martedì 13 ottobre 2020

La solita sorpresa della NADEF

 Luciano Granieri



Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e finanza alias NADEF. 

E che è?

 Penso che la maggior parte di chi mi legge lo sappia. Comunque lo ricordo.  Si tratta  di un documento che il Governo presenta ogni anno, verso settembre, in cui  vengono riconsiderate le politiche economiche definite nel DEF (documento di economia e finanza) varato in aprile, alla luce dei cambiamenti  sopravvenuti nel quadro economico. In pratica il NADEF definisce il contesto in cui l’esecutivo dovrà inserire la propria politica di bilancio. 

E’ un documento fatto di numeri e la sua lettura può  riservare  diverse  sorprese, come nell’ultima edizione licenziata poche settimane fa. Al di la del quadro negativo (caduta di Pil, aumento della disoccupazione e compagnia cantante) si rileva che nel  2021, per la prima volta dal 1990, l’Italia andrà in disavanzo nella misura del 3,7%. Ovvero lo Stato Italiano spenderà di più  rispetto a quanto incasserà in tasse. Come detto, non era mai accaduto dal 1990 ad oggi, salvo una pausa nel 2009

Notizia per i Frugali!!!! Un Paese costantemente in avanzo da 30 anni, cioè che incassa più in tasse - nonostante un’evasione fiscale che mangia 130 miliardi l’anno - rispetto a quanto spende in investimenti, (al netto degli interessi sul debito, quello che ci ha imposto la UE), non è precisamente uno Stato spendaccione. 

Certo nel 2021 andremo sotto, e anche nel 2022.  La  pandemia qualche danno l’ha fatto, ma solo perché il blocco delle attività economiche ha prodotto un minor introito fiscale, non perché il governo ha   speso di più. Comunque non c’è da preoccuparsi.  Nel 2023  usciremo dal “rosso”, parola del ministro Gualtieri. E’ evidente! Con la vagonata di soldi che arriverà dall’Europa attraverso  il Recovery Fund, sarà un gioco da ragazzi tornare in positivo.  

Ma siamo proprio  sicuri? Insomma…..forse no.   Sempre nel NADEF si prevede che la vagonata di soldi del Recovery Fund inciderà per lo 0,6% del Pil nel 2021, lo 0,4% nel 2022, e dello 0,8% nel 2023, l’anno in cui dovremmo tornare a veder le stelle. Non mi pare ci sia da scialare. Ma come?  il Recovery Fund non doveva essere la panacea di tutti i mali? Tutti contenti e  felici pronti  a salutare la svolta sociale dell’Europa. Ma è tutto qui?

 E allora, domando io,  se questo è,  come si spera di tornare in avanzo nel 2023 con tale  miseria da investire?  Semplice,  non investendo e tagliando su ciò che ancora si può tagliare. La  lotta all’evasione fiscale, che si mangia il 12% del Pil ogni anno,  sarà il solito enunciato di facciata senza alcun seguito, per cui l’avanzo sarà ottenibile, come al solito,  con la parsimonia nella spesa pubblica. 

Altro che investimenti per far ripartire l’economia, altro che finanziamenti sulla sanità e sulla scuola pubblica! Checchè se ne dica tutto  è rimasto come prima, tutto sarà come prima. Almeno il governo ci risparmi proclami e scenari di riscatto, che proprio  nel NADEF dichiara di non poter  conseguire.

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