Che anno sarà il 2020 per il popolo frusinate? Spero sia proficuo per tutti in tutto il
mondo e non solo per chi abita la nostra città.
Non sono veggente né astrologo
ma ad occhio il 2020 si preannuncia come un anno di ulteriori sacrifici per la
gran parte dei cittadini del capoluogo ciociaro. Non è scritto nelle
costellazioni o nei tarocchi ma nei bilanci.
Per l’anno che verrà dovremo
pagare un debito di oltre 3 milioni di euro: 2.270.000 come avanzo di bilancio
derivante dal piano di riequilibrio economico e finanziario, a cui il comune di
Frosinone ha aderito nel 2013 e 940.000 come rata di una dilazione a saldo
di un ulteriore debito di 27.720.000. Ammanco determinato da crediti non più esigibili venuto fuori
nel riaccertamento straordinario
sui crediti di dubbia esigibilità
effettuato nella primavera del 2015.
Ciò significa che le tasse dei
Frusinati dovranno superare di 2.270.000
euro l’importo delle spese che l’ente potrà impegnare per i servizi al
cittadino, mentre per l’altro milione scarso si vedrà cos’altro tagliare. Il guaio è che già ad oggi le
aliquote tributarie sono al massimo e i servizi rasentano lo zero.
Considerato
che il museo archeologico è prossimo alla chiusura, gli asili nido sono in
completa dismissione, come il servizio di mobilità scolastica e di assistenza
agli anziani, dove si abbatterà la scure? Venderemo la Villa Comunale. Quello era un
lascito delle precedenti consiliature dal lustro nullo per l’attuale sindaco.
Oppure si potrebbe mettere su una
campagna del tipo: “dona l’oro alla patria”, chiamandola “dona l’oro alla città”.
Ma di chi è la colpa dei buffi?
Indubbiamente il comune di Frosinone, trovandosi in piano di
riequilibrio economico e finanziario, paga più di altri le scellerate regole del
patto di stabilità interna. Una normativa, figlia
del patto di stabilità e crescita, nipote
del fiscal compact , pronipote
del trattato di Maastricht, che impone ai singoli enti locali un deficit strutturale non inferiore
allo 0,5% del Pil. Lo scopo non è
salvaguardare la casse comunali imponendo al sindaco un ruolo di
semplice contabile, ma è quello di consentire alla finanza speculativa privata di appropriarsi dei beni e dei
servizi di proprietà del municipio e
quindi della collettività.
Da questo punto di vista la giunte Ottaviani
sono state, e sono, perfettamente in linea con l’obiettivo. La completa e
costante svendita dei servizi ai privati ne sono chiara dimostrazione. Al di là
dello strozzinaggio che i trattati dell’Unione Europea impongono perfino ai
Comuni, una buona dose di colpa per lo svuotamento delle tasche dei frusinati,
si deve all’attuale sindaco.
I 28 milioni di crediti ormai non più esigibili e
quindi accertati a tutti gli effetti
come debito, per cui dovremo pagare una balzello di 940 mila euro all’anno sono
tutti frutto dell’amministrazione Ottaviani. Questi sarebbero, secondo alcune analisi contabili non ufficiali , ma a quanto pare ben documentate, incassi virtuali inseriti nel fondo crediti di dubbia esigibilità
ben sapendo che la loro riscossione sarebbe stata impossibile.
Incassi
inesigibili ma, secondo
la già citata fonte non ufficiale,
utili a dimostrare il
rispetto del piano di riequilibrio economico e finanziario, e alla pomposa organizzazione di sbicchierate,
champagnate, parchi di plastica (tipo il Matusa) e luminarie varie, senza copertura, o meglio
trasferendo l’onere sui cittadini accollando a loro un’ulteriore mazzata di
940mila euro l’anno.
Essendo in piano di
riequilibrio economico e finanziario l’attività contabile del Comune di
Frosinone dovrebbe essere monitorata costantemente dalla Corte dei Conti, la
quale avrebbe dovuto rilevare e sanzionare rilevanti discostamenti
dal piano di rientro pianificato con
l’ente. In effetti l’accertamento di 28milioni di crediti non esigibili avrebbe
dovuto e potuto allertare i giudici in quanto un massa contabile così ingente , trasformatasi da attiva a
passiva, non sarebbe stata in
linea con la pianficazione concordata.
Ma chissà forse i“ Conti della Corte” non
saranno neutri e avranno una precisa
coscienza liberista. Infatti il minimo
sforamento del patto di stabilità interno per fini sociali viene sanzionato,
mentre piani di temeraria finanza
creativa, lesive dalla tenuta finanziaria
delle casse comunali vengono
tollerati, basta che non tocchino gli interessi delle lobby fondiarie e
speculative.
Per amor di verità, neanche i consiglieri d’opposizione
all’attuale e alla precedente giunta sono esenti da colpe. La loro azione è
stata debole, quanto inesistente su questi temi lasciando indisturbato il
sindaco Ottaviani nella sua azione di devastazione di servizi e beni pubblici. Neanche durante la campagna
elettorale che ha portato al secondo mandato l’attuale primo cittadino la questione
dei bilanci è stata posta con decisione dalle forze che lo contrastavano.
Comunque
queste considerazioni , ad oggi, lasciano il tempo che trovano e mi portano a soprassedere su ciò che sarà per
Frosinone il 2020. Preferisco concentrarmi maggiormente su auguri e auspici.
Auguro alla comunità frusinate che si riesca ad individuare un gruppo di
cittadini in grado di proporsi alla
guida del comune per le prossime elezioni, lavorando, da oggi fino al 2022, per trovare un candidato sindaco mosso dall’unico
scopo di assicurare il bene di tutti gli abitanti della città. Una persona che possa avere il coraggio di
violare il patto di stabilità interna per il bene collettivo (sindaci di altri comuni lo
hanno fatto) e che sia in grado finalmente di invertire la rotta fin’ora intrapresa da tutte le
consiliature succedutesi fino ad oggi. Ossia privilegiare gli interessi ed il
bene della comunità a quella degli affari dei vecchi, inossidabili soliti noti.
Felice anno nuovo a tutti.
P.S. Le analisi contabili non ufficiali si riferiscono ai contenuti di un esposto redatto da un dirigente che volle rimanere anonimo nel 2015, inviato all'epoca a: Ministro degli interni, Prefetto della Provincia di Frosinone, Corte dei Conti sezione controllo, Corte dei Conti sezione Giurisdizione, Procura Regionale presso la Corte dei Conti, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone, ai consiglieri comunali, al segretario comunale, al collegio dei revisori.
P.S. Le analisi contabili non ufficiali si riferiscono ai contenuti di un esposto redatto da un dirigente che volle rimanere anonimo nel 2015, inviato all'epoca a: Ministro degli interni, Prefetto della Provincia di Frosinone, Corte dei Conti sezione controllo, Corte dei Conti sezione Giurisdizione, Procura Regionale presso la Corte dei Conti, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone, ai consiglieri comunali, al segretario comunale, al collegio dei revisori.
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