle associazioni dei consumatori sulla
mancata attuazione del referendum nella determinazione della tariffa. Secondo il supremo giudice amministrativo, ai
sensi della normativa italiana ed europea attualmente in vigore, il servizio
idrico è un servizio a “rilevanza economica” dunque deve assicurare una rendita
direttamente stabilita dai mecati finanziari.
Con buona pace di quei 26
milioni di cittadini che hanno votato per l’acqua pubblica, Acea è legittimata
a distribuire dividendi milionari ai propri azionisti, sacrificando gli
investimenti per l’efficientamento , e ad assicurare il profitto proprio attraverso la
tariffa. Il Comune di Roma è il maggiore di questi azionisti detenendo il 51%
delle azioni di Acea, ma la sindaca pentastellata Raggi, pur promettendo in
campagna elettorale la rideterminazione degli assetti societari di Acea verso una maggiore predominanza del pubblico, e una quota di investimenti maggior per
l’adeguamento della rete idrica, nulla ha fatto. Il Movimento che prometteva di
aprire il Parlamento come una scatola di tonno non è riuscito neanche a
scalfire lo scafandro della multi utility romana.
Uguale responsabilità ha la
Regione a guida Pd. Pressata dalle normative europee il Consiglio, guidato da
Zingaretti, approva la legge 5 recependo
tutte le indicazioni del Forum dei
Movimenti per l’acqua. Sembra fatta. La legge propone la gestione pubblica
della risorsa. Ma siccome gli interessi del capitale (Acea) sono intoccabili,
la normativa non verrà mai applicata per la mancanza dei decreti attutivi, per altro licenziati pochi giorni fa, che di
fatto peggiorano la situazione attuale.
La meritoria attività dei movimenti per
l’acqua pubblica attivi nella nostra Provincia organizza manifestazioni e
offre consulenza per contestare e non pagare bollette, “creative” . E’ la giusta strada. Bisogna colpire il
capitale fin dentro il portafoglio. Ma a soccorrere Acea ci pensa il comitato d’affari
a guida Pd che è al governo. Con il decreto del 22 febbraio 2016 il ministro
dell’economia e delle finanze Padoan autorizza la riscossione coattiva dei
crediti vantati da Acea Ato5 nei
confronti degli utenti della Provincia di Frosinone. In pratica solo a
Frosinone e Provincia una legge speciale prefigura per chi non paga un reato penale con la
possibilità del distacco del contatore.
La vicenda della risoluzione del contratto richiesta da 11 sindaci
guidati dal primo cittadino del Capoluogo Ottaviani , alla fine rivela lo scopo
esclusivamente elettoralistico
dell’operazione. Infatti il TAR boccia l’istanza per gravi vizi procedurali.
Di fronte ad un tale danno per il benessere
di cittadini , arrecato dagli interessi del capitale privato supportato
dall’oligarchia politica, non resta che la mobilitazione a cominciare da sabato 17 febbraio a Frosinone. Invito tutti i
cittadini a partecipare, per liberarci da Acea, ma soprattutto per ribadire che, se non s’impone la gestione pubblica e
partecipata della risorsa idrica, sottraendola alle mire del mercato, nessuna
impugnazione di bolletta o reclamo sarà efficace.
Rimane comunque indispensabile continuare a
contestare le fatture e rendere più dura la protesta. Non serve la risoluzione
ma la RIVOLUZIONE.
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