domenica 19 gennaio 2020

Autonomia Differenziata presidio in piazza per l'unità della Repubblica

Comitato nazionale per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e per l’uguaglianza dei diritti.



Si sono svolti giovedì 16 in tutta Italia i presidi promossi dal Comitato nazionale per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e per l’uguaglianza dei diritti in contrasto al disegno di legge reso pubblico a novembre dal Ministro Boccia “per l’attribuzione alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia” ma non ancora approvato dal Consiglio dei Ministri per la presentazione in Parlamento. Il rischio denunciato nella mobilitazione è che con il trasferimento di poteri e risorse dallo Stato alle regioni vengano di fatto minate l’unità del Paese e la garanzia dell’uniformità dei diritti fondamentali – in tema di lavoro, sanità, scuola, ambiente, infrastrutture.
Nella Capitale la manifestazione si è svolta sotto la sede della Regione Lazio ed è stata accompagnata da un segnale di attenzione apprezzato dal Comitato romano, che aveva chiesto un incontro al presidente Zingaretti. In particolare, si è svolto un confronto tra una delegazione dei manifestanti e l’assessora Alessandra Sartore, che ha più direttamente seguito lo svolgersi di tali processi per conto della Regione Lazio. Da una parte sono state riportate le preoccupazioni sulle possibili conseguenze del processo di trasferimento di poteri e risorse cui si vorrebbe dar corso, anche sul ruolo e sull’economia di Roma Capitale. Dall’altra è stata illustrata la proposta di Autonomia Differenziata che era stata predisposta anche per il Lazio e a fine del 2018 approvata dal Consiglio delle Autonomie Locali, ma che poi non è più andata avanti in ragione per  l’incertezza riscontrabile sul piano nazionale. L’assessora ha voluto sottolineare come le sei materie individuate a suo tempo della Regione Lazio non incidessero in maniera così ampia come accade nei casi delle preintese definite con il Governo da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e che comunque tenevano in conto soprattutto aspetti funzionali più che trasferimento di risorse dallo Stato. Il problema non è il numero delle materie – è stato affermato dalla delegazione – ma il quadro complessivo in cui si colloca l’autonomia differenziata non essendo stata varata una legge costituzionale di attuazione degli articoli 116 e 117 della Costituzione: in queste condizioni le Intese dello Stato con le diverse regioni potrebbero portare comunque alla rottura dell’unità della Repubblica intesa come uniforme garanzia dei diritti fondamentali; così come si potrebbe causare la rottura del potere fiscale che verrebbe distribuito territorialmente, frammentando il rapporto tra cittadini e Repubblica in tanti e diversamente articolati regimi fiscali. Per questo il Comitato parla di “secessione dei ricchi”.
Al termine dell’incontro si è stabilito di mantenere aperto un canale di dialogo, che consenta di acquisire anche elementi ulteriori di conoscenza e di approfondimento sulle possibili conseguenze dell’autonomia differenziata, in vista degli sviluppi della vicenda in corso. Durante il presidio in strada è stata svolta una attività di informazione, sia con la distribuzione di volantini che con la spiegazione diretta ai passanti delle questioni in discussione. Ancora una volta è emersa la scarsa se non assente conoscenza delle tematiche legate all’autonomia differenziata e dei rischi ad essa connessi: in questo senso l’impegno del comitato nazionale e di quello romano è ora quello di intensificare le occasioni di informazione su un processo rimasto fin troppo in ombra rispetto alle conseguenze istituzionali e sociali effettivamente in grado di produrre.

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