lunedì 27 maggio 2019

Un' Europa al passo con i tempi

Luciano Granieri





Tanto tuonò che non piovve. Una caotica caciara sta accompagnando i risultati delle elezioni europee. Maratone, mezze maratone, podistiche amatoriali, rimandano clamori sul risultato eclatante  dei sovranisti difensori della cultura giudaico cristiana in Italia, in Ungheria, in Francia. 

Salvini,  baciando e  giocherellando con il suo cromato luccicante rosario, promette sfaceli continentali  preservando in Italia  l’unità del governo a patto che da oggi in poi si farà  come dice lui senza se e senza ma. 

I verdi, trainati  dalla ragazzina terribile Greta Thunberg, capitalizzano in senso civile il malcontento diffuso a piene mani da un’oligarchia europea schierata sempre e comunque contro i più deboli. Non sarà comunque l’approdo in Parlamento di qualche fascista in più, o di una nouvelle vague verde a cambiare l’antifona. Tanto a decidere sarà la Bce, l’Ecofin,  i singoli Stati, i cui capi occupano  il consiglio ed eleggono a loro immagine e somiglianza la Commissione. 

La realtà vera è che le elezioni continentali non sono altro che una presa in giro per legittimare democraticamente delle decisioni prese sopra la testa dei cittadini e sistematicamente antisociali. Non a caso le tematiche sviluppatesi,  sia in campagna elettorale, che nell’analisi del voto, riguardano per lo più tematiche interne non solo in Italia. 

E’ andata in scena la nuova edizione di un talent che di solito premia chi c'ha la pagina social più bella e strilla di più. Nel 2014 incoronò il “bomba” Renzi, nel 2018  il burattino Di Maio e oggi l’urlante e rancoroso Salvini. Chi sarà   nella prossima edizione l'acclamato    dal tripudio popolar-mediatico? Già perché la demonizzazione delle tanto vituperate ideologie (ideologie, non crimini  fascisti e postfascisti) ha  lobotomizzato la coscienza civile  dell’elettore che, di volta in volta ,propende per il concorrente più a la page. 

Oggi come oggi, il "dagli al negro" va molto di moda, così come nel 2014 era in voga la rottamazione renziana ed in seguito i vaffa grillini. Aspettando il prossimo "conducator" di tendenza, una questione mi rammarica e rattrista. 

Per decenni ci hanno raccontato che  la  coscienza di classe, la  lotta al capitalismo erano storie desuete, vecchio orpello di una stagione politica morta e sepolta. Roba da reduci nostalgici. I più assidui ad affermare certe verità inoppugnabili sono stati proprio quelli che una volta venivano da lontano per andare lontano. 

Oggi  si va imponendo   una classe dirigente formata da  altri nostalgici; i nostalgici dei regimi nazi-fascisti. Oggi   viene spacciato per nuovo corso politico un processo di devastazione di  diritti sociali, civili e perfino umani tipico  all’ancient regime dell ‘800 con lavoratori sfruttati, schiavismo diffuso, razzismo imperante. Quando si dice corsi e ricorsi storici! Ma è la post-modernità bellezza!


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