lunedì 3 giugno 2019

Un due giugno sinceramente democratico grazie al fronte unitario antifascista della Provincia di Frosinone

Luciano Granieri




La manifestazione   di ieri, organizzata a Frosinone  per lanciare la costituzione di un fronte unitario antifascista nella nostra provincia , ha avuto il merito di rimetter al centro le reali  motivazioni  su cui poggiano   le  celebrazione della festa della Repubblica. Radici  che spesso si  sono confuse in una sorta di esaltazione patriottarda,   fra sfilate delle forze armate (da qualche anno fortunatamente  con meno carri armati ad occupare i fori imperiali), schieramento  di  alte cariche istituzionali, spesso annoiate, ma comunque impettite a salutare i corpi militari. 

Ieri a  Frosinone, in Piazza VI dicembre di fronte al Comune, è stato subito  chiaro che si stava festeggiando  la Repubblica, non le forze armate.  Ma soprattutto era del tutto evidente che si stavano celebrando    le fondamenta antifasciste radicate nel patto sociale scritto nella  Costituzione figlia della resistenza. 

Ai vari Caudilli  del “prima gli Italiani” , alla paccottiglia razzista nostalgica di una sciagura storica che probabilmente non conoscono neanche bene, è stato sonoramente ricordato che vivono in una Repubblica democratica fondata sul lavoro, in cui "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". 

Al  “bacia crocifissi”, con annesse litanie alla “Gasperino er Carbonaro” vestito da marchese, è stato ricordato che le leggi  disumane licenziate per acchiappare consensi - dopo aver diffuso  fiumi di  paura in gente già resa insicura da una devastante crisi economica  - sono incostituzionali.  La giurisprudenza costituzionale le smonterà pezzo per pezzo. Le sentenze del tribunale di Firenze, e più recentemente di quello di Bologna, che  hanno giudicato incostituzionale la norma del decreto sicurezza per la quale si  vietava la registrazione all’anagrafe dei richiedenti asilo,  stanno li a dimostrarlo. Meno male che c’è la Costituzione! 

Piuttosto si è levato alto dalla piazza l’appello  ad un maggior  rispetto della Costituzione. Non è tollerabile che gruppi i quali  fanno orgogliosa mostra di iconografia nazifascista  possano tranquillamente partecipare ad elezioni per eleggere soggetti istituzionali che dovranno giurare su quella Costituzione   così tanto odiata. 

Non è tollerabile che uno di questi gruppi, i sedicenti fascisti del terzo millennio, occupino abusivamente  un palazzetto di proprietà dello Stato democratico ed antifascista senza pagare alcun affitto. 

Non è tollerabile che un ministro legiferi in pieno disprezzo dei principi costituzionali ignorando il ruolo del Parlamento e le elementari regole istituzionali. 

Non è tollerabile che, in qualsiasi forma venga declinato, il fascismo sia considerata un’idea. Il Fascismo è un crimine. 

Questo è stato ribadito più volte dal variegato  e pluralista fronte riunito dall’Anpi della provincia di Frosinone. Un fronte composto da partiti politici, sindacati, movimenti studenteschi e associazioni antifasciste,  che da ieri ha iniziato il suo percorso fatto di incontri, manifestazioni, confronti nelle piazze. 

A proposito, non sarebbe male andare nelle periferie a spiegare a chi ha votato Salvini  che, nonostante i rom siano stati cacciati, nonostante gli immigrati siano sempre di meno, il loro condottiero li sta per derubare di 41 miliardi di euro. Sono quelli che dovremo  restituire in interessi per il debito di 17,5 miliardi  che il difensore del popolo italico si sta accingendo a contrarre  con i mercati europei allo scopo  finanziare la famosa flat tax. 

Una riforma della tassazione che, per consentire a chi più ha di pagare di meno (alla faccia della progressività fiscale scritta in costituzione), accolla ai poveracci un ulteriore  debito di 41 miliardi. Un salasso   che li renderà ancora più poveri indipendentemente dal numero dei rom o degli immigrati che popoleranno il loro quartiere.  Al di la di tutte le discriminanti fasciste e razziste, gli conviene?   ci conviene?





Gli aderenti al fronte unitario antifascista della Provincia di Frosinone: 

Anpi della provincia di Frosinone (sezioni di Ceccano e Frosinone)
Frosinone Libera
Collettivo UgualMente
Lazio Pride
Rete degli studenti medi  
CGIL (Spi Mfe)  
Rete delle Comunità Solidali
Osservatorio Peppino Impastato
Cittadinanzattiva TDM
Blog Aut Frosinone
Giovani Democratici 
Possibile
Potere al Popolo
Democrazia Atea
Rifondazione Comunista
Partito Comunista dei lavoratori
Partito Socialista Italiano
Partito Democratico 

 Si attendono altre adesioni sia di movimenti che di singoli cittadini. 

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