domenica 3 novembre 2019

Il sindaco Ottaviani e i dati oggettivi

Luciano Granieri



Il 10 Ottobre scorso, come esponente del Tribunale per i diritti del malato sono stato invitato dalla Asl di Frosinone alla “Giornata della Salute nei distretti sanitari”. Un evento focalizzato sul tema “Lo stato di Salute della popolazione e gli effetti delle cure erogate”. Nello specifico il nuovo direttore generale della Asl il Dott.Stefano Lorusso, oltre ad incontrare  i coordinatori del sistema socio sanitario di distretto,  i membri della associazioni dedicate, nonché il sindaco, ha illustrato il sito “Open Salute Lazio”, nel  quale sono raccolti i dati sull’incidenza  delle malattie, le cause di ricovero, insomma tutto quanto è  necessario per fornire un quadro esatto sulle condizioni di salute della popolazione nel territorio. 

In quel frangente    Ottaviani,   oltre a celiare con le solite amenità di colui  che si crede spiritoso, ha focalizzato il suo intervento sulla veridicità e  la corretta lettura dei dati. Si  è scagliato  contro  chi, attraverso una lettura faziosa di certi riscontri, ricava  narrazioni  completamente fuorvianti per di più usate per attaccare amministratori e  amministrazioni. 

Lo stesso ammonimento fu rivolto alle associazioni da lui convocate dopo l’incendio della Mecoris a cui personalmente ho partecipato. Anche in quel caso  non era ammissibile un’interpretazione diversa da ciò che i dati sulla qualità dell’aria rilevate dalle diverse centraline sancivano, e cioè che tutto andava bene madama ma la marchesa. 

Però, a seguito  delle valutazioni trionfalistiche  che lo stesso sindaco aveva profuso in pompa magna sui media locali, in relazione ai risultati sull’inquinamento diffusi  dalla stessa Legambiente nel rapporto “Mal’aria di città 2019”,per esaltare il proprio operato in termini di tutela ambientale, il movimento ecologista ammoniva il primo cittadino  ad evitare toni enfatici, a seguito di una sua  lettura parziale  e fuori contesto dei dati presenti nel rapporto. 

Dunque il bue dice cornuto all’asino.  Ovvero colui il quale  ha ammonito  in più frangenti a non usare una lettura di parte di dati oggettivi per agitarli come strumento di propaganda, è il primo a percorrere questo fallace e fastidioso sentiero e, cosa grave, costui è il sindaco del capoluogo, non un semplice “solarolo da tastiera”. 

In particolare   i  riscontri    messi  in evidenza  sono positivi se valutati singolarmente ma del tutto insignificanti se inseriti in un contesto che vede la nostra città in piena crisi ambientale. Ad  esempio vengono citati dal sindaco  solo gli anni 2016 -2017 come indice di perdita di posizioni sulle città più inquinate. Viene omesso il 2018  in cui Frosinone schizza al secondo posto  per poi tornare al 13 nel 2019 anno prontamente esaltato. Ciò a significare, come sostiene Legambiente, che per sancire un definitivo miglioramento della qualità dell’aria bisogna realizzare un trend positivo di più anni. 

Sui dati del consumo di suolo, in cui il cemento si sta mangiando la città in modo irrefrenabile e devastante per l’inquinamento, il sindaco non proferisce parola, eppure in questo campo  l’amministrazione comunale può incidere  in modo decisivo. Del resto, in base a quanto  ancora sostiene Legambiente,  non si vede come le irrisorie misure messe in campo da Ottaviani, possano poter cambiare qualcosa sulla pesante condizione ambientale della città. 

Sicuramente nulla può il “grande polmone verde” del Matusa, così lo definisce il sindaco . Se il prato spelacchiato  dell’ex campo sportivo contornato da quattro alberelli incastrati fra i palazzoni di Piazza Caduti di Via Fani  è un polmone verde, la Villa Comunale è la foresta amazzonica prima che fosse devastata dagli incendi. Ma, come è noto, la Villa Comunale è stata fatta da altri, quindi non risulta  proprio nella  personale google map dell’amministrazione attuale. Anzi è in atto un vero e proprio smantellamento  del sito come centro di divulgazione culturale. 

Personalmente mi sento preso in giro da questo sindaco e dai suoi fedelissimi sostenitori. Fino a quando la popolazione di Frosinone riuscirà a non sentirsi anch’essa presa in giro? 

A proposito proprio ieri un’altra azienda è  andata  fuoco sull’asse attrezzato, e ha  infestato  di fumi mefitici l’aria. Adesso ricomincerà il rosario di proteste, di interrogazioni, verremo inondati da dati sulla qualità dell’aria che, volete scommetterci?  Non saranno preoccupanti. 

La gente s’indigna e s’impegna e poi getta la spugna con dignità”  canta De Andrè. Ecco visto come sono andate le cose  con la Mecoris, con la schiuma nel Sacco, stavolta non voglio neanche fare la fatica d’indignarmi e d’impegnarmi, getto fin da ora la spugna con dignità. Ciò per non confondermi con certi esponenti di  associazioni che fanno solo  finta di impegnarsi  gridano strepitano e  poi gettano ugualmente la spugna,  ma senza dignità perché non sono altro che  attori di un gioco delle parti  utile solo a  quel potere che nulla può o vuole fare per risolvere il problema dell’inquinamento.  

Di seguito pubblichiamo il comunicato di Legambiente.



ECOSISTEMA URBANO 2019, FROSINONE ANCORA AI BASSIFONDI.

LEGAMBIENTE RISPONDE AL SINDACO OTTAVIANI
In tutta sincerità, l'entusiasmo con il quale il Sindaco Ottaviani ha commentato i dati del rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente ci ha colto di sorpresa. Consigliamo al Sindaco maggiore prudenza e lo invitiamo a una lettura più attenta dei dati che riguardano Frosinone. Gioire per una promozione dal 101esimo al 92esimo posto nella graduatoria dei capoluoghi di provincia ci sembra francamente eccessivo e fuori luogo. Un tale atteggiamento non solo tende a far dimenticare i gravi problemi irrisolti della città su cui il ritardo rispetto alle realtà più virtuose del nostro Paese sembra ormai incolmabile, ma rischia di far abbassare la guardia rispetto a battaglie che sono ben lungi dall’essere vinte.
Partiamo dalla qualità dell’aria.
Il Sindaco ha richiamato i risultati dell'edizione speciale di Mal'aria di città 2019, rapporto curato sempre da Legambiente, e segnatamente la discesa al 13mo posto nella classifica del numero di superamenti delle soglie limite delle PM10 sulla base delle misurazioni dalla centralina dello Scalo fino a settembre. A nostro parere, questo dato estrapolato dal contesto non giustifica affatto la soddisfazione del primo cittadino. Per poter affermare che siamo davvero in presenza di un trend di miglioramento della qualità dell'aria non possiamo limitarci al dato di soli nove mesi ma dobbiamo guardare ad un arco temporale più lungo, tanto più che nella stessa classifica relativa al 2018 Frosinone era ancora al secondo posto, circostanza questa omessa nella nota diffusa dall’amministrazione. Variazioni anche sensibili dei livelli di inquinamento da un anno all’altro possono spiegarsi con l'andamento dei parametri meteoclimatici locali, mentre suona davvero poco credibile che interventi sporadici e residuali di limitazione del traffico veicolare o l'introduzione di un numero irrisorio di automezzi del trasporto pubblico alimentati a metano possa aver apportato miglioramenti significativi della qualità dell'aria. Peraltro, ad incidere sui livelli di inquinanti atmosferici c’è una molteplicità di fattori, il cui ruolo non è ancora del tutto definito, che sono completamente al di fuori del controllo dell’amministrazione del capoluogo.
C'è poi molto altro che emerge dalla lettura di Ecosistema Urbano e che il Sindaco si guarda bene dal commentare:
-ad esempio il poco invidiabile primato nazionale di Frosinone in termini di numero di auto circolanti per 100 abitanti (ben 77 - a riprova di uno stato di vera e propria tossicodipendenza dei cittadini nei confronti del mezzo privato e della perdurante assenza di una vera politica per lo sviluppo della ecomobilità), o del livello ridicolo di potenza installata di impianti di energie rinnovabili su edifici pubblici (solo 2,75 kW per 1000 abitanti).
Ma soprattutto il primo cittadino tace accuratamente sul peggioramento dell'indice di consumo di suolo per numero di residenti, che passa in un anno da 5,50 a 6,00: dato, peraltro, verosimilmente destinato ad aggravarsi alla luce del numero di permessi a costruire rilasciati di recente dall'amministrazione nella parte bassa, del tutto privi di senso in una città che avrebbe un gran bisogno di riqualificare il patrimonio edilizio esistente nella direzione del risparmio energetico. E ciò in un contesto nazionale ed europeo nel quale sempre più spesso si procede alla rinaturalizzazione di spazi edificati o asfaltati.
Bene fa, invece, il sindaco a sottolineare, finalmente, il dato forse più scandaloso ribadito anche quest’anno dal rapporto,
ovvero il livello mostruoso, inaccettabile di dispersione idrica.
Ma l'auspicio di un miglioramento della situazione sulla base degli investimenti previsti dal gestore non può bastare: il comune capoluogo ha infatti il dovere di tallonare Acea per pretendere che venga reso pubblico un cronoprogramma con tempi certi di rifacimento delle condutture, fissando obiettivi vincolanti di riduzione della dispersione.
Quanto ai rifiuti,
la collaborazione attiva dei cittadini e l’ovvio incremento avvenuto nella percentuale di raccolta delle frazioni differenziate a seguito dell’introduzione della raccolta porta a porta rischia di essere vano se il Comune non fa la sua parte per chiudere il ciclo dei rifiuti ed evitare che si ripetano sciagure come l’incendio Mecoris.
Il nostro Circolo intende insomma mettere in guardia da facili trionfalismi ed auspica un più attivo coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni sul versante della vivibilità di Frosinone, su cui sarebbe necessario un impegno attivo di tutti e l’adozione di politiche decisamente più ambiziose di quelle perseguite fino ad ora.

Il Presidente del Circolo
Stefano Ceccarelli

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