Buone feste compagni! Ritempratevi! Perché nel 2020 dovremo
ancora una volta indossare l’elmetto per difendere dall’ennesimo attacco la
Costituzione Italiana. Non se ne può più. C’avete fatto caso? Più degrada la
cultura istituzionale del ceto politico, più si moltiplicano gli assalti alla
Carta, alcuni ahimè andati in porto, guarda caso, quelli non sottoposti a
referendum. La modifica dell’art.81, sull’obbligo del pareggio di bilancio, è
il più eclatante ed il più contradditorio dei casi perché contrasta fortemente con lo spirito
degli art.2 , 3 e con tutto l’impianto
solidaristico del documento frutto della lotta partigiana.
La sorte delle
modifiche sottoposte a referendum, fortunatamente, sono miseramente fallite
mostrando un attaccamento alla Costituzione del popolo italiano fino ad oggi
inossidabile. Ma sarà così per la stagione referendaria che ci attende nel
2020? Si tratta di contrastare un piano devastante fondato sulla riduzione del
numero dei parlamentari combinato ad una
preoccupante tensione verso una legge elettorale iper maggioritaria.
Per
soddisfare la truce faccia ignorante di un populismo
imperante si spaccia la riduzione del numero dei parlamentari come un
provvedimento sacrosanto, anti casta, atto a ridurre una congrega di iper
privilegiati risparmiando 500 milioni di euro. Niente di più falso! Un tale
misfatto, a fronte di un irrilevante risparmio, aumenterebbe la ricattabilità
degli aspiranti membri della Casta, i quali, di fronte alla diminuzione
delle poltrone, sarebbero ancora più disposti a consegnarsi, mani e piedi, alla
tirannia del loro capo bastone, aumentando in modo esponenziale il potere delle
segreterie di comitati elettorali colonizzatori imperialisti dei vecchi partiti, così come intesi nella
Costituzione.
Senza contare che un
Parlamento con un numero inferiore di membri sarebbe molti più soggetto alla
compra-vendita della vacche atte ad assicurare una maggioranza eventualmente
traballante . Gli Scilipoti, i Razzi, i Maruccio da comprare sarebbero molti di
meno e molto più accondiscendenti, per cui il costo di una campagna acquisti
sarebbe infinitamente inferiore.
Si vuole ridurre la spesa per la democrazia?
Non è possibile. Si vogliono ridurre i privilegi della casta? E’ possibile. Facendo un rapido calcolo,
e senza considerare le eventuali indennità di funzione, i componenti del Senato
guadagnano ogni mese 14.634,89 euro contro i 13.971,35 euro
percepiti dai deputati. Basterebbe dimezzare questi guadagni per ottenere un
risparmio anno di quasi 800 milioni. Ben 300milioni in più rispetto a quanto la
riduzione del numero di Parlamentari assicurerebbe. Se a questo aggiungiamo la
definizione di un numero minimo di presenze degli eletti in Parlamento, al di
sotto del quale la remunerazione andrebbe ridotta ulteriormente, in modo da
evitare che vi siano Deputati e Senatori assenteisti , il risparmio sarebbe
ancora maggiore, evitando l’ulteriore spreco di un referendum costituzionale in
quanto queste sarebbero riforme da legislatura ordinaria.
E’ chiaro quindi che
la riduzione del numero dei parlamentari non ha nulla a che fare con una diminuzione
dei costi, ma riguarda, da un lato una diminuzione delle prerogative
democratiche del Parlamento, dall’altro la schiavitù totale dei candidati ai
capi partito, in ogni caso un’ulteriore scippo di democrazia al tanto sbandierato popolo sovrano, che non sarà
sovrano di nulla, obbligato a scegliere fra gli scagnozzi più fedeli ai capi
bastone, la cui pelosa accondiscendenza sarà sicura dimostrazione di inettitudine
e incapacità istituzionale.
La lotta per difendere il mostro che sta per attentare alla Costituzione
sarà dura, molto più dura di prima , perché li avremo tutti contro: Il
Pd che, nonostante una posizione contraria, nei passaggi istituzionali precedenti, oggi ,per mera opportunità di Casta, ha
cambiato parere, alla faccia della coerenza. LeU e i bersaniani variamente declinati, tanto paladini contro la riforma renziana, quanto tappetini in quella attuale. Il M5S, impegnato a soddisfare la
feroce voglia giustizialista e di vendetta anticasta della propria stoltissima
base, dimenticando che essi stessi fanno parte della Casta e che la riforma di
Renzi, accusata di essere l’esecuzione
del programma della P2 e dei potentati finanziari, andava nella stessa
direzione. Avremo contro, ovviamente le varie declinazione della destra, dalla
versione più truce salviniana e meloniana, a quella berlusconiana meno leonina
ma altrettanto pericolosa.
Avremo contro
i “giornaloni” (Repubblica, Corriere della Sera etc-etc) ma anche i “giornalini”,
non a caso Marco Travaglio si è già schierato a favore della riforma dopo che
con la solita saccenteria e spocchia, tirandoci su anche qualche soldo con
piece teatrali maschilite, ci aveva convinto che la precedente riforma renziana, la quale ripeto, andava nella stessa direzione di questa, era un attentato
alla democrazia.
Chissà forse potremo
sperare nelle Sardine che nelle loro manifestazioni di piazza non hanno fatto
altro che sbandierare articoli della Cosrtituzione conditi con “Belle Ciao”.
Non ci spererei troppo però. Personalmente mi impegnerò al massimo per
scongiurare questo ennesimo attacco alla Carta. Lo ritengo un irrinunciabile
atto di ubbidienza civile ed istituzionale. Sono convinto che l’impegno del
Comitato per la Democrazia Costituzionale sarà come al solito espresso al massimo delle proprie possibilità e spero
che anche questa volta si potrà salvare l’integrità democratica e sociale della
Costituzione. Comunque compagni preparate l'elmetto!
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