Neanche di fronte a un disastro l’attuale
classe dirigente europea è disposta a prendere atto che le idee che hanno
guidato finora la politica economica sono profondamente sbagliate. Questa
classe dirigente pretende che tali idee interpretino il modo migliore di far
funzionare i mercati, elevati a mitici giudici di ciò che è giusto e ciò che
non lo è e di fatto sostituiti al processo democratico. Ma proprio la reazione
dei mercati alle prime decisioni dei ministri finanziari e poi della Bce su
come fronteggiare l’emergenza hanno sepolto sotto una valanga di vendite da
panico la palese incomprensione della situazione da parte dei massimi dirigenti
europei, costringendoli a frettolosi tentativi di riparazione.
Queste reazioni non sono però servite a
convincere leader e tecnocrati della fallacia delle loro teorie. Gli interventi
sono presentati come una risposta d’eccezione a uno stato di eccezione, senza
che questo metta in questione le regole di funzionamento dell’Unione che – si
sottintende – passata la tempesta riprenderanno ad operare pienamente.
Il Patto di stabilità in un primo momento
non era stato nemmeno sospeso, preferendo affermare che non ce n’era bisogno
perché “consente tutta la flessibilità necessaria”. Il “whatever it takes” di
Mario Draghi è stato dapprima smentito, provocando il crollo dei mercati, e poi
ripetuto in un tentativo di recupero. Ma è stata persa la credibilità, che è la
condizione indispensabile affinché quella frase sia efficace, sia perché è
evidente che sia stata detta solo perché forzata dagli eventi, sia perché i
nuovi provvedimenti annunciati dalla Bce prevedono limiti e paletti (come la
capital key, gli acquisti di titoli sovrani in base alle quote di capitale
della Banca che ogni Stato possiede, seppure attenuata) e non sono quindi nella
logica di “qualsiasi cosa sia necessaria”.
Il cosiddetto Fondo
salva-Stati (Mes) è rimasto ai margini degli annunci, a riprova
che non è in grado di salvare nulla. Si tratta in effetti solo di uno strumento
di disciplina che gli Stati egemoni vogliono usare per imporre il loro dominio
su quelli che cadano in difficoltà. Ne vogliono fare la chiave di accesso agli
interventi della Bce, una chiave che sarebbe pagata con la “grecizzazione” di
chi incautamente vi facesse ricorso, ossia l’impoverimento del paese e la sua
successiva spoliazione da parte delle economie più forti.
Nell’immediato è necessario che:
- la Bce riaffermi con forza che i 750
miliardi di interventi annunciati rispondono solo alle prime necessità della
crisi, e che è disposta ad interventi illimitati in base a quanto necessario;
- gli acquisti di titoli pubblici non
avverranno più in base alle quote di capitale della Banca che ogni Stato
possiede (criterio che peraltro non è applicato per le obbligazioni
societarie), ma in base alla necessità di contrastare la speculazione;
- la Bce dichiari che i titoli sovrani
detenuti in base ai vari programmi di acquisto saranno rinnovati
indefinitamente;
- la Bce trovi la formula giuridica
compatibile con i Trattati per acquistare a titolo definitivo bond senza
scadenza emessi dagli Stati, con rendimento zero o prossimo allo zero, da collocare
poi presso le Banche centrali nazionali.
Per il futuro è necessario che:
- i governi Ue abbandonino l’idea che la
crescita dell’economia possa essere affidata alle sole esportazioni,
continuando a perseguire indefinitamente una politica di contenimento dei
bilanci pubblici e dei consumi interni;
- i governi Ue prendano atto che
l’inserimento del Fiscal compact all’interno dei trattati europei è stato
bocciato dal Parlamento europeo e quindi quelle prescrizioni vanno lasciate cadere;
- i governi Ue concordino che il pareggio
di bilancio debba valere solo per le spese correnti;
- i governi Ue prendano ufficialmente atto
che la politica fiscale possa essere usata in funzione anticongiunturale, anche
se ciò comporta un deficit pubblico o un suo aumento;
- i governi Ue abbandonino i criteri di
sorveglianza basati su parametri inaffidabili come il Pil potenziale e l’output
gap.
Le decisioni necessarie ad assicurare la
sopravvivenza dell’Unione europea non sono naturalmente soltanto queste - valga
per tutte l'impellente necessità di dare vita agli eurobond - e ci sarà modo di
discuterne in futuro, ma ciò che ora importa è che i vertici europei si rendano
conto dei clamorosi errori ripetuti nel tempo e dichiarino di voler seguire
d’ora in poi una strada diversa. Se questo non sarà fatto la crisi sarà pagata
duramente da tutti i cittadini europei e sarà messa a forte rischio la stessa
sopravvivenza dell’Unione.
Nicola Acocella (univ. Roma La Sapienza)
Massimo Amato (univ. Bocconi)
Davide Antonioli (univ. Ferrara)
Marco Antoniotti (univ. Milano Bicocca)
Roberto Artoni (univ. Bocconi)
Pier Giorgio Ardeni (univ. Bologna)
Lucio Baccaro (Managing Director, Max Planck Institute, Colonia)
Alberto Baccini (Univ. Siena)
Giancarlo Bertocco (Univ. dell’Insubria)
Paolo Borioni (univ. Roma La Sapienza)
Sergio Bruno (univ. Roma La Sapienza)
Sergio Cesaratto (univ. Siena)
Roberto Ciccone (univ. Roma Tre)
Giulio Cifarelli (univ. Firenze)
Carlo Clericetti (giornalista)
Antonio Cuneo (univ. Ferrara)
Massimo D'Antoni (univ. Siena)
Antonio Di Majo (univ. Roma Tre)
Giovanni Dosi (Scuola Superiore Sant'Anna)
Sebastiano Fadda (univ. Roma 3)
Guglielmo Forges Davanzati (univ. del Salento)
Maurizio Franzini (univ. Roma La Sapienza)
Andrea Fumagalli (univ. Pavia)
Mauro Gallegati (univ. Politecnica delle Marche)
Claudio Gnesutta (univ. Roma La Sapienza)
Dario Guarascio (univ. Roma La Sapienza)
Andrea Guazzarotti (univ. Ferrara)
Andres Lazzarini (univ. of London e Roma Tre)
Riccardo Leoncini (univ. Bologna)
Riccardo Leoni (univ. Bergamo)
Enrico Sergio Levrero (univ. Roma Tre)
Stefano Lucarelli (univ Bergamo)
Ugo Marani (univ. Napoli l'Orientale)
Maria Cristina Marcuzzo (univ. Roma La Sapienza e Acc. Lincei)
Massimiliano Mazzanti (univ. Ferrara)
Marco Missaglia (univ. Pavia)
Francesco Morciano (univ. Pavia)
Mario Morroni (univ. Pisa)
Guido Ortona (univ. Piemonte orientale)
Ruggero Paladini (univ. Roma La Sapienza)
Daniela Palma (Enea)
Gabriele Pastrello (univ. Trieste)
Anna Pettini (univ. Firenze)
Paolo Piacentini (univ. Roma La Sapienza)
Paolo Pini (univ. Ferrara)
Cesare Pozzi (Luiss Guido Carli e univ. di Foggia)
Michele Raitano (univ. Roma La Sapienza)
Simonetta Renga (univ. Ferrara)
Guido Rey (Scuola superiore Sant'Anna)
Umberto Romagnoli (univ. Bologna)
Roberto Romano (economista)
Alessandro Roncaglia (univ. Roma La Sapienza e Acc. Lincei)
Vincenzo Russo (univ. Roma La Sapienza)
Enrico Saltari (univ. Roma La Sapienza)
Roberto Schiattarella (univ. Camerino)
Alessandro Somma (univ. Roma La Sapienza)
Antonella Stirati (univ. Roma Tre)
Pietro Terna (univ. Torino)
Mario Tiberi (univ. Roma La Sapienza)
Leonello Tronti (univ. Roma Tre)
Marco Valente (univ. dell'Aquila)
AnnaMaria Variato (univ. Bergamo)
Andrea Ventura (univ. Firenze)
Antimo Verde (univ. della Tuscia)
Marco Veronese Passarella (Leeds University Business School)
Gennaro Zezza (univ. Cassino)
Aderiscono anche:
Roberto Burlando (univ. Torino)
Riccardo Cappellin (univ. Roma Tor Vergata)
Andrea Coveri (univ. Urbino)
Lucio Gobbi (univ. Trento)
Lia Pacelli (univ. Torino)
Giuseppe Tattara (univ. Venezia)
Fabio Berton (univ. Torino)
Maurizio Zenezini (univ. Trieste)
Enzo Valentini (univ. Macerata)
Alessandro Balestrino (univ. Pisa)
Roberto Balduini (economista, Roma)
Nino Galloni (economista, Roma)
Annaflavia Bianchi (economista, Bologna)
Luca Fantacci (univ. Bocconi)
Elena Cefis (univ. Bergamo)
Alessandra Corrado (univ. della Calabria)
Emanuele Leonardi (univ. Parma)
Federico Chicchi (univ. Bologna)
Angelo Salento (univ. del Salento)
Carmelo Buscema (univ. della Calabria)
Devi Sacchetto (univ. Padova)
Lorenzo Robotti (univ. Politecnica delle Marche)
Luca Michelini (univ. Pisa)
Paolo Paesani (univ. Roma Tor Vergata)
Silvia Lucciarini (univ. Roma La Sapienza)
Fabio Fiorillo (univ. Politecnica delle Marche)
Marilena Giannetti (univ. Roma La Sapienza)
Giulia Zacchia (univ. Roma La Sapienza)
Gianni Viaggi (univ. Pavia)
Francesco Scacciati (univ. Torino)
Stefano Giubboni (univ. Perugia)
Daniela Federici (univ. Cassino)
Francesco Ferrante (univ. Cassino)
Valentino Parisi (univ. Cassino)
Eleonora Sanfilippo (univ. Cassino)
Carlo Devillanova (univ. Bocconi)
Elena Paparella (univ. Roma La Sapienza)